QUANDO SEI FELICE Ti GODI LA MUSICA, QUANDO SEI TRISTE CAPISCI I TESTI

Certo che a sinistra sono proprio degli struzzi ....
 

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Guardate che è un caso, proprio solo un caso, che la domanda l'abbiano fatta alla Bindi :lol::lol::lol: poerina.

LEGGE DI STABILITA': LA MORTE DELLA DEMOCRAZIA


di Paolo Cardenà - Come noto, appena due giorni fa, il Governo ha varato la legge di stabilità. Nei giornali si leggono fiumi di inchiostro che tendono ad analizzare le novità introdotte: i vantaggi e gli svantaggi, a favore di chi o meno.
Stessa cosa avviene nei programmi di (dis)informazione televisiva. Tutti parlano, analizzano, chiacchierano, ragliano, ma pochi conoscono. Ciò che sfugge alla massa è che la manovra appena licenziata dal governo è la prima Legge di Stabilità determinata "sotto l'egida" della Commissione Europea, per via dell'entrata in vigore del Two Pack, di cui in questo sito si è già discusso molto.



Tramite il Two Pack, in buona sostanza, si obbligano i singoli governi nazionali a presentare alla Commissione Europea, entro il 15 ottobre di ciascun anno e prima dell’approvazione da parte dei singoli parlamenti nazionali, le rispettive manovre di finanza pubblica al fine di consentire di verificare il rispetto degli impegni presi con le autorità europee nei primi sei mesi dell’anno (il così detto semestre europeo). In caso di mancato o carente rispetto degli accordi sottoscritti, la commissione europea potrà chiederne la modifica, seppur in assenza di diritto di veto. Nel caso in cui il paese dovesse disattendere le raccomandazioni, oltre a subire azioni legali, potrà incorrere in procedure per deficit eccessivo e nel caso anche in sanzioni economiche.


Quindi, la manovra, sorvolando del tutto il Parlamento -ormai ridotto a mero organo di ratifica passiva delle decisioni adottate dal Governo, prono ai voleri della Commissioni Europea e dei tecnocrati europei- è tutt'ora al vaglio degli esperti della "Commissione Europea", e non è affatto detto che torni in Italia -per poi essere vagliata dal parlamento- nella forma esatta e nei contenuti licenziati dal governo.


Proprio ieri sera, stavo guardando una trasmissione di approfondimento politico e ospite della trasmissione era proprio l'Onorevole Rosy Bindi.
L'Onorevole, incalzata dal conduttore proprio a proposito della legge di stabilità, dovendo esprimere un parere, ha affermato che: "....gli elementi salienti (della manovra, n.d.r.) sono stati appresi dalla stampa".
Ecco, questa dichiarazione alla quale non è stato attribuito il giusto risalto dal conduttore, né dagli altri ospiti presenti in studio, racchiude in se tutto il dramma di questa povera nazione.


E ciò, per due motivi sostanziali:
Il primo: come dicevamo, ormai, il nostro parlamento è ridotto ad un organo di mera ratifica di decisioni che vengono prese altrove, derubato della sua naturale funzione di rappresentatività delle volontà popolari. Il Parlamento ha perso e continuerà a perdere la propria sovranità, con conseguente sepoltura dei caratteri democratici della nazione, costituzionalmente previsti. La storia degli ultimi 3 anni, e le modalità con le quali sono venuti alla luce governi gli ultimi due governi (cioè governo Monti e poi Letta), lo confermano.
Il secondo: un parlamentare che apprende dai giornali quanto si svolge nei palazzi che egli stesso occupa, peraltro anche con incarichi di responsabilità di rilievo all'interno del maggiore partito che sostiene il governo, racconta perfettamente quanto sia spacciato questo paese, e quanto siano misere le forze politiche che lo stanno conducendo alla distruzione.
 
futuro gestore.....gestante.....zanzaminkiarolo.....:D


c'è da fare l'ordine per gli sgabelli da bar nuovi......vedi se il modello ci aggrada......:D
 

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Da legge stabilità oltre 2,3 miliardi per Intesa e Unicredit
ROMA (WSI) - Il colpo è meno grosso di quello che avrebbe voluto Renato Brunetta, ma è senz’altro notevole. La rivalutazione in arrivo per le quote di Bankitalia avrà un impatto non trascurabile sui conti di alcuni istituti di credito ed enti pubblici azionisti della banca centrale. La portata del colpo di bacchetta magica che traformerà, grazie a suoi effetti contabili, le zucche in carrozza e, in pochissimi casi, le carrozze in zucche, è stata annunciata dal ministro del Tesoro già direttore generale di via Nazionale, Fabrizio Saccomanni, martedì 29 ottobre alle commissioni Bilancio di Senato e Camera: la Banca d’Italia vale tra i 5 e i 7 miliardi di euro e con la rivalutazione delle quote al fisco potrebbe arrivare fino a 1 miliardo.

