PILLOLE DI SAGGEZZA LE ABBIAMO FINITE. PASSIAMO ALLE SUPPOSTE

:d:
E il nostro Governo ne ha moltissime a disposizione e non vede l'ora di distribuirle :help:
Meglio non pensarci :confused: e continuare il nostro viaggio in Islanda: ghiacciaio Svinafelljokul e Jokulsarlon (laguna glaciale):)
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Ciao Dany

:ot:
questi sono i posti che mi piacciono... dove la natura è protagonista ed incontaminata. Come nelle foto stupende di tuo fratello ;)

Incredibili scatti dagli angoli più remoti del mondo
 
Ciao andgui.
Non l'ho mai fatto questo giro... è una zona che frequento poco :confused:. Però sembra interessante e quindi me lo metto in lista :). Grazie per la segnalazione ;)
Ciao Dany

:ot:
questi sono i posti che mi piacciono... dove la natura è protagonista ed incontaminata. Come nelle foto stupende di tuo fratello ;)

Incredibili scatti dagli angoli più remoti del mondo
Ciao Coramina.
Anche io adoro questi luoghi... dove la bellezza della natura regala emozioni forti.:)
Non ho la possibilità di girare il mondo (veramente adesso nemmeno mio fratello :confused:), ma grazie ai suoi scatti a volte provo la stessa sensazione di quando si rivive un ricordo! Forse perchè siamo molto legati e coltiviamo le stesse passioni (anche se lui in forma più estrema :d:) . Infatti gli dico sempre che il mondo lo giro con i suoi occhi :)

P.S. grazie per il bellissimo link! lo giro anche a mio fratello ;)
 
Indossare i guanti nella vita di tutti i giorni aiuta davvero a proteggerci dal coronavirus?

La risposta è no ed è sbagliato pensare di essere al sicuro solo per aver le mani protette da uno strato di lattice.

Inoltre nel rifornirsi di guanti rischiamo di sottrarre scorte di materiale a chi ne ha davvero bisogno come ad esempio medici e operatori sanitari.

In un videomessaggio il Dottor Francesco Irinzillo, Medico Chirurgo impegnato nella lotta al covid-19
per l’Asst Valtellina e Valchiavenna, presso gli ospedali di Sondrio e Sondalo,
invita a non cadere nell’inganno di sentirci al sicuro solo perché indossiamo i guanti ad esempio quando andiamo a fare la spesa.

Il motivo principale è che, resistendo il virus sulle superfici, noi non possiamo cambiare guanti ogni volta che maneggiamo un oggetto.

Dunque come comportarsi?

Unico comportamento corretto è quello di lavarsi frequentemente le mani, quando si è a casa con acqua e sapone,
quando si è in giro tramite salviette o gel igienizzanti a base alcoolica.

E’ possibile seguire il Dottor Francesco Irinzillo tramite il suo Canale Youtube e la sua pagina Facebook
che giornalmente propone spunti e riflessioni oltre che una cronaca dal fronte contro la malattia.
 
Allora alla messa non ci vanno i 16enni. O meglio pochi pochi.
Ai bar sì. Quasi tutti.

Questa la differenza fra chiesa e bar.
 
“Le normative per la Fase 2 non rispettano i bisogni spirituali di molti italiani.
Tante persone hanno bisogno di vivere la propria fede celebrando comunitariamente -con tutte le cautele- i sacramenti”.

Dura la presa di posizione del previsto di Lecco, don Davide Milani, in merito alle decisioni assunte
e annunciate ieri sera dal premier Giuseppe Conte relative al Dpcm del 4 maggio.

Don Milani infatti, appoggiando la presa di posizione della Cei (che lui stesso ha definito “Ottima, coraggiosa e decisa”)
ha criticato la scelta del Governo, in particolare la chiusura alla celebrazione delle funzioni religiose.

“Se si può andare ad una mostra o al museo perché non si può partecipare alla Messa a debita distanza?
Siamo nel campo della discriminazione dei diritti fondamentali dei cittadini” ha aggiunto il prevosto in un post in rete.
 
