Cuba è una nazione molto povera. I pittori cubani non hanno soldi per comprarsi le tele, tantomeno per i colori. Alle carenze sopperiscono con una fantasia senza uguale. Molti pennelli, ad esempio, sono fatti con i peli del pube che, secondo le usanze locali, vengono rasati periodicamente. Tali pennelli permettono degli effetti particolari, molto apprezzati dal pubblico femminile locale ed internazionale.
Il pigmento più usato, in quanto praticamente gratuito, è il sangue: si narra di turisti sorpresi a girare di notte da bande di acquarellisti, storditi e prosciugati fin quasi a morte. Essendo azione a favore della cultura, la legge non prevede il fatto come reato, perciò, prima di andare a Cuba, conviene farsi una cura anemicizzante, onde scoraggiare i malintenzionati. Altri pigmenti assai usati derivano dalle deiezioni corporali: la cosa è meno schifosa di quanto potrebbe sembrare in quanto esse vengono raccolte in recipienti sterilizzati, e solo se provenienti da persone dichiaratamente sane. Si potrebbe usare anche il succo di mango, o di papaja, ma normalmente il povero artista affamato se lo beve tutto molto prima di aver occasione di utilizzarlo.
In carenza di tele, il pittore cubano usa dipingere sopra qualunque superficie a disposizione: spesso si tratta delle porte delle case, e pertanto non si deve pensare che a Cuba tutti si fidino degli altri perché le case non hanno porte. Il fatto è che le hanno smontate e fregate tutte proprio i pittori. Anche le schiene dei cani si prestano benissimo alla bisogna, ma il problema è se, quando si vende il quadro, l'animale non gradisce il nuovo padrone. Peraltro, alcuni artisti truffatori hanno addestrato Fido a tornare a casa di soppiatto dopo pochi giorni dalla vendita, e ci sono cani dipinti che già furono truffaldinamente venduti più di cinquanta volte. Ovviamente il cane dipinto non viene appeso al muro, ma vi sono eccezioni: in questo caso il proprietario si impegna a dare da bere all'animale una volta al giorno e a farlo scendere per un giretto una volta la settimana.Il cane deve allora giurare solennemente che non ne profitterà per svignarsela.
Esistono poche gallerie d'arte, un po' perché comunque, visti i pigmenti usati, diventano tutte in breve tempo ambienti puteolenti ed infrequentabili. Un po' perché è più semplice vendere i quadri tramite trasmissione radiofonica (la cosa ricorda le radiocronache delle partite di calcio in Italia anni addietro, non vedevi una minchia e così ti immaginavi partite favolose. In seguito la cosa fu perfezionata dalla televisione: della partita non vedevi ancora nulla, ma potevi osservare il presentatore che a sua volta vedeva la partita tramite un monitor: insomma, un po' come per i filmini porno, realtà virtuale e tanta fantasia).
Chi compra un quadro per radio, se non ne è contento, non può cambiarlo, ma ha comunque a disposizione una trasmissione che si chiama babBey dove a sua volta cercherà di rifilarlo a qualcun altro. Il commercio dell'arte, pertanto, a Cuba è fiorente, anche se molti lo considerano una cosa sporca, sempre a motivo dei pigmenti usati.
Quanto ai soggetti: il regime proibisce l'arte astratta, e se un poliziotto non riconosce quale sia il soggetto di un quadro il pittore rischia grosso. Per questo, prima di esporre un quadro pubblicamente, ogni artista lo fa vedere alla suocera e se questa non ci capisce nulla egli la può picchiare a sangue finché ella riconosca almeno un particolare. In tal modo non è sicuro di evitare la condanna dello stato, ma almeno si sfoga un poco, e si procura pure un po' di pigmento gratis.