E’ questo l’atteso risultato dei calcoli del comitato di esperti nominato per questo scopo da via Nazionale il 20 settembre scorso tra i quali figura in veste di presidente l’ex premier greco ed ex vicepresidente della Bce, Lucas Papademos. Un conteggio che aveva comprensibilmente acceso molte speranze, perché è da qui che arriverà un prezioso e insperato aiuto a molti traballanti bilanci. Primo fra tutti quello dell’Inps, che ha appena approvato i conti 2012 con un disavanzo di oltre 12 miliardi di euro causato dalla fusione con l’Inpdap.

L’istituto di previdenza, però, ha in pancia 15mila quote di Bankitalia, il 5% del capitale, a un controvalore di 7.800 euro corrispondente al valore storico della partecipazione. Con la rivalutazione proposta dal comitato, il valore della quota potrà lievitare fino a 250-350 milioni di euro. Mica male se si pensa che tutto ciò avverrà senza far entrare un solo euro nelle casse dell’Inps.

Stesso discorso per Intesa Sanpaolo e Unicredit. La banca di Giovanni Bazoli ha scritto il suo 42,51% nell’ultimo bilancio a 624 milioni di euro e, se la rivalutazione andrà in porto in tempi brevi come sembra, a fine anno potrà quadruplicare il valore della posta a 2,125-2,975 miliardi e registrare la relativa plusvalenza. Va ancora meglio, in proporzione, all’istituto di Federico Ghizzoni che vedrà volare il suo 22,11% da 284,5 milioni fino a un valore compreso tra 1,105 e 1,5 miliardi di euro. E così le prime due banche italiane viaggeranno serene verso l’ormai prossima prova degli esami comunitari. Non male anche l’effetto per Banca Marche che dall’operazione porta a casa un plusvalore compreso tra 34 e 50 milioni che tuttavia non sarà risolutivo per i conti dell’istituto fresco di commissariamento.

Tra chi viaggia verso una perdita, invece, ci sono i soliti noti come Carige, il Monte dei Paschi di Siena e Fondiaria Sai. L’istituto genovese valutava infatti il suo 4,03% 892,2 milioni di euro e dovrà tagliarlo fino a una somma compresa tra 201 e 280 milioni. E per controbilanciare gli effetti dovrà attingere all’apposita riserva di valutazione che, per fortuna, era stata creata a fine 2012. Film analogo a Siena, che dovrà tagliare il suo 4,6% di 80-170 milioni anche se nel bilancio del Monte la partecipazione in Bankitalia "ai fini della quantificazione del patrimonio e quindi la relativa plusvalenza derivante dalla valutazione al fair value non è computata nell’ambito delle riserve degli strumenti disponibili per la vendita". Quindi, come per Genova, gli effetti della valutazione ufficiale ci saranno solo sul conto economico e non sul patrimonio. Nessuna rete, infine, per la novella sposa Fondiaria Sai che dovrà svalutare la sua partecipazione per una somma compresa tra 45 e 70 milioni rispetto ai 138 milioni ai quali l’aveva portata a fine 2012 ritoccando la somma del 15% in più.

A fare i conti dell’incasso atteso per il Fisco è stato lo stesso Saccomanni che ha annunciato un gettito compreso fra 800 milioni e 1,12 miliardi. L’esatto ammontare dipenderà dall’aliquota fiscale che si deciderà di applicare alle plusvalenze registrate dai soci di Bankitalia, ma che secondo diversi esperti del mondo bancario e politico dovrebbe essere pari al 16%, la stessa utilizzata nella rivalutazione delle partecipazioni delle imprese. Il ministro ha parlato anche di un "successivo del provvedimento, che sarà separato dalla Legge di Stabilità" e che "dovrà modificare lo Statuto della Banca d’Italia che dice che il capitale della Banca è 156.000 euro".

Poi il provvedimento dovrà contenere "la normativa di carattere fiscale, che definisce come sono mobilizzabili le quote". "Da tutto ciò – ha aggiunto – dipende l’ammontare del gettito che potrà arrivare al Fisco. E’ comunque una misura una tantum e il gettito potrà essere realizzato nel 2014, e potrà essere utilizzabile per finalità una tantum o per pagamento dei debiti conto capitale". Le quote, poi, secondo Saccomanni "dovrebbero essere un libero titolo che le banche possono scambiarsi, pur con dei limiti per evitare che alcune banche abbiano quote molto elevate. Credo verrà individuato un limite quantitativo".
 
Giorno.
Guardavo un po' la situazione opzioni e sul fib e l'eurostox50 le hanno girate tutte rialziste. Ma ndo caz vogliono andare? :specchio:

Sul dax invece sono ancora ribassisti da 9050 (ma non è detto che non le girino anche qua) :rolleyes:
 

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