Centinaia di migliaia di imprenditori sono stati costretti a chiudere le proprie attività
e molti non sanno neanche quando e se potranno riaprire.

Pensiamo ai ristoratori, baristi, pubblici esercizi, cinema, etc.

Queste persone hanno subito un danno notevolissimo, non è detto che tutte queste aziende riapriranno
anche quando sarà loro permesso, eppure non sono loro i responsabili del coronavirus.

Si può chiedere un risarcimento per il danno subito?

Un interessante punto di vista viene posto da un avvocato , Fabio Schembri.

Prima di tutto si parte dalla considerazione che il “Prestito” del decreto liquidità, così come studiato,
non è assolutamente un risarcimento, ma è quello che è: un prestito da restituire.

Allo stesso modo i 600 euro (che forse diventeranno 1400 per due mesi… ma è tutto da definire)
dati a fondo perduto alle partite IVA non sono da considerare un rimborso per chi gestiva aziende
del valore di centinaia di migliaia, se non milioni, di euro.

Nello stesso tempo lo stato ha dovuto agire in una situazione di necessità:
alla fine il Coronavirus non è neppure responsabilità dello stato italiano, anche se qualcuno avrebbe da ridire sul questo fatto.

Anche lo stato ha agito in uno stato di necessità.


Secondo l’avvocato Schembri in questo caso vengono in aiuto gli articoli 2054 e 834 del codice civile.

Il primo afferma:

Quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona,
e il pericolo non è stato da lui volontariamente causato né era altrimenti evitabile, al danneggiato è dovuta un’indennità,
la cui misura è rimessa all’equo apprezzamento del giudice.


Non c’è il rimborso del danno,, basato sul concetto di “Lucro cessante e danno emergente” che sarebbe molto più alto,
ma un “Equo indennizzo”, una cifra decisa caso per caso, ma che,comunque, non sono i 600 euro.

Il secondo:

Nessuno può essere privato in tutto o in parte dei beni di sua proprietà se non per causa di pubblico interesse,
legalmente dichiarata, e contro il pagamento di una giusta indennità.


Anche in questo caso si parla di giusta indennità e con la chiusura forzata lo Stato ha effettivamente ed oggettivamente espropriato delle aziende.

Quindi si tratta di un punto di vista legale interessante, che aprirebbe le porte a centinaia di migliaia di cause
da diverse decine , se non centinaia , di migliaia di euro l’una.

Sarebbe interessante se qualche altro legale ci esprimesse il punto di vista su questa questione legale.
 
Giletti: ‘Circa 40 persone di livello altissimo della criminalità uscite, altre 300 già fuori.
Che Stato è quello che permette a boss pericolosi di uscire dai carceri?’


Giletti attacca Basentini, capo Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
direttamente dipendente dal ministro della Giustizia grillino:

‘Ho pagato anche io come tutti gli italiani l’aereo a Zagaria, poteva prendere un volo per andare in carcere a Roma’.

Scarcerazione dei boss, Massimo Giletti contro il capo del DAP
“Si deve assumere la responsabilità. Domani farete uscire Raffaele Cutolo, complimenti. Sono sconcertato”

Qualche giorno fa Gaetano Aufiero, avvocato del fondatore della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo,
ha depositato un’istanza per chiedere che il suo assistito possa tornare a casa.

Incredibile. E’ come se a suo tempo avessero fatto uscire Totò Riina.

Chi c’è dietro Conte, davvero?
 
Su moltissimi giornali italiani e stranieri del 25 aprile 2020 si legge di Trump
che durante la conferenza stampa del 23 aprile avrebbe suggerito di iniettarsi del disinfettante per liberarsi dal coronavirus.

Sembrataci la cosa piuttosto strana, abbiamo recuperato la trascrizione della conferenza
e fatto la traduzione in italiano del testo (fonte: Donald Trump Coronavirus Press Conference Transcript April 23 - Rev).

