il problema è che le sub , indipendemente dal regolamento originario, sono sotto la mannaia della bdi che potrebbe non autorizzare il rimborso del patrimonio tier2se il core tier 1 della banca è inferiore all'8%..vb è attualmente al 7,7 con previsione di innalzamento sopra la soglia per effetto della conversione delle proprie cv , bim al 9,14
 
il problema è che le sub , indipendemente dal regolamento originario, sono sotto la mannaia della bdi che potrebbe non autorizzare il rimborso del patrimonio tier2se il core tier 1 della banca è inferiore all'8%..vb è attualmente al 7,7 con previsione di innalzamento sopra la soglia per effetto della conversione delle proprie cv , bim al 9,14

Dove l'hai letta questa?
 
il problema è che le sub , indipendemente dal regolamento originario, sono sotto la mannaia della bdi che potrebbe non autorizzare il rimborso del patrimonio tier2se il core tier 1 della banca è inferiore all'8%..vb è attualmente al 7,7 con previsione di innalzamento sopra la soglia per effetto della conversione delle proprie cv , bim al 9,14

da questo che scrivi capisco che essendo il core tier1 della Bim al 9,14 (e quindi superiore all'8%) il rimborso del suo patrimonio tier2 è sicuro (fino ad ora)
........lo sarà anche alla scadenza nel 2015 ?
penso di si ........perchè non dovrebbe ?
 
Riepilogo le recenti new entry quotate a Milano :

Frendy Energy Cv 2013-2018 - Borsa Italiana
regolamento --> http://www.frendyenergy.it/documenti/FBUP_Regolamento.pdf

Te Wind 6% Cv 2013-2018 - Borsa Italiana
regolamento --> http://trueenergywind.eu/wp-content/uploads/2013/10/Regolamento-POC-TE-Wind-SA-definitivo1.pdf

Tutte e due emesse per importi modesti (circa 4,5 milioni di euro),
la prima con un regolamento discretamente arzigogolato mentre la seconda piu' classica,
entrambe mi sembrano non subordinate.
 
* Mi gusterebbe mucho se fossero veramente gli sfizzeri a comprare.

UBS pronta allo shopping in Italia

16/12/2013
UBS pronta allo shopping in Italia
di Massimo Morici

Veneto Banca è pronta a vendere Bim (oltre 14 miliardi di AUM) entro il primo semestre 2014
LA NEWS

UBS è pronta a crescere nel mercato private italiano. A spiegare le strategie della banca elvetica nel nostro Paese è Fabio Innocenzi, a.d. di UBS Italia, in un'intervista alla Stampa di Torino. "Sull'Italia investiermo in modo importante. Oggi abbiamo una quota di mercato del private banking sotto il 5% e intendiamo arrivare a raddoppiarla. Siamo anche attentti a eventuali possibilità di acquisizione, a patto che si tratti di realtà di un certo peso, che abbiano in gesitone alcuni miliardi di euro" ha spiegato Innocenzi, ricordando che "sotto quella soglia, vista la complessità di operazione di acquisizione, non ha senso" anche perché l'obiettivo della divisione italiana del colosso elvetico è quella di raddoppiare la quota di mercato nel mercato private.

Ma quali prede ci sono oggi sul mercato? Il primo nome che viene in mente è quello di Banca Intermobiliare, controllata torinese di Veneto Banca. L'istituo di Montebelluna ne ha annunciato la dismissione, che dovrebbe concludersi entro giugno, per portare a termine il piano di rafforzamento patrimoniale richiesto dalla Bce. Un'operazione che permetterebbe al colosso svizzero di ereditare gli olre 14 miliardi di euro di asset under management e di rafforzarsi nel mercato italiano del private banking.

Quanto all'offerta dei servizi, Innocenzi ha ricordato ch UBS in Italia ha deciso di concentrarsi solo sulla consulenza e sulla gestione discrezionale del risparmio e non sulla gestione degli ordini. "Abbiamo lanciato anche in Italia, il Gfo, cioè il Global family office che abbiamo già a Londra e a Zurigo, un servizio mirato ai tanti family office italiani che orami abbondano; e presto arriveranno anche i mutui.
 
