Claire
ἰοίην
In realtà ero in reparto (ginecologia) ma ho più volte infilato il naso nel blocco parto
È un punto nascita in cui se tutto è fisiologico si attendono i tempi del bambino e ci si mette a servizio delle mamme.
La mamma, l'ostetrica, un diffusore di aromi, tanti cuscini, penombra, un grande letto basso da usare come si vuole, lo sgabello ostetrico.
Nessun farmaco.
Nessun ordine.
Un secondo figlio, un travaglio di 3/4 ore, molto silenzioso, un'ora abbondante di spinte.
E la mamma era giovane e bravissima.
Mi sono commossa fino alle lacrime, che potenza le donne, da sempre.
Che evento portentoso, da divinità.
Però credo che se non ne avessi già fatta esperienza, avrei decisamente pensato di non volere figli.
È una rivoluzione, una fatica, un dolore, un momento assai poco pulito, di un'intimità pazzesca.
Ricordo come fosse ieri, che si desiderano solo solitudine e buio.
Occorre ascoltarsi e assecondarsi ma non è facile per niente.
Io partorii sprizzando gioia da tutti i pori perché detestavo la gravidanza e tutti i dolori del parto mi sono sempre sembrati assai meglio di un solo giorno in più di attesa.
Comunque è bello, bellissimo. E la diade finale, con la mamma sfatta, sfinita, sudata e sottosopra e il suo piccolino pelle a pelle, quasi un'immagine divina.
Quel pupetto di stamattina, un minuto di vita, minuscolo sul seno della mamma, ha fatto l'immensa fatica di piegare la testolina verso l'alto e di aprire gli occhietti per fissare la sua mamma, che già conosceva tanto bene. Anche lui aveva voglia di vederla.
Valeva la pena saltare il riposo
È un punto nascita in cui se tutto è fisiologico si attendono i tempi del bambino e ci si mette a servizio delle mamme.
La mamma, l'ostetrica, un diffusore di aromi, tanti cuscini, penombra, un grande letto basso da usare come si vuole, lo sgabello ostetrico.
Nessun farmaco.
Nessun ordine.
Un secondo figlio, un travaglio di 3/4 ore, molto silenzioso, un'ora abbondante di spinte.
E la mamma era giovane e bravissima.
Mi sono commossa fino alle lacrime, che potenza le donne, da sempre.
Che evento portentoso, da divinità.
Però credo che se non ne avessi già fatta esperienza, avrei decisamente pensato di non volere figli.
È una rivoluzione, una fatica, un dolore, un momento assai poco pulito, di un'intimità pazzesca.
Ricordo come fosse ieri, che si desiderano solo solitudine e buio.
Occorre ascoltarsi e assecondarsi ma non è facile per niente.
Io partorii sprizzando gioia da tutti i pori perché detestavo la gravidanza e tutti i dolori del parto mi sono sempre sembrati assai meglio di un solo giorno in più di attesa.
Comunque è bello, bellissimo. E la diade finale, con la mamma sfatta, sfinita, sudata e sottosopra e il suo piccolino pelle a pelle, quasi un'immagine divina.
Quel pupetto di stamattina, un minuto di vita, minuscolo sul seno della mamma, ha fatto l'immensa fatica di piegare la testolina verso l'alto e di aprire gli occhietti per fissare la sua mamma, che già conosceva tanto bene. Anche lui aveva voglia di vederla.
Valeva la pena saltare il riposo