“So, supposedly we hit the body with a tremendous, whether it’s ultraviolet or just very powerful light,
and I think you said that hasn’t been checked, but you’re going to test it.
And then I said supposing you brought the light inside the body, which you can do either through the skin or in some other way.
And I think you said you’re going to test that too.


Sounds interesting, right? And then I see the disinfectant, where it knocks it out in one minute.
And is there a way we can do something like that by injection inside or almost a cleaning because you see
it gets in the lungs and it does a tremendous number on the lungs, so it’d be interesting to check that so that you’re going to have
to use medical doctors with, but it sounds interesting to me. So, we’ll see,
but the whole concept of the light, the way it kills it in one minute. That’s pretty powerful.

Supponiamo di colpire il corpo con una luce tremendamente potente, sia che si tratti di ultravioletti o solo di luce,
e penso che tu abbia detto che non è stato ancora controllato, ma che lo testerai.
E poi ho detto, supponendo che tu abbia portato la luce all’interno del corpo, cosa che puoi fare,
o attraverso la pelle o in qualche altro modo, e penso che tu abbia detto che testerai anche questo.


Sembra interessante, vero? Quindi vedo il disinfettante in cui lo si mette fuori combattimento [il virus] in un minuto.
Un minuto ed è lì un modo in cui possiamo fare una cosa del genere per iniezione all’interno o quantomeno una pulizia,
perché lo si vede arrivare nei polmoni e fa numeri enormi sui polmoni, così sarebbe interessante verificarlo,
così dovrai avvalerti dei medici, ma mi sembra interessante.
Quindi, vedremo, ma l’intero concetto di luce, il modo in cui la uccide in un minuto. La cosa è piuttosto potente.


VIDEO:

Ciò che ne esce a nostro parere è cosa ben diversa da quanto i giornali scrivono, visto che per quello che si evince,
Trump ipotizza la possibilità di sperimentare una terapia a base di luce da usarsi come disinfettante
da portare all’interno del corpo che potrebbe essere in grado di uccidere il virus, cosa che secondo Trump è sotto valutazione da parte degli scienziati.

L’idea per altro non è del tutto nuova visto che nel passato alcuni studi erano già stati applicati negli anni 40 e 50, anche se poi abbandonati.

Qui di seguito potete trovare il link a Pubmed che descrive in un articolo del 2018 il trattamento del sangue tramite raggi UV fatto in quel periodo:
Ultraviolet Irradiation of Blood: The Cure That Time Forgot?”: Ultraviolet Irradiation of Blood: “The Cure That Time Forgot”?.

Trump intervistato successivamente dai media americani il giorno 24 aprile sulla frase incriminata, risponde che la frase,
contenente la parola iniezione, era sarcastica e provocatoriamente indirizzata ai giornalisti [mainstream, ndr]
e si riferiva al fatto che il calore e il sole sono in grado di disattivare la capacità infettiva del virus come il disinfettante sulle mani.
Anche di questa dichiarazione trovate la trascrizione e la traduzione qui di seguito
(fonte: Transcript: Donald Trump Signs Relief Bill, Says Comments on Injecting Disinfectant Were "Sarcastic" - Rev).

“I was asking a question sarcastically to reporters like you just to see what would happen.
Now, disinfectant for doing this maybe on the hands would work. And I was asking the question of the gentleman who was there yesterday,
Bill, because when they say that something will last three, or four hours, or six hours, but if the sun is out or if they use disinfectant, it goes away in less than a minute.

Did you hear about this yesterday? But I was asking a very sarcastic question to the reporters in the room about disinfectant on the inside.
But it does kill it and it would kill it on the hands and that would make things much better. That was done in the form of a sarcastic question to the reporters.

To look into whether or not sun and disinfectant on the hands, but whether or not sun can help us because he came in yesterday and he said they’ve done a big study.
This is a study. This isn’t where he hasn’t done it. This is where they’ve come in with a final report that sun has a massive impact negatively on this virus.
In other words, it does not live well with humidity and it doesn’t live well with sun, sunlight, heat.
It doesn’t live well with heat, and sun, and disinfectant. And that’s what I brought out, and I thought it was clear.”