Bim e convertendo così Veneto Banca si ricapitalizzerà - Repubblica.it

Bim e convertendo così Veneto Banca si ricapitalizzerà
VENDERE L’ISTITUTO QUOTATO E TRASFORMARE ANCHE SOLO IN PARTE IN AZIONI IL BOND DA 350 MILIONI EMESSO NEL GENNAIO SCORSO È LA STRATEGIA PORTATA AVANTI DALL’AD VICENZO CONSOLI

Roberta Paolini


L a vendita di Banca Intermobiliare da chiudersi al più tardi per giugno, la conversione del bond da 350 milioni che verrà deliberata dal cda di febbraio e arriverà in assemblea ad aprile per la determinazione del concambio. I pilastri su cui Veneto banca, l’istituto di Montebelluna guidato da Vincenzo Consoli ha eretto il piano di rafforzamento patrimoniale sono noti. Tutto sta ora a capire in che tempi si realizzerà l’intera manovra. Via Nazionale ha chiesto all’istituto di portare il common equity tier 1, dal 7 all’8%, che in cifre significa un rafforzamento che sta tra i 250-300 milioni di euro. Ma Consoli ha disegnato un piano più ambizioso: vuole innalzare l’asticella del ratio patrimoniale di 240 punti base, per portare il Cet1 entro inizio estate al 9,4%, e trovarsi così ad avere una banca adeguata anche per i test della Bce. A corollario delle due operazioni fondamentali ci sono anche la vendita di un pacchetto di non performing loan per totali 250 milioni (la metà circa pari a 140 milioni è stata chiusa la settimana scorsa) e l’ipotesi di realizzare un fondo con Prelios per la gestione e la vendita di alcuni asset immobiliari (anche se su questo punto forse le trattative si sono un po’ raffreddate). Degli ultimi dieci anni di storia della banca di Montebelluna, che Consoli ha gestito con una politica dinamica di acquisizioni, questo è forse il momento più complesso. La seconda ispezione di Bankitalia ricevuta nel corso del 2013 avrà
un impatto forte anche sui conti. Quanto consistente sarà non è ancora possibile saperlo, ma già nel secondo semestre 2013 (l’ispezione si è chiusa formalmente ad agosto) erano state richieste da Via Nazionale rettifiche per 209 milioni di euro. «La parte alta del conto economico è buona – dice Consoli – il risultato lordo di gestione è leggermente inferiore rispetto al dato 2012. Non sappiamo ancora quale sarà l’impatto degli accantonamenti. In questo momento più prudenti si è, meglio è. Però non siamo in grado di dire se saremo in utile». E così il banchiere si troverà ad affrontare l’assemblea dei soci di primavera con un secondo anno non brillante, dopo il rosso del 2012 (il primo della storia dell’istituto). E non solo quello. La conversione del cosiddetto soft mandatory, il prestito obbligazionario convertibile emesso a gennaio 2013, non è detto scivoli via liscia. La pezzatura media del bond è molto piccola, circa 15mila euro. E alla conclusione del collocamento la stessa banca aveva evidenziato come la parte più consistente dei sottoscrittori fossero appunto famiglie e piccole imprese. Resta, dunque, l’incognita su quale sarà la reazione degli obbligazionisti che si vedranno richiamare il bond e trasformarlo (almeno in parte) in azioni a circa un anno dalla sottoscrizione. Al riguardo Consoli tranquillizza «stiamo valutando cosa fare per gli obbligazionisti, avranno diritto ad un premio sulla conversione e vediamo se eventualmente optare per un rimborso misto, una parte cash ed una titoli ». L’ipotesi iniziale di quel prestito era di tenerlo come buffer di capitale, ma le richieste di Bankitalia hanno giocoforza imposto una virata. E da qui alla prima parte del 2014 gli esami saranno continui. È in corso l’asset quality review (cioè l’analisi degli attivi di bilancio) della Bce nei principali 15 istituti di credito italiani (Veneto Banca è dentro la rosa). «I nostri attivi sono rappresentati per l’85% da crediti alle imprese. Abbiamo alcune partecipazioni tra cui Palladio. Ma per noi resta strategica ». Mentre nulla di ufficiale circa la posizione in Ferak, di cui l’istituto di Montebelluna è socio ed esclusivo finanziatore di Effeti (jv tra la holding in cui figurano anche Palladio, la famiglia Amenduni, Finint e gli Zoppas) nell’acquisizione del 2,2% di Generali. Un finanziamento di 340 milioni di euro che ha come collaterale proprio i titoli del Leone (al valore di 18 euro ndr.). Da quel che risulta un disimpegno di Veneto Banca da Ferak è, in questo momento, improbabile.
(16 dicembre 2013)
 
Bim e convertendo così Veneto Banca si ricapitalizzerà - Repubblica.it

Bim e convertendo così Veneto Banca si ricapitalizzerà
VENDERE L’ISTITUTO QUOTATO E TRASFORMARE ANCHE SOLO IN PARTE IN AZIONI IL BOND DA 350 MILIONI EMESSO NEL GENNAIO SCORSO È LA STRATEGIA PORTATA AVANTI DALL’AD VICENZO CONSOLI

