A.Giovannetti (Tradingnet): Mercati obbligazionari, la miglior strategia
di Andrea Giovannetti , 02.02.2005 16:46
Nelle ultime settimane molti utenti ci hanno richiesto valutazioni sui tassi e sul mercato obbligazionario. Non era mai successo nel corso di tutto il 2004 e già questo è un dato significativo.
Agli inizi di settembre dell'anno scorso abbiamo iniziato a suggerire ai nostri clienti un forte accorciamento di duration, portando la componente obbligazionaria in asset dai 5,5 anni, ad 1,5. Ex post, in termini di pura performance, questo si è rivelato un errore; i corsi hanno continuato a crescere ed i principali benchmark obbligazionari (euro) hanno concluso l'anno con risultati superiori ai 7 punti percentuali.
Si è trattato di uno di quegli errori che, tornando indietro, rifarei sicuramente, non solo perché la strategia adottata ha permesso comunque di realizzare un rendimento annuo di poco inferiore al 5%, ma anche perché rinunciando a quell'over performance messa a segno dai benchmark euro, abbiamo ridotto praticamente a zero il rischio. (Pensate che, per converso, negli ultimi 15 giorni dell'anno l'indice JPM bond Euro ha perso lo 0,87%!)
In sostanza la strategia per l'ultimo trimestre dell'anno era basata sul seguente ragionamento: le probabilità che i corsi obbligazionari continuino a salire si stanno riducendo fortemente (tralascio le motivazioni di tale assunto), risulta quindi più efficiente impostare il portafoglio affinché centri un obiettivo praticamente certo di rendimento, piuttosto di affrontare un possibile (probabile) storno che ridurrebbe in modo significativo la performance.
Che fare ora? Probabilmente questo è anche il motivo per cui solo in queste settimane sono comparse nelle Vostre mail domande su questo argomento. Oggi, con 11/12 di anno davanti, qual è il portafoglio obbligazionario migliore?
Sul fronte americano, autorevoli studi prevedono un aumento dei rendimenti sui titoli decennali di circa 80 punti base nei primi sei mesi dell'anno, con quello che può comportare sull'andamento dei corsi. Questo dato si somma ad altre valutazioni riguardanti Eurolandia, tra cui un'inflazione stimata in calo nel 2005 ed una crescita economica ancora modesta.
La considerazione sui bond americani è a nostro parere condivisibile e ha come unico neo il fatto che già nel corso del 2004 era stata fatta, ma il timing si è sicuramente rivelato errato, mentre riteniamo meno nette le valutazioni riguardanti l'area euro.
La stima sull'inflazione è principalmente basata sulla riduzione dei costi all'importazione conseguente alla forza dell'Euro, ma tale stima considera per il 2005 un cambio pressoché costante, cosa che non condividiamo, come già esposto la settimana scorsa. Inoltre i modelli sono molto più ottimisti per quanto riguarda la stima sui tassi di crescita dei principali paesi europei, di quanto non si legga nei vari report di analisi.
Morale: per quanto riguarda l'Euro, la duration suggerita si allunga abbastanza, da 1,5 a 2,2 - 2,5, ma pronti a ritornare indietro al primo segnale da parte dei modelli, mentre sugli USA (o per portafogli globali) manteniamo inalterato il valore.
*Intervento a cura di Tradingnet.it