“Facevo una domanda sarcastica a giornalisti come lei, solo per vedere cosa sarebbe successo.
Ora, il disinfettante per fare questo (si sfrega le mani l’una contro l’altra, ndr) forse sulle mani funziona.
E stavo facendo la domanda al signore che era lì ieri, Bill, perché quando dicono che qualcosa durerà tre o quattro ore o sei ore,
ma se c’è il sole o se usano il disinfettante va via meno di un minuto.


Avete sentito parlare di questo ieri? Ma stavo ponendo una domanda molto sarcastica ai giornalisti nella stanza a riguardo del disinfettante all’interno.
Ma lo uccide e lo ucciderebbe sulle mani, e questo renderebbe le cose molto migliori. Ciò è stato fatto in forma di domanda sarcastica ai giornalisti.


A ben guardare, sia il sole e il disinfettante sulle mani, sia che il sole possa aiutarci o meno, ieri è venuto (Bill, ndr) e ha detto che hanno fatto un grande studio.
Questo è uno studio. Non è qui che lo ha fatto. Qui è dove sono arrivati con un rapporto finale il quale dice che il sole ha un enorme impatto negativo su questo virus.
In altre parole, non vive bene con l’umidità e non vive bene con il sole, la luce del sole, il calore.
Non vive bene con il calore, con il sole e con il disinfettante. E questo è quello che ho tirato fuori, e pensavo che fosse chiaro.”


Insomma, che Trump non fosse stato chiarissimo ci può anche stare, ma che egli abbia suggerito di praticare iniezioni di disinfettante
come cura al Covid19 ci sembra davvero un modo di piegare in maniera abnorme l’interpretazione delle sue parole
al fine di soddisfare la continua pulsione dei “politically correct” di voler dipingere a tutti i costi gli avversari politici
unicamente come dei pericolosi pazzi di cui liberarsi per il bene dell’umanità.
 
La scarsa liquidità sta spegnendo le aziende italiane.

Questa situazione era inevitabile.

Nessuna impresa può sopravvivere se a parità di uscite vengono azzerate le entrate.

I contributi dati dal governo tramite il Dl Liquidità rischiano di essere insufficienti.

Palazzo Chigi si era affidato alle banche, ma gli istituti di credito procedono in ordine sparso.

A questa situazione si aggiunge anche un altro problema:
“Una piccola azienda su 2 segnala che i tempi di pagamento dei committenti privati si sono allungati a dismisura”.
A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre.

I committenti privati non pagano

Con il lockdown tantissimi autotrasportatori, produttori di imballaggi e di una parte di attività metalmeccaniche sono stati pagati in estremo ritardo.

Questo, ovviamente, mette a rischio la tenuta finanziaria di queste pmi.

Si tratta di realtà economiche che già prima della crisi del coronavirus erano sottocapitalizzate e soffocate da un mare di gabelle.
Per uscire da questo circolo vizioso è necessario invertire completamente la rotta.

Il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo propone di sostituire i prestiti bancari con contributi a fondo perduto.

La questione liquidità per le pmi è dirimente: “Se con troppi debiti le piccole imprese sono destinate a saltare,
lo Stato, invece, anche con un debito pubblico maggiore, può reggere
, grazie anche alle misure che la Bce
e l’Unione Europea metteranno in campo nei prossimi mesi”.

La tesi degli artigiani mestrini trova riscontri anche nel rapporto presentato nei giorni scorsi dai ricercatori della Banca d’Italia.

C’è inoltre un altro aspetto che non possiamo tralasciare: il rapporto tra le aziende e la Pubblica amministrazione.

Lo Stato non paga i creditori
Se i privati pagano in ritardo, lo Stato sa fare anche peggio.

