OBAMA, PULIZIE DI FINE STAGIONE.

La vendetta. Obama avvelena i pozzi prima di lasciare la Casa Bianca
Di Davide , il 30 dicembre 2016 0 Comment
La vendetta. Obama avvelena i pozzi prima di lasciare la Casa Bianca - Rischio Calcolato

BarakO è un vero scorpione

Ecco questo è Obama: un politico, che pur di mettere i bastoni fra le ruote al suo successore, non esita a deteriorare l’immagine del proprio paese, il sistema elettorale americano, la democraticità del voto e un esito che, non solo – è evidente – non gli è gradito, ma che invero nemmeno riesce ad accettare. Il che dimostra come il profilo del nobel per la “pace”, sia il profilo di un presidente che in queste ultime due settimane non sta in realtà dando il peggio di sé, ma sta mostrando al mondo che in fin dei conti quel peggio è sempre stato lui.
 
Il Nero Disperato Gioca alla Guerra
Di FunnyKing 11:04 | (la mattina Obama allo specchio vede questo?) Quando pensi di averle viste tutte arrivano gli ultimi rantoli di Barak Obama da presidente degli Stati Uniti e con lui il (si spera) crepuscolo di una ...

30 dicembre 2016 / 23 commenti / Leggi
Il Nero Disperato Gioca alla Guerra
Di FunnyKing , il 30 dicembre 2016 34 Comment

madmax-blackandchromejpg-f474c3_1280w-650x366.jpg

(la mattina Obama allo specchio vede questo?)

lg.php


Quando pensi di averle viste tutte arrivano gli ultimi rantoli di Barak Obama da presidente degli Stati Uniti e con lui il (si spera) crepuscolo di una intera classe dirigente isterica e mentalmente instabile.
Le notizie di questo fine anno 2016 sono degne di un libro di fanta politica di quart’ordine eppure è tutto vero:

dal Fatto Quotidiano

Dopo mesi di accuse, smentite e ritorsioni, il caso delle presunte influenze di hacker russi sulle elezioni americane esplode tra Natale e Capodanno. A poche settimane dall’insediamento del presidente eletto Donald Trump, è Barack Obama che ha deciso di espellere 35 funzionari di Mosca dagli Stati Uniti. E per risposta, riferisce la Cnn, le autorità russe hanno chiuso una scuola anglo-americana di Mosca, frequentata anche da bambini del personale d’ambasciata britannico e canadese, ma anche da ragazzi di altre nazionalità……..

………Da parte sua la Casa Bianca è convinta delle azioni intraprese finora. Anzi, come precisa un alto dirigente di Washington, “abbiamo tutte le indicazioni che (i russi, ndr) continueranno ad interferire nelle elezioni democratiche di altri Paesi, inclusi alcuni del nostri alleati europei”. Tra i destinatari delle sanzioni Usa per gli hackeraggi di Mosca il Tesoro inserirà due cittadini russi, Evgeniy Bogachev e Aleksey Belan, entrambi ritenuti noti cyber criminali responsabili di intrusioni nel sistema finanziario internazionale, anche ai danni di compagnie americane. Lo ha detto un alto dirigente della Casa Bianca in una press call. Bogachev e alcuni suoi complici sono considerati responsabili di aver rubato oltre 100 milioni di dollari a istituzioni Usa, Belan di aver compromesso e sottratto i dati di almeno tre importanti società e-commerce….

Vorrei farvi notare un particolare che rappresenterà il nuovo marchio mediatico occidentale.

Dopo Saddam Hussein™, dopo Al Queda™, dopo Isis™ vi presento Hacker Russi™ , attenti al passaggio in rosso qui sopra.

Publy.png

lg.php

lg.php

Le elezioni NON solo degli Stati Uniti ma anche quelle in Europa sono influenzate dai malvagi Hacker Russi™ e dalla propaganda di Mosca.

In fondo un pochino è vero, quello stronzo di Vladimir Putin si ostina ad essere il più grande leader politico degli ultimi 200 anni e per giunta vince le guerre e gestisce i processi di pace senza l’ONU, la NATO e lo zio Sam. La piantasse con questa propaganda e si allineasse alla mediocrità di Junker come si conviene ai “valori dell’occidente”.

Quindi siate consapevoli e siate preparati, se eventuali elezioni anche in Europa non dovessero andare come dovuto saranno come minimo da contestare mediante rivoluzioni colorate o da rifare perché influenzate dagli Hacker Russi™

Detto questo avrei una domanda: se il Nero e la sua banda di psicopatici hanno le prove allora immagino che la elezione di Trump sia illegittima, o no?

Per quello che vale la penso come Duterte su Barak Obama.

lg.php

p.s. sono curioso di vedere in che modo Trump riuscirà eventualmente a fare peggio di Obama, ammesso che arrivi vivo al 20 gennaio.

p.p.s. Putin non l’hanno smosso con un feroce attacco finanziario e uno (o due) attentati aerei, figuriamoci se questa roba gli fa un baffo. Sono ridicoli.
 