Roberta Paolini


L a vendita di Banca Intermobiliare da chiudersi al più tardi per giugno, la conversione del bond da 350 milioni che verrà deliberata dal cda di febbraio e arriverà in assemblea ad aprile per la determinazione del concambio. I pilastri su cui Veneto banca, l’istituto di Montebelluna guidato da Vincenzo Consoli ha eretto il piano di rafforzamento patrimoniale sono noti. Tutto sta ora a capire in che tempi si realizzerà l’intera manovra. Via Nazionale ha chiesto all’istituto di portare il common equity tier 1, dal 7 all’8%, che in cifre significa un rafforzamento che sta tra i 250-300 milioni di euro. Ma Consoli ha disegnato un piano più ambizioso: vuole innalzare l’asticella del ratio patrimoniale di 240 punti base, per portare il Cet1 entro inizio estate al 9,4%, e trovarsi così ad avere una banca adeguata anche per i test della Bce. A corollario delle due operazioni fondamentali ci sono anche la vendita di un pacchetto di non performing loan per totali 250 milioni (la metà circa pari a 140 milioni è stata chiusa la settimana scorsa) e l’ipotesi di realizzare un fondo con Prelios per la gestione e la vendita di alcuni asset immobiliari (anche se su questo punto forse le trattative si sono un po’ raffreddate). Degli ultimi dieci anni di storia della banca di Montebelluna, che Consoli ha gestito con una politica dinamica di acquisizioni, questo è forse il momento più complesso. La seconda ispezione di Bankitalia ricevuta nel corso del 2013 avrà
un impatto forte anche sui conti. Quanto consistente sarà non è ancora possibile saperlo, ma già nel secondo semestre 2013 (l’ispezione si è chiusa formalmente ad agosto) erano state richieste da Via Nazionale rettifiche per 209 milioni di euro. «La parte alta del conto economico è buona – dice Consoli – il risultato lordo di gestione è leggermente inferiore rispetto al dato 2012. Non sappiamo ancora quale sarà l’impatto degli accantonamenti. In questo momento più prudenti si è, meglio è. Però non siamo in grado di dire se saremo in utile». E così il banchiere si troverà ad affrontare l’assemblea dei soci di primavera con un secondo anno non brillante, dopo il rosso del 2012 (il primo della storia dell’istituto). E non solo quello. La conversione del cosiddetto soft mandatory, il prestito obbligazionario convertibile emesso a gennaio 2013, non è detto scivoli via liscia. La pezzatura media del bond è molto piccola, circa 15mila euro. E alla conclusione del collocamento la stessa banca aveva evidenziato come la parte più consistente dei sottoscrittori fossero appunto famiglie e piccole imprese. Resta, dunque, l’incognita su quale sarà la reazione degli obbligazionisti che si vedranno richiamare il bond e trasformarlo (almeno in parte) in azioni a circa un anno dalla sottoscrizione. Al riguardo Consoli tranquillizza «stiamo valutando cosa fare per gli obbligazionisti, avranno diritto ad un premio sulla conversione e vediamo se eventualmente optare per un rimborso misto, una parte cash ed una titoli ». L’ipotesi iniziale di quel prestito era di tenerlo come buffer di capitale, ma le richieste di Bankitalia hanno giocoforza imposto una virata. E da qui alla prima parte del 2014 gli esami saranno continui. È in corso l’asset quality review (cioè l’analisi degli attivi di bilancio) della Bce nei principali 15 istituti di credito italiani (Veneto Banca è dentro la rosa). «I nostri attivi sono rappresentati per l’85% da crediti alle imprese. Abbiamo alcune partecipazioni tra cui Palladio. Ma per noi resta strategica ». Mentre nulla di ufficiale circa la posizione in Ferak, di cui l’istituto di Montebelluna è socio ed esclusivo finanziatore di Effeti (jv tra la holding in cui figurano anche Palladio, la famiglia Amenduni, Finint e gli Zoppas) nell’acquisizione del 2,2% di Generali. Un finanziamento di 340 milioni di euro che ha come collaterale proprio i titoli del Leone (al valore di 18 euro ndr.). Da quel che risulta un disimpegno di Veneto Banca da Ferak è, in questo momento, improbabile.
(16 dicembre 2013)
:up: OTTIMO LAVORO GRAZIE

cmq sul convertendo di 350 mil eu (15.000 euro di media per i possessori), significa circa 23.000 soci ex obbligazionisti che diventeranno azionisti potenzialmente incaz.zati :down:
 

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