Il 28 gennaio scorso la Corte di Giustizia Ue ha sancito che la Repubblica italiana
“è venuta meno agli obblighi della direttiva 2011/7 perché non assicura che le sue pubbliche amministrazioni
rispettino effettivamente i termini di pagamento stabiliti”.

Questa situazione si è incancrenita al tal punto che nessuno sa esattamente a quanto ammontano i debiti dello Stato nei confronti delle imprese.

Secondo il ministero dell’Economia, invece, lo stock di debito residuo scaduto e non pagato al netto dell’Iva al 31 dicembre 2018 risulta pari a 16,7 miliardi.

Una cifra che non tiene conto delle vecchie fatture non pagate né, in positivo, di quelle che potrebbero essere state saldate senza comunicarlo al Tesoro.

Infatti per Banca d’Italia il volume da allora ha continuato a diminuire, attestandosi a 57 miliardi nel 2017 e 53 miliardi nel 2018.

Inoltre, neanche sui tempi di pagamento c’è un accordo tra le parti.

I costruttori dell’Ance lamentano che “nonostante qualche miglioramento, dovuto agli effetti della Direttiva del 2011,
i ritardi medi nel settore delle costruzioni superano ancora i 4 mesi e mezzo”.

Per il ministero dell’Economia le fatture ricevute dalle 22.200 amministrazioni registrate sulla Piattaforma crediti commerciali,
nel 2018 la media è scesa a 46 giorni contro i 55 del 2017.

Nel dibattito interviene, anche, il buon Carlo Cottarelli:
“I tempi di pagamento nel 2018 erano ancora superiori ai 100 giorni e l’anno scorso si sono ridotti a 67 giorni”.

Peccato che rimaniamo sempre un passo indietro rispetto ai nostri concorrenti: la Francia paga in 48 giorni, in Germania ne bastano 27.

In Italia, inoltre, nel 2019 i ritardi nei pagamenti dello Stato e delle sue articolazioni a livello locale sono stati molto diffusi.

La Cgia segnala qualche caso eclatante
:

“L’anno scorso, ad esempio, il Comune di Napoli ha liquidato i propri fornitori con 395 giorni medi di ritardo,
l’Asl Napoli 1 Centro con 169, il Comune di Reggio Calabria con 146, la Regione Basilicata con 83,
l’ASL Roma 1 con 72 e il Comune di Roma Capitale con 63”.

Il costo sociale della crisi di liquidità
La mancanza di liquidità causata dal coronavirus si è abbattuta come un tornado nelle aree più produttive della nazione.

Secondo Osservatorio economia e territorio di Cna: “Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna
(le tre Regioni che da sole producono il 40 per cento del Pil nazionale) hanno avuto nei primi due mesi di lockdown per il coronavirus danni stimabili in 114 miliardi.

Il danno economico per le 3 Regioni rappresenta da solo la metà di tutte le perdite economiche nazionali dei passati 2 mesi”.

Il danno economico ha avuto un grave impatto occupazionale.

Facciamo qualche esempio.

In Veneto a due mesi dal 23 febbraio, con l’introduzione delle prime misure restrittive,
la perdita dei posti di lavoro dipendente in regione è salita a circa 50 mila,
tra mancate assunzioni e diminuzione effettiva delle posizioni lavorative,

pari a circa il 3% dell’occupazione dipendente complessiva.

Una media di 6 mila posti di lavoro persi ogni settimana
.

Il calo è completamente imputabile al crollo delle assunzioni (-60% rispetto all’anno precedente) che ha coinvolto tutte le tipologie contrattuali:
la differenza con il saldo del corrispondente periodo 2019 è pari a meno 7 mila per i contratti a tempo indeterminato,
meno 4.400 per l’apprendistato, meno 39.500 per i contratti a termine.

Gli stessi effetti si riscontrano in altre tipologie contrattuali, quali il lavoro intermittente (meno 9.600 posizioni lavorative),
i tirocini (meno 4.700) e le collaborazioni (meno 650).

