Claire
ἰοίην
Seguendo la lettura del Melodia's fan club ho ripescato questo vecchio thread, anche se non è ancora il Melodia day ![Wink ;) ;)](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
Bellissime riflessioni, quelle di Melodia.
Mi è venuto in mente Gibran, di come egli parlava dei figli.
Abbiamo avuto, recentemente, un thread che parlava di figli, del perchè li abbiamo voluti, noi che li abbiamo.
Questo thread va oltre le motivazioni della genitorialità, perchè parla di come crescere i figli, degli errori che si commettono, si riflette dei nostri limiti come genitori (anche se mi fa sorridere un pochino che chi ha aperto il thread fosse, in verità, all'epoca, senza figli).
Il mestiere di genitore si impara sul campo.
I punti fermi sono pochissimi.
A me è capitato di avere due figli diversissimi, il sole e la luna, il dolce e il salato.
E mi sono semplicemente dovuta adeguare.
Sono una mamma diversa per i miei figli così diversi.
Non c'è un modo giusto e uno sbagliato di fare il genitore (chi mette al mondo figli e poi NON fa il genitore, ovviamente sbaglia, ma, appunto quello non è un modo di fare il genitore, perchè in realtà è assenza di questo ruolo).
Ma mi piaceva copiare qui le parole di Gibran che sono delle ottime linee guida alle quali mi ispiro, nella mia piccolezza, anch'io.
E una donna che stringeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli
Ed egli rispose:
Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico "pensiero".
E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi.
Sono loro l’essenza del vostro sorriso.
Sono sangue e carne della vostra carne
ma non il vostro sangue e la vostra carne.
Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.
Attraverso di voi giungono, ma non da voi.
E benché vivano con voi, non vi appartengono.
Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.
È l’Arciere che guarda il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama egli il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.
Bellissime riflessioni, quelle di Melodia.
Mi è venuto in mente Gibran, di come egli parlava dei figli.
Abbiamo avuto, recentemente, un thread che parlava di figli, del perchè li abbiamo voluti, noi che li abbiamo.
Questo thread va oltre le motivazioni della genitorialità, perchè parla di come crescere i figli, degli errori che si commettono, si riflette dei nostri limiti come genitori (anche se mi fa sorridere un pochino che chi ha aperto il thread fosse, in verità, all'epoca, senza figli).
Il mestiere di genitore si impara sul campo.
I punti fermi sono pochissimi.
A me è capitato di avere due figli diversissimi, il sole e la luna, il dolce e il salato.
E mi sono semplicemente dovuta adeguare.
Sono una mamma diversa per i miei figli così diversi.
Non c'è un modo giusto e uno sbagliato di fare il genitore (chi mette al mondo figli e poi NON fa il genitore, ovviamente sbaglia, ma, appunto quello non è un modo di fare il genitore, perchè in realtà è assenza di questo ruolo).
Ma mi piaceva copiare qui le parole di Gibran che sono delle ottime linee guida alle quali mi ispiro, nella mia piccolezza, anch'io.
E una donna che stringeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli
Ed egli rispose:
Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico "pensiero".
E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi.
Sono loro l’essenza del vostro sorriso.
Sono sangue e carne della vostra carne
ma non il vostro sangue e la vostra carne.
Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.
Attraverso di voi giungono, ma non da voi.
E benché vivano con voi, non vi appartengono.
Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.
È l’Arciere che guarda il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama egli il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.