Fabrib
Forumer storico
Trattative serrate in corso tra gli obbligazionisti e la famiglia Onorato per trovare un accordo di ristrutturazione sulo gruppo dei traghetti Moby. Ma il nodo resta la futura governance societaria.
Sono giorni di intense discussioni tra tutti i soggetti coinvolti nel salvataggio del gruppo della “balena blu” e un accordo potrebbe essere raggiunto nelle prossime settimane: un via libera finale, in ogni caso, sarebbe subordinato a una intesa con il ceto bancario e con i commissari di Tirrenia. Sul tavolo resta una procedura, in base all’articolo 182 bis della legge fallimentare.
Controparte della discussione sono in gran parte hedge fund riuniti nell’Ad Hoc Group , rappresentati dall’advisor Houlihan Lokey, che hanno acquisito l’obbligazione Moby (da 300 milioni di euro con scadenza 2023) sul mercato secondario: un gruppo variegato che sarebbe costituito dall’hedge fund Cheyenne Capital fino a York Capital e Soundpoint Capital.
Tema principale resta quello del futuro governo societario dell’azienda: gli obbligazionisti chiedono che sia attivato un sistema rigoroso di controlli. Potrebbero anche fornire nuovo «equity» per il gruppo. La gestione potrebbe restare alla famiglia Onorato, azionisti di controllo: Vincenzo Onorato è attualmente presidente dell’azienda e il figlio Achille è amministratore delegato.
La situazione resta delicata ed è necessario un accordo di ristrutturazione in tempi brevi. A ricordarlo è stata una settimana fa l’agenzia di rating Moody’s, avvertendo che l’outlook sul gruppo resta negativo. L’agenzia ha declassato Moby, riducendo a «C» da «Ca» il rating corporate e a «Ca» da «Caa3» il rating del bond da 300 milioni di euro: la mossa era peraltro attesa, visto che a febbraio la compagnia di traghetti controllata dalla famiglia Onorato non ha pagato né la cedola sul bond né gli interessi dovuti sulla linea di credito revolving da 260 milioni.
Il Sole 24 ore/Festa
Sono giorni di intense discussioni tra tutti i soggetti coinvolti nel salvataggio del gruppo della “balena blu” e un accordo potrebbe essere raggiunto nelle prossime settimane: un via libera finale, in ogni caso, sarebbe subordinato a una intesa con il ceto bancario e con i commissari di Tirrenia. Sul tavolo resta una procedura, in base all’articolo 182 bis della legge fallimentare.
Controparte della discussione sono in gran parte hedge fund riuniti nell’Ad Hoc Group , rappresentati dall’advisor Houlihan Lokey, che hanno acquisito l’obbligazione Moby (da 300 milioni di euro con scadenza 2023) sul mercato secondario: un gruppo variegato che sarebbe costituito dall’hedge fund Cheyenne Capital fino a York Capital e Soundpoint Capital.
Tema principale resta quello del futuro governo societario dell’azienda: gli obbligazionisti chiedono che sia attivato un sistema rigoroso di controlli. Potrebbero anche fornire nuovo «equity» per il gruppo. La gestione potrebbe restare alla famiglia Onorato, azionisti di controllo: Vincenzo Onorato è attualmente presidente dell’azienda e il figlio Achille è amministratore delegato.
La situazione resta delicata ed è necessario un accordo di ristrutturazione in tempi brevi. A ricordarlo è stata una settimana fa l’agenzia di rating Moody’s, avvertendo che l’outlook sul gruppo resta negativo. L’agenzia ha declassato Moby, riducendo a «C» da «Ca» il rating corporate e a «Ca» da «Caa3» il rating del bond da 300 milioni di euro: la mossa era peraltro attesa, visto che a febbraio la compagnia di traghetti controllata dalla famiglia Onorato non ha pagato né la cedola sul bond né gli interessi dovuti sulla linea di credito revolving da 260 milioni.
Il Sole 24 ore/Festa