I prestiti sicuramente non basteranno per uscire da questo pantano.

Tornando alla proposta di Zabeo, per immettere liquidità nel sistema i soldi devono arrivare
nel conto corrente degli imprenditori soprattutto se si tratta di Pmi
.

Non è utopia.

Questo modello è stato adottato a Berlino.

Per sostenere le piccole imprese, infatti, il governo e i länder tedeschi hanno erogato, alle realtà con meno di 15 addetti, fino a 15 mila euro a fondo perduto.

Se ci riescono i tedeschi, possiamo benissimo farlo anche noi
.
 
Mentre il premier Conte anche nella conferenza di ieri sera, in cui ha annunciato gli step della Fase 2,
continua a lodarsi per il grande risultato del Recovery Plan,
da più parti fanno notare che le cose non stanno esattamente come sostiene il nostro premier.

Lo fanno fior di economisti e commentatori, tra cui Wolfgng Munchau, editorialista del Financial Times, il quale spiega:

“Italia e Spagna sono state piegate. Il piano di risanamento sarà la versione tedesca:
un aumento temporaneo del bilancio dell’UE, attraverso garanzie, quindi debito, erogate come prestiti. L’UE non fa macro. Solo crediti.”


Nel commento del suo think tank eurointelligence, si legge come:
“Il Consiglio europeo ha accettato la versione di Angela Merkel, non il coronabond o la proposta spagnola”.


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Argomenta Munchau:

“Come riferito dalla FAZ questa mattina, il piano prevede che l’UE aumenti la sua capacità di bilancio dall’attuale 1,2% al 2%, per un periodo da due a tre anni.
Questo aumento non avverrà sotto forma di contributi diretti da parte degli Stati membri, ma di garanzie.
Il documento fissa il volume annuale a € 100 miliardi all’anno, che sarebbe circa lo 0,6% del PIL dell’UE-27 nei nostri calcoli.
Il totale dei prestiti potrebbe essere nell’ordine di € 250-300 miliardi nel periodo.
Questo ulteriore prestito non è il fondo stesso, che la Commissione spera di sfruttare per ottenere dimensioni maggiori.
Una parte dei fondi sarà messa a disposizione direttamente sotto forma di sovvenzioni,
un’altra parte genererà investimenti attraverso prestiti e dovrà essere sfruttata affinché il pacchetto complessivo raggiunga la dimensione obiettivo.
Questa è la grande decisione politica che deve ancora essere presa”.


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Ancora Munchau:

“Gli olandesi e i tedeschi si differenziano per diplomazia e lingua, ma raccomandiamo ai lettori di non innamorarsi della retorica della solidarietà.
Entrambi i paesi vogliono che la maggior parte degli esborsi sia sotto forma di prestiti. Questo è anche ciò che pensiamo accadrà.
I sostenitori dei coronabond hanno perso questa battaglia, in parte perché non avevano un piano strategico.
Sono stati ingannati da Angela Merkel e dai suoi alleati, che hanno una comprensione molto più profonda di ciò che l’UE può fare in una situazione come questa.
L’Unione europea può certamente aumentare il debito, ma non può fungere da stabilizzatore fiscale ai sensi degli attuali trattati”.

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Se Giuseppe Conte – sottolinea Munchau – avesse davvero desiderato un coronabond,
avrebbe dovuto fare squadra con Emmanuel Macron e Pedro Sánchez. Ma ciò non è accaduto
.
Benoît Coeuré ha fatto ieri una serie di saggi commenti di fronte al Senato francese,
in cui ha sottolineato l’utile ma limitato ruolo che la BCE può svolgere nel prossimo triage del debito del settore pubblico e privato.
Ha detto che la sostenibilità del debito è un concetto politico.
La BCE svolgerà un ruolo limitato a supporto del processo, ma non sarà l’attore principale in questo gioco.
L’impatto della crisi sul debito del settore pubblico dipenderà in gran parte da quali società saranno inadempienti sui prestiti garantiti da garanzie statali”.
 

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