I commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria, in sintonia con il Governo, sequestrano i conti di Cin, società della famiglia Onorato passata a Moby in fase di privatizzazione di Tirrenia. L’operazione viene eseguita sulla scia della decisione del Tribunale di Roma del 4 marzo scorso. Quindi per legge è un atto dovuto a tutela del ceto creditorio.
Ma alla fine l’operazione sembra un boomerang per il resto del ceto creditorio, che sembra essere assai perplesso per l’intervento a gamba tesa dei commissari, soprattutto in una fase in cui tutto il mondo dei trasporti è affossato dall’emergenza sanitaria del coronavirus.
Il mondo finanziario guarda così con scetticismo a questa nuovo episodio dell’ultima travagliata esistenza della compagnia e all’intervento dei commissari. Sul tavolo ci sono anche motivazioni giuridiche: i conti correnti del gruppo sono infatti in garanzia alle banche e resta, dunque, da capire quali siano i conti correnti sequestrati dai commissari stessi.
E poi c’è la posizione dei bondholder, creditori per circa 300 milioni di emissioni Moby. L’accordo di ristrutturazione del debito con questi ultimi, in via di elaborazione in queste settimane, rischia di essere pregiudicato dall’accelerazione negativa della situazione e dall’intervento dei commissari su Cin.
Il Sole 4 ore/Festa