Quanto costa fare investimenti in Svizzera (1 Viewer)

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Anche se le imposte sui titoli in Italia andassero al 20%, qui il rendimento netto resterebbe ancora superiore.

La Svizzera sta tornando di moda? Un aumento delle tasse su obbligazioni e titoli di stato può provocare una fuga di capitali dall’Italia? Sicuramente no: chi trasferisce capitali all’estero lo fa per tutt’altri motivi.

Infatti per cominciare la ritenuta sugli interessi su un conto cifrato di un italiano a Chiasso, Lugano, Losanna ecc. è più alta che in patria. Dal luglio 2005 è del 15%, salirà al 20% a metà 2008 e arriverà al 35% a metà 2011. Ciò vale anche per Montecarlo, oltre ai maggiori rischi di essere scoperti. Ma c’è altro: varcato il confine i costi d’investimento lievitano in misura tale da fagocitare ogni possibile vantaggio fiscale. Un italiano ci rimetterebbe anche se venisse raddoppiata l’attuale aliquota (12,5%) sui titoli di stato o a medio-lungo termine.

Nel secolo scorso vi furono più volte flussi clandestini di capitali verso l’estero e in particolare la Svizzera: negli anni ’30 per le leggi razziali, negli anni ’60 per paura dell’avvento del comunismo e dal 1974 per alcuni anni per i timori di un crac del sistema finanziario italiano.

Non vi fu invece nessuna fuga di capitali nel 1986 con la tassazione dei titoli pubblici, né nel 1998 con l’imposta sui capital gain. Ciò conferma che non è la fiscalità sugli investimenti che ha spinto o spingerà capitali oltre confine.
Da oltre vent’anni a questa parte i soldi espatriano di nascosto sostanzialmente se di provenienza criminale (droga, corruzione…) o evasiva, cioè se si tratta di guadagni in nero. Più di rado per aggirare le norme sulle eredità o per timore di sequestri giudiziari.

Per altro è ovvio che esulano del tutto dal discorso i trasferimenti alla luce del sole, che logicamente vengono inseriti nella dichiarazioni dei redditi (quadro RW) e tassati esattamente quanto in Italia.

Costi iperbolici. Chi mai aprirebbe un conto cifrato in Svizzera, se non per occultare agli inquirenti o al fisco le somme che vi versa? Per quali altri motivi accetterebbe commissioni spaventose? La tabella riporta alcuni confronti e anche una stima degli oneri complessivi, imposte e commissioni, per un conto obbligazionario tutto sommato poco movimentato. Considerando i prezzi per esempio del Credito Svizzero e dell’Unione di Banche Svizzere (UBS), le compravendite di titoli e il cambio di valuta costano da due a sei volte tanto che in Italia. A ciò si aggiungono altri balzelli del tutto pretestuosi, quale uno sconcertante 2% sulle cedole incassate.

Il colmo sono le spese cosiddette di custodia e amministrazione. Per il solo fatto di esistere un conto titoli di due milioni di euro viene alleggerito in Svizzera anche di 6 mila euro l’anno (0,30%). In Italia l’addebito massimo è nell’ordine dei 200 euro in Italia. Né lo svantaggio percentuale si riduce per un conto piccolo, massacrato da minimi annui, commissioni per la cifra, per il fermo posta ecc.

Ci sarebbe l’assenza dell’imposta sui guadagni di borsa (capital gain), regolarmente vanificata dalle massacranti spese di intermediazione. Passare dalle azioni Ford alle Fiat può costare il 4,5%. Non parliamo poi di quanto ci rimette chi s’affida alle gestione delle banche svizzere, ancora più brave delle italiane a guadagnare a danno dei clienti.

Fondizzare il cliente. Un’alterativa all’acquisto diretto di obbligazioni o azioni è infatti il risparmio gestito. Peccato che i fondi elvetici siano gestiti anche peggio di quelli italiani, il che è tutto dire. Per altro sono fortissime le pressioni delle direzioni delle banche sui propri funzionari, perché questi “fondizzino” i clienti. Espressione peculiare del gergo bancario ticinese, che significa “fargli mettere tutto in fondi”.

Inoltre una banca svizzera sa benissimo che in pratica non rischia cause, per quante ne combini, perché il cliente teme di uscire allo scoperto. Nessuna associazione di consumatori verrà poi a sindacare cosa capita a conti di cittadini esteri.

La soluzione panamense. Ai titolari dei conti cifrati viene però prospettata una soluzione che permetterebbe di eludere le imposte sugli interessi. Il conto viene trasferito a una società costituita all’uopo, domiciliata per esempio a Panama e intestata a un uomo di paglia. Così il problema sarebbe risolto. Contrariamente però a quanto raccontano molti funzionari di banche svizzere ai loro clienti, si tratta di un marchingegno pericoloso, che richiede una buona dose di coraggio o di incompetenza. Il rischio è infatti che il problema delle ritenute fiscali si risolva da solo… nel senso che lo spregiudicato prestanome centroamericano sparisce con tutti soldi, ufficialmente suoi. Morale: meglio pagare un po’ di tasse.

