venerdì 2 novembre 2012, 12:35
Vittorio bertola (capogruppo 5 stelle comune torino)
I soldi nel pallone
Quando si parla di stadi e delle squadre di calcio cittadine è difficile intavolare una discussione razionale; subito buona parte dei partecipanti cominciano a ragionare per tifo. Noi in ufficio siamo ben assortiti, dato che io sono attivo nei club del tifo granata da molto prima di fare politica mentre Chiara in passato ha lavorato per la
Juventus; per questo motivo vi possiamo rassicurare sul fatto che le posizioni che prende il
Movimento 5 Stelle sono ragionate e valutate come consiglieri comunali, nell’interesse della città, e non in base al proprio tifo calcistico.
Detto questo, l’argomento del giorno è l’ultima grande operazione immobiliare che piomba sui tavoli del consiglio comunale: la concessione alla Juventus dell’area della cascina
Continassa, adiacente a quella del nuovo stadio.
Già l’operazione stadio Juventus, dal punto di vista del pubblico interesse, lasciava molto a desiderare:
alla Juventus la Città ha chiesto, in cambio della proprietà di fatto per 99 anni di un’area di 350.000 mq, 20 milioni di euro, ovvero € 0,58 (58 centesimi di euro) al metro quadro all’anno! Non contenta, la Città ha anche fatto una variante al piano regolatore che permettesse alla Juventus, oltre allo stadio, di realizzare un centro commerciale
Conad (le solite cooperative) da 37.000 mq e 90 milioni di euro. Con il cambio di campo, gli incassi da stadio della Juventus sono passati in un anno da 11,6 a 34,6 milioni di euro, triplicando, e grazie alla
Champions League quest’anno saranno ancora superiori.
Insieme allo stadio, la Juventus aveva presentato un progetto di massima per l’area adiacente, quella di cui si parla oggi, prevedendo di realizzarvi la propria
“club house”. Il progetto copriva l’area immediatamente a ovest dello stadio, escludendo però l’area dell’
Arena Rock, all’angolo tra
via Druento e
via Traves.
L’Arena Rock è uno dei paradigmi della spoliazione delle casse torinesi che porterà questa città al fallimento. Nel momento in cui lo
stadio delle Alpi fu dato alla Juventus, sembrò ovvio ai sessantenni che comandano Torino che, per non perdere l’immancabile un concerto l’anno del Delle Alpi e dimenticandosi di possedere tuttora lo
stadio Olimpico, servisse una nuova area concerti come quelle a cui loro erano abituati nei lontani anni ’60, ovvero una spianata di fango con un palco, due cessi e due biglietterie. Questo generò un bell’appalto da cinque milioni di euro che furono totalmente buttati, in quanto mai nessun concerto si è svolto in tale spianata di fango; un anno, per tamponare la figuraccia, chiesero alle aziende pubbliche del territorio di mettere dei soldi per farci una specie di festa dell’Unità latinoamericana.
Lo spreco di soldi pubblici per l’Arena Rock è stato ingente, ma chi l’ha costruita ringrazia ancora adesso; dopodiché, dato che la Juventus non la voleva, un paio d’anni fa trovarono infine qualcuno a cui rifilarla. Per ben 27.000 euro di affitto annuo, un privato si impegnò a realizzare e gestire al suo interno una pista di kart, che è ormai pronta e finita.
Che succede però adesso? Che la Juventus si sveglia, rifà i conti e scopre che, nonostante le condizioni di favore ottenute in passato, i margini non sono abbastanza alti; dunque presenta un nuovo progetto che prevede oltre alla “club house” e al centro allenamenti un cinema multisala, un albergo da 120 stanze e dei sani palazzi residenziali. Ovviamente per realizzare tutto questo serve più spazio, e dunque alla Juventus farebbe tanto comodo che anche la pista di kart, nemmeno ancora inaugurata, venisse demolita per dare l’area a loro.
La reazione dell’amministrazione
Fassino è la solita: genuflettendosi a chiunque sia vagamente legato a
Marchionne, presenta al consiglio comunale una nuova variante al piano regolatore per permettere tutto quanto richiesto dalla Juventus, in cambio del solito prezzo di 0,58 € al metro quadro all’anno per 99 anni. E chi se ne frega se il tizio del kart ha investito una bella somma (secondo i giornali 1,2 milioni di euro): con le buone o con le cattive, verrà fatto smammare con una compensazione che in commissione è stata quantificata tra i 500.000 e i 700.000 euro. In questa città è un’abitudine che
ubi maior minor translocat a spese proprie: ricordate?
