Meno male che non ho più contatti con la scuola...altrimenti non so proprio come andrebbe a finire.
Reputo vergognosoe contro i diritti delle persone, che accadano di questi fatti.
Un caso che fa discutere quello che arriva da
Milano, dove la mamma di una bambina di quarta elementare
ha scritto alla preside dell’istituto scolastico allarmata da un corso sulla parità di genere,
inserito nel piano triennale di offerta formativa, al quale sua figlia avrebbe dovuto partecipare.
La donna, che di professione fa la pedagogista, si è però vista negare la richiesta di esonerare la figlia dalle lezioni. Il corso è obbligatorio.
L’unica chance per gli alunni “dissidenti” è quindi quella di restare a casa accumulando assenze perchè, fanno sapere dalla scuola, “non sono previste attività alternative”.
Il corso in questione si chiama “A scuola di parità” e, come riporta
La Bussola Quotidiana,
“è tenuto dall’
Ala Milano Onlus, un’associazione che collabora con l’
Arcigay, l’
Agedo, la
Chiesa Valdese,
la
Casa dei diritti (il braccio ideologico, pagato con soldi pubblici, dell’assessore milanese Pierfrancesco Majorino),
il colosso di preservativi
Durex, il network
Parks, il sito
Pianetagay, l’
Unar e varie altre realtà vicine all’universo Lgbt e femminista”.
Lo scopo dell’iniziativa, come si legge sulla scheda del progetto, è
“la messa in discussione di stereotipi e luoghi comuni”.
Tra cui, secondo i propugnatori della teoria del gender, rientrerebbe anche la distinzione tra i sessi.
“Un atteggiamento prevaricatore” e contrario all’articolo 26 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo
che attribuisce ai genitori “la priorità di diritto nella scelta del genere di istruzione da impartire ai propri figli”.
Questo il commento di
Gianfranco Amato, presidente dei
Giuristi per la Vita,
il quale si è detto pronto a supportare legalmente questa “sacrosanta” causa.