malgrado le foto dei selfie del piacione Obama su Ansa e i vari media per farlo sembrare carino e coccoloso sembra che la gente ha capito che sotto la maschera non c'e' un premio nobel per la pace
poi si lamenta delle interferenze russe quando gli usa interferiscono nella sovranita' degli altri paesi non con hacker ma con le bombe come per Gheddafi
e poi di cosa si lamenta Obama? gli hacker russi ci hanno fatto capire che la Clinton e' una spietata criminale?
ci facciano un favore i russi a noi italiani, hackerateci i libri contabili di MPS che ci facciamo delle belle risate anche da noi ;)
 
di Fulvio Scaglione

Che tristezza, il passo d’addio di Barack Obama. Anche se, a ben vedere, perfettamente in linea con gli otto anni della sua permanenza alla Casa Bianca. Non è stato, Obama, il re delle speranze deluse, dei buoni propositi finiti in aceto, degli slanci ridotti a spasmi?
Allo stesso modo, il Presidente dello stile e della ragionevolezza affronta il ritorno alla vita privata, e l’ingresso nel mondo dorato delle conferenze ben pagate, tramutandosi nella macchietta di se stesso. Un politicante stizzoso e stizzito che, come un bambino, butta all’aria il gioco in cui non riesce a vincere.
Il Presidente indeciso a tutto, una volta messo un piede fuori dalla Casa Bianca, si è messo a fare il decisionista. Bloccate le trivellazioni nell’Artico e in parte dell’Oceano Atlantico, sfruttando quanto previsto da una oscura legge del 1953.
Condannati gli insediamenti israeliani, con un’astensione all’Onu dell’ultimissimo momento.
A quanto pare nessuno tra i mille consiglieri riesce più a farlo ragionare e a spiegargli che il suo rancoroso progetto per fare i dispetti a Donald Trump si trasforma in una grande regalo all’odiato successore.
Il blocco alle trivellazioni, giusto o sbagliato che sia, è del tutto ininfluente. Gli Usa sono già il primo produttore al mondo gas e petrolio e lo sono diventati proprio con Obama e grazie al fracking (o fatturazione idraulica), una tecnica di estrazione che desta uguale preoccupazione presso gli ambientalisti. Il provvedimento, dunque, non farà né caldo né freddo a Trump e alla sua corte di petrolieri e generali.
Peggio ancora per Israele. L’espansione degli insediamenti è l’architrave della politica israeliana da decenni. Obama se n’è accorto dopo otto anni di inerzia e di parole vuote e dopo essersi fatto sbeffeggiare persino in patria da Benjamin Bibi Netanyahu, che andò al Congresso americano a parlar male di lui. L’unico risultato sarà avvicinare ancor più Netanyahu a Trump, che già pare poco sensibile alla causa dei palestinesi. E allontanare dal Partito democratico parte di quell’oltre 70% di ebrei americani che in novembre hanno votato per Hillary Clinton.

Il massimo degli infortuni, però, Obama lo ha raggiunto nella polemica con la Russia di Vladimir Putin a proposito degli hacker che avrebbero influenzato l’elezione presidenziale. Obama è un buon retore ed è riuscito ad accusare i russi di aver violato i server del Partito democratico senza mai dire che cosa da quelle violazioni, chiunque le avesse commesse, era uscito: e cioè che il Partito democratico aveva truccato le primarie per danneggiare Bernie Sanders e favorire Hillary Clinton. Ma pazienza.

Il problema è che Obama, nella sua smania di attribuire a Putin tutta la colpa della sconfitta della Clinton, si è reso ridicolo. Intanto, un mare di politologi americani ha sottolineato le manchevolezze della campagna elettorale della Clinton e l’intima debolezza della sua candidatura, considerato che con lei erano schierati la Casa Bianca, tutto l’apparato di potere dei democratici, Wall Street, Hollywood e il mondo dei media. In modo così acritico che il giorno dopo l’elezione di Trump il New York Times ha voluto chiedere scusa ai lettori, autoaccusandosi di non aver capito nulla di quanto stava avvenendo.

Poi Obama si è fatto umiliare da Putin, che lo ha trattato come un dilettante. Dopo che il Governo americano ha espulso 35 diplomatici, il Cremlino ha rifiutato di reagire in proporzione. Al contrario, non ha preso provvedimenti se non quello di invitare i diplomatici Usa di stanza in Russia a fare un brindisi, oltre a porgere cortesi auguri di buon anno agli americani e di buon lavoro all’amministrazione entrante. Anche qui, dunque, il dispetto di Obama diventa un regalo per Trump che, sfruttando la sponda offerta da Putin, potrà presentarsi come il grande normalizzatore delle relazioni tra i due grandi Paesi.

Sullo sfondo, ovviamente, la situazione in Medio Oriente. Dove succede questo: in Siria l’intervento russo ha rovesciato le sorti del conflitto ed è diventato garante, piaccia o no, della sopravvivenza di una Siria di Bashar al-Assad; mentre in Iraq l’intervento saudo-curdo-americano non è affatto garante della liquidazione dell’Isis, che ancora saldamente tiene il caposaldo di Mosul.
Molto di tutto questo non sarebbe successo se Obama, che ha definito Putin “l’ex capo del Kgb”, non si fosse alla fin fine rivelato un epigono del presidente George Bush senior, che era stato direttore della Cia. Bush senior varò, all’indomani del crollo del Muro di Berlino, la politica della “esportazione della democrazia”, che in realtà significava espansione dell’influenza globale degli Usa negli spazi geopolitici lasciati liberi dalla morente Unione Sovietica.
Era il 1989. E vennero le guerre nei Balcani e in Medio Oriente, l’allargamento a Est della Nato e quello accessorio, almeno nell’idea americana, della Ue. Da allora troppe cose sono cambiate e forse solo Obama (come dimostrano Libia, Siria e Ucraina) non se n’è accorto.

Exit dunque il primo Presidente nero nella storia degli Usa.
Ora tocca al primo Presidente con i capelli rossi. Speriamo in bene.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto