In Lingua Italica dal sole 24 ……intanto i coco (At1) delle banche europee vanno giù , se non la risolvono sono azzi amari per tutto il sistema bancario europeo e non
Ubs è in trattativa per acquistare tutta o parte di Credit Suisse, alle prese con una crisi di liquidità e di credibilità che ne ha fortemente compromesso la posizione sui mercati. Lo riporta il Financial Times citando «molteplici fonti», secondo le quali i consigli di amministrazione delle due banche si incontreranno separatamente nel fine settimana per valutare l’operazione.
Operazione di sistema
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Citando persone informate sui colloqui, il quotidiano riporta le mosse della Banca nazionale svizzera e dell’autorità di regolazione Finma che seguirebbero i colloqui nel tentativo di rafforzare la fiducia nel settore bancario elvetico: nei giorni scorsi la banca centrale aveva annunciato una linea di credito di emergenza di 50 miliardi di franchi al Credit Suisse , ma la mossa non è riuscita ad arrestare il crollo del valore azionario dell’istituto, sceso ai minimi storici.
Il «piano A»
Ubs ha un valore di mercato di 56,6 miliardi di dollari, mentre le azioni di Credit Suisse hanno chiuso venerdì con un valore di 8 miliardi di dollari. I regolatori svizzeri - spiega il Financial Times - hanno detto alle loro controparti statunitensi e britanniche che la fusione delle due banche era il loro “piano A” per arrestare il crollo di fiducia verso Credit Suisse, anche se Ubs starebbe valutando i potenziali rischi che un accordo potrebbe comportare per la propria attività. L’obiettivo della banca centrale di Berna è poter arrivare a una soluzione semplice prima dell’apertura dei mercati lunedì mattina.
Pressing politico e scogli da superare
Secondo voci insistenti, questa soluzione non dispiacerebbe a una parte della politica svizzera. Ma ci sono ostacoli non secondari. Anzitutto le sovrapposizioni tra le strutture, che andrebbero gestite, forse anche con tagli. In ogni caso, l'antitrust svizzero avrebbe la sua da dire. Inoltre, i vertici delle due banche secondo diverse fonti sarebbero ancora contrari all'ipotesi: per Credit Suisse sarebbe un'unione fatta in posizione di chiaro svantaggio, per Ubs sarebbe una deviazione dalla rotta, non facile da gestire. Per questo molti sulla piazza elvetica pensano che all'unione si potrebbe arrivare solo dopo aver cercato di giocare le altre carte.
L’agenzia Bloomberg aveva riferito giovedì che Ubs e Credit Suisse si erano opposti a una fusione forzata, con la principale banca svizzera che avrebbe preferito concentrarsi sulla propria strategia incentrata sulla gestione del risparmio senza assumersi rischi legati al suo rivale.
Sotto pressione in Borsa
Nelle ultime tre sedute di questa settimana a Zurigo il titolo Credit Suisse ha prima perso il 24%, poi è risalito del 19%, infine venerdì è sceso dell'8%. In tre giorni si sono visti prima i timori su una eventuale crisi più profonda della seconda banca elvetica, poi il sollievo per l'intervento della Banca nazionale svizzera, quindi il riemergere delle incertezze sulle prospettive dell'istituto.
La mossa della Bns, che ha garantito un prestito sino a 50 miliardi di franchi, ha indubbiamente fermato le ondate più forti. Ma secondo una parte di operatori e analisti sul futuro della banca non c'è ancora sufficiente di chiarezza. Coinvolto in investimenti sbagliati e toccato dalle crisi dell'anglo-australiana Greensill e del fondo americano Archegos, il Credit Suisse ha chiuso il 2022 con una perdita di 7,3 miliardi di franchi, cambiando i vertici e varando un'ampia ristrutturazione.
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