Beppe Scienza
www.beppescienza.it
 

alan1

Forumer storico
giuseppe.d'orta ha scritto:
Anche se le imposte sui titoli in Italia andassero al 20%, qui il rendimento netto resterebbe ancora superiore.

La Svizzera sta tornando di moda? Un aumento delle tasse su obbligazioni e titoli di stato può provocare una fuga di capitali dall’Italia? Sicuramente no: chi trasferisce capitali all’estero lo fa per tutt’altri motivi.

Infatti per cominciare la ritenuta sugli interessi su un conto cifrato di un italiano a Chiasso, Lugano, Losanna ecc. è più alta che in patria. Dal luglio 2005 è del 15%, salirà al 20% a metà 2008 e arriverà al 35% a metà 2011. Ciò vale anche per Montecarlo, oltre ai maggiori rischi di essere scoperti. Ma c’è altro: varcato il confine i costi d’investimento lievitano in misura tale da fagocitare ogni possibile vantaggio fiscale. Un italiano ci rimetterebbe anche se venisse raddoppiata l’attuale aliquota (12,5%) sui titoli di stato o a medio-lungo termine.

Beppe Scienza
www.beppescienza.it


Non è vero,
la tassazione Ecofin si applica solo sulle cedole,

se si fa un investimento su fondi azionari non si paga nulla,
sulle obbligazioni si paga solo sul flusso cedolare,
I Fondi non armonizzati, gli UCI, gli Hedge Fund, non pagano nulla,
le polizze non pagano nulla.
Un cliente che abbia un minimo di capitale può farsi fare una polizza personalizzata e metterci dentro tutto quello che vuole (anche una piattaforma per tradare coi futures),
e non paga nulla.


Ci sono mille modi per non pagare,
non illudiamoci che le tasse le paghi chi ha i soldi,
le pagheranno solo i piccoli risparmiatori.
 

alias333

Forumer attivo
Ma, secondo voi...

Un fisco corretto, figlio di uno stato amico ed al servizio del cittadino

dovrebbe tassare cedole ed interessi al lordo od al netto dell'inflazione ?

E' possibile che se ho 10 euro, col quale posso acquistare 10 kg di pane, e li metto in banca e dopo un anno mi ritrovo con 10,5 euro coi quali potrei acquistare 9,5 kg di pane, DEBBA PURE PAGARE DEGLI INTERESSI ?
E' forse questa una tassazione equa figlia del buonismo prodiano e della quale nemmeno i politici rampanti se ne sono mai accorti ?

Non sarà, per caso, che più tasse si impongono e gestiscono e più aumenta la "felicità" (degli amministratori naturalmente) ?
 

la verità

Forumer storico
x giuseppe.d'orta............

ammettiamo che tra qualche anno in Italia si verificasse uno scatafascio stile Argentina......
ammettiamo anche ...........
che il sottoscritto..........
come sempre..........
senza saper ne leggere e ne scrivere.......
abbia già per tempo ritirato in contanti a piccole dosi tutto il suo gruzzoletto (in euro) ora depositato in banca....... e lo abbia "depositato" in un forziere posto sotto due metri di terra nel proprio giardino di casa...............
ebbene...........
dici che si sarebbe "salvato".............????
o anche l'euro diverebbe carta straccia........ ???????


grazie. :)
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
alan1 ha scritto:
Un cliente che abbia un minimo di capitale può farsi fare una polizza personalizzata e metterci dentro tutto quello che vuole (anche una piattaforma per tradare coi futures), e non paga nulla.

Credo che quel "minimo" non sia proprio alla portata di tutti.

Su fondi e gestioni, il prof. evidentemente vuole dire che paghi costi sotto forma di cattiva gestione del prodotto.
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
alias333 ha scritto:
Un fisco corretto, figlio di uno stato amico ed al servizio del cittadino

dovrebbe tassare cedole ed interessi al lordo od al netto dell'inflazione ?


Il "fiscal drag" su cui si fecero all'epoca enormi discussioni.
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
la verità ha scritto:
ammettiamo che tra qualche anno in Italia si verificasse uno scatafascio stile Argentina

Uno scatafoscio del genere prevede l'uscita dall'euro, quindi l'euro rimarrebbe (se lo è negli altri paesi) valuta forte. Però l'uscita di un paese potrebbe condizionare anche la valuta...qui il punto sarebbe da vedere in concreto.
 

la verità

Forumer storico
giuseppe.d'orta ha scritto:
Uno scatafoscio del genere prevede l'uscita dall'euro, quindi l'euro rimarrebbe (se lo è negli altri paesi) valuta forte. Però l'uscita di un paese potrebbe condizionare anche la valuta...qui il punto sarebbe da vedere in concreto.


quindi il mio gruzzoletto in euro sotterrato in giardino sarebbe salvo.........in qualsiasi caso ????

ciao.
 

Users who are viewing this thread

Alto