Oggi un articolo di Francesco Verderami sul Corriere della Sera dà sostanza a quelle voci e con la dovuta cautela sostanzia il nome pensato da tutti e pronunciato da nessuno all’interno del gossip romano: Mario Draghi.
Mercoledì sera, per esempio, la sera che ha cambiato il corso della legislatura, è entrato nella stanza dove c’era lo stato maggiore leghista ed è stato netto. «Ho parlato con il demonio», ha esordito sorridendo. Poi si è fatto serio: «Il governo va fatto, troviamo una soluzione su Savona e chiudiamo». «Chi è il demonio?», gli è stato chiesto. «È un italiano che non sta in Italia. È un mio amico».
Di amici Giorgetti ne ha tantissimi, una rete di relazioni che coltiva con riservatezza. Maroni, negli anni in cui era al Viminale, si rivolse a lui per conoscere Draghi, che all’epoca stava a Bankitalia. Alla fine del colloquio il titolare dell’Interno volle capire: «Ma gli dai del tu?». E l’altro: «Certo, è un mio amico». Insieme ad altre centinaia di amici, che stanno ai vertici dei maggiori istituti di credito, delle potenti fondazioni bancarie, delle maggiori aziende pubbliche e private.