Ovviamente, la città deve anche impegnarsi a liberare l’area dagli altri occupanti e a sistemare la parte che resterà pubblica, quella più a sud. In
corso Ferrara c’è l’area dei giostrai, ovvero un piazzale che ospita famiglie nomadi stanziali che viaggiano qualche mese l’anno e per il resto hanno costruito capanne e casette: pare che i costi siano di un milione di euro per il trasloco e di oltre tre milioni per costruire da qualche altra parte una nuova area (a me sfugge perché uno che vive a Torino otto mesi l’anno non possa preoccuparsi da solo della propria residenza senza che gliela costruiamo noi, ma questa è un’altra storia). Poi c’è il
Palastampa da demolire (non lo vuole più nessuno) e trasformare in un parco che a sua volta costerà di manutenzione ogni anno. Infine, alla cascina Continassa vivono circa 80 rom accampati abusivamente, quelli vittima dell’orrendo pogrom di un anno fa (guidato, per una strana coincidenza, da alcuni ultrà della Juve), a cui la Città troverà un’altra sistemazione.
In pratica, la Città incasserà una tantum 10,5 milioni di euro per l’area, un milione di gentile contributo aggiuntivo, e circa 7-8 milioni di oneri di urbanizzazione, che però dovranno coprire anche le relative spese (strade, parcheggi, trasporti, fognature ecc.) per le nuove costruzioni. Alla fine in cassa resterà poco o niente, ma in compenso la Città avrà dato via una enorme area che nei prossimi 99 anni avrebbe potuto essere messa a frutto.
Perché allora si fa il tutto? L’operazione viene giustificata dicendo che quell’area è un problema, che la Juventus è l’unica interessata (ma come si fa a saperlo se non si fa una gara?) e che almeno qualcuno investe e ci fa qualcosa, risanando e creando posti di lavoro. Tutto vero, ma questo non giustifica il fatto di darla via per così poco, non per attività di pubblico interesse ma per una società privata a fine di lucro. Se io voglio costruire un cinema, un palazzo e un albergo, mi compro a prezzi di mercato il terreno su cui costruirli: perché devo averlo a prezzo stracciato da un ente pubblico?
E siamo sicuri che alla fine il saldo per il pubblico sia positivo? Per esempio il costruendo cinema non ha la licenza, anche se la Juventus si è detta sicura di riuscire a ottenerla in qualche modo dalla Regione; ma che fine farà il cinema di
Venaria una volta che lì aprirà una megamultisala? Per i posti di lavoro guadagnati nelle nuove attività commerciali, in una città in crisi come Torino, non ce ne saranno altrettanti persi in quelle vecchie?
La vera ragione per cui si fa il tutto, oltre alla sudditanza ai padroni di Torino, è puramente finanziaria: è vero che le casse pubbliche dovranno sostenere le spese di cui sopra, ma lo faranno nei prossimi anni; in compenso, 11,5 milioni di euro verranno incassati subito. Il vicesindaco ha detto chiaramente che la delibera è urgente perché bisogna incassare questi soldi entro fine anno, altrimenti non si riesce a rientrare nel patto di stabilità, il Comune sarà commissariato e Fassino andrà a casa. L’orizzonte amministrativo si ferma al 31/12; il dopo, adesso, non importa.
Concludendo, vengo comunque alle questioni di tifo. Se siete juventini, vorrei dirvi che a fronte di regali di queste dimensioni alla società della
Fiat che si occupa del business del calcio non si spiegano, se non con la manipolazione mediatica del giornale della Fiat, le polemiche per lo stanziamento di uno (1) milione di euro per la sistemazione a centro sportivo dell’
area Filadelfia, soldi peraltro non di origine pubblica ma già precedentemente incassati dalle operazioni commerciali legate a quell’area, e su cui peraltro potete stare tranquilli perché, nonostante le grandi promesse, le cerimonie solenni e la residenza stabile di alcuni esponenti della maggioranza sulle pagine di
Tuttosport, né la Regione né il Comune hanno ancora tirato fuori una lira.
