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Crisi, il Governo inglese aumenta le tasse (ai più ricchi)
dal nostro corrispondente Marco Niada
24 NOVEMBRE 2008
LONDRA - Il Governo britannico si prepara ad annunciare oggi pomeriggio una serie di misure destinate a trasformare radicalmente il panorama dell'economia di un Paese che si trova confrontato con la peggiore crisi dal dopoguerra. Tra queste, l'introduzione di un'aliquota fiscale massima del 45% sui redditi individuali, che romperà un tabù vigente dai tempi di Margaret Thatcher che imponeva il tetto invalicabile del 40%. Un tetto al quale per 12 anni i laburisti si sono conformati di buon grado. Presentando il pre-budget, il documento di programmazione finanziaria d'autunno, il Cancelliere dello scacchiere, Alastair Darling, finirà per annunciare una vera e propria manovra correttiva con effetti immediati per tamponare la crisi.
Questa prevede tagli alle imposte (assai probabilmente all'Iva) e sostegno alla spesa per un pacchetto totale stimato tra 15 e 20 miliardi di sterline (18-24 miliardi di euro). Secondo gli economisti i tagli alle tasse e l'aumento della spesa, necessari per dare un impulso ai consumi e contenere la recessione, potrebbero scavare una voragine nei conti pubblici di 120 miliardi di sterline nel prossimo anno fiscale. Per ora il Governo è deciso a non badare a spese per trarre il Paese fuori dal pantano. Le dolenti note ci saranno quando comincerà la manovra di rientro dal deficit.
Questa non potrà cominciare prima di qualche anno. E i conservatori iniziano ad alzare la voce esprimendo preoccupazione sullo stato dei conti pubblici che potrebbero lasciare in eredità i laburisti. Darling si preparerebbe però ad annunciare l'introduzione di una nuova aliquota del 45%, valida dall'inizio della prossima legislatura (2011-2) per chi guadagna oltre 150mila sterline lorde annue. Gl introiti aggiuntivi non saranno gran cosa (2-3 miliardi l'anno) ma la decisione è un segnale per mostrare che, d'ora in poi, a condividere l'onere della ripresa dovranno essere tutti quanti secondo le loro capacità. Questa sterzata a sinistra è destinata a scavare un fossato tra politiche conservatrici e laburiste che finora parevano convergere sempre più. La crisi potrebbe portare a una polarizzazione del processo politico.
Da noi è impossibile, vista la già larga evasione e la pressione fiscale e l'entità del nostro deficit. Per pareggiare il deficit non resta che attendere una imposta patrimoniale. Peggio di una bestemmia, da cui temo tuttavia non avremo scampo...
Buon inizio settimana
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dal nostro corrispondente Marco Niada
24 NOVEMBRE 2008
LONDRA - Il Governo britannico si prepara ad annunciare oggi pomeriggio una serie di misure destinate a trasformare radicalmente il panorama dell'economia di un Paese che si trova confrontato con la peggiore crisi dal dopoguerra. Tra queste, l'introduzione di un'aliquota fiscale massima del 45% sui redditi individuali, che romperà un tabù vigente dai tempi di Margaret Thatcher che imponeva il tetto invalicabile del 40%. Un tetto al quale per 12 anni i laburisti si sono conformati di buon grado. Presentando il pre-budget, il documento di programmazione finanziaria d'autunno, il Cancelliere dello scacchiere, Alastair Darling, finirà per annunciare una vera e propria manovra correttiva con effetti immediati per tamponare la crisi.
Questa prevede tagli alle imposte (assai probabilmente all'Iva) e sostegno alla spesa per un pacchetto totale stimato tra 15 e 20 miliardi di sterline (18-24 miliardi di euro). Secondo gli economisti i tagli alle tasse e l'aumento della spesa, necessari per dare un impulso ai consumi e contenere la recessione, potrebbero scavare una voragine nei conti pubblici di 120 miliardi di sterline nel prossimo anno fiscale. Per ora il Governo è deciso a non badare a spese per trarre il Paese fuori dal pantano. Le dolenti note ci saranno quando comincerà la manovra di rientro dal deficit.
Questa non potrà cominciare prima di qualche anno. E i conservatori iniziano ad alzare la voce esprimendo preoccupazione sullo stato dei conti pubblici che potrebbero lasciare in eredità i laburisti. Darling si preparerebbe però ad annunciare l'introduzione di una nuova aliquota del 45%, valida dall'inizio della prossima legislatura (2011-2) per chi guadagna oltre 150mila sterline lorde annue. Gl introiti aggiuntivi non saranno gran cosa (2-3 miliardi l'anno) ma la decisione è un segnale per mostrare che, d'ora in poi, a condividere l'onere della ripresa dovranno essere tutti quanti secondo le loro capacità. Questa sterzata a sinistra è destinata a scavare un fossato tra politiche conservatrici e laburiste che finora parevano convergere sempre più. La crisi potrebbe portare a una polarizzazione del processo politico.
Da noi è impossibile, vista la già larga evasione e la pressione fiscale e l'entità del nostro deficit. Per pareggiare il deficit non resta che attendere una imposta patrimoniale. Peggio di una bestemmia, da cui temo tuttavia non avremo scampo...
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