Ma se invece siete granata e siete tra quelli che amano contestare una presunta differenza di trattamento del Comune tra le due squadre di calcio cittadine, ci tengo a farvi notare una cosa: che non è possibile documentarla in quanto il
Torino FC, in termini di progetti di sviluppo, è totalmente non pervenuto. La Juventus ragiona da azienda, progetta, investe; il Torino vivacchia cercando di spendere il meno possibile e di arrivare a fine mese avendo incassato più di quel che è uscito, e non ha mai presentato in Comune nulla del genere. Da cittadini, contestiamo al Comune i trattamenti di favore alla Juventus; da tifosi, citofonare
Cairo.
repubblica.it
Il Comune: da ricalcolare
il prezzo per la Continassa
Il capogruppo del Pd Lo Russo critico con la Juventus: "Aumenta la cubatura, non si può pensare che il valore dell'area resti lo stesso". Dalla società ancora nessuna risposta, ma è probabile che non accetti. La trattativa potrebbe allora ripartire da zerodi GABRIELE GUCCIONE
Tutto da rifare, o quasi. Quantomeno il prezzo dell'area della Continassa che l'amministrazione comunale ha intenzione di cedere alla Juventus, la quale progetta di realizzarci il suo nuovo quartiere generale: nuova sede sociale, centro di allenamento (anche per la prima squadra), cinema multisala, centro benessere, residenze di pregio.
"Non è accettabile che l'aumento delle cubature da 6 a 12mila metri quadri destinati a edilizia residenziale non porti a un incremento del valore di quell'area", ha sostenuto il capogruppo del Pd, Stefano Lo Russo tirando le fila della mediazione che ieri, dopo dubbi e opposizioni in seno alla maggioranza, ha consentito alla delibera che avvierà l'iter per modificare il piano regolatore di approdare oggi pomeriggio in Sala Rossa.
Il valore dell'area è il primo punto del contendere. Gli accordi di luglio tra città e Juventus parlavano di
10,5 milioni per 150 mila metri quadri di superficie, di cui 33mila edificabili. Poi però il progetto è stato modificato - l'avevamo anticipato su queste pagine a inizio ottobre - raddoppiando i metri quadri edificabili a destinazione residenziale (molto più remunerativa, rispetto alle altre previste). Alcuni consiglieri, ancora ieri, hanno chiesto una nuova valutazione che tenesse conto della nuova destinazione. Ma la perizia non è ancora pronta. E il sindaco Piero Fassino ha chiesto di accelerare. Così, la giunta ha recepito con un emendamento la richiesta di rivedere il prezzo della cessione in base alle valutazioni condotte dagli estimatori del Politecnico, modificando - nell'eventualità - l'accordo sottoscritto con la Juventus, prima di arrivare all'approvazione definitiva della variante oggetto della discordia; qualcuno ipotizza, entro fine anno.
"Il valore non potrà che aumentare", ha fatto notare il presidente della commissione Urbanistica Mimmo Carretta. "E non si potrà fare altro che modificare l'intesa con la Juve", ha aggiunto Lo Russo, protagonista della mediazione insieme all'assessore al Patrimonio Gianguido Passoni. Ma la Juventus sarà disposta a vedersi alzare il prezzo? Al momento la valutazione della società resta la stessa. L'ad Aldo Mazzia la scorsa settimana aveva ancora ribadito: "Non possiamo modificare gli accordi, ne andrebbe della tenuta finanziaria dell'operazione". Com'è ovvio in corso Galileo Ferraris non è ancora arrivata nessuna richiesta. Tutto dipenderà dall'esito della perizia. Certo è che il Consiglio comunale non intende creare scorciatoie: "Se la Juve accetterà questa impostazione bene. Altrimenti - ha chiarito il capogruppo del Pd - vorrà dire che ripartiremo da zero".
Altro nodo quello della ricollocazione del kartdromo nato sull'Arena rock: la giunta si impegnerà a liberare l'area trovando una soluzione a basso costo. 400mila euro al massimo. Gli emendamenti alla delibera non sono bastati a trovare l'accordo con i due irriducibili Domenico Mangone (Pd) e Giuseppe Sbriglio (Idv), sin dall'inizio contrari. E non è detto che altri consiglieri, tra le file del Pd, decidano all'ultimo di non partecipare al voto, scontenti per come è stata gestita la partita dall'assessore all'Urbanistica Ilda Curti. Oggi la querelle si trasferisce in Sala Rossa e alcuni consiglieri, come il pidiellino Angelo D'Amico, annunciano ostruzionismo. Il voto potrebbe slittare a lunedì.
(08 novembre 2012)