Quanto costa fare investimenti in Svizzera (2 lettori)

chicco67

Nuovo forumer
La massa dei risparmiatori italiani, che certamente non ha da parte milioni di euro, non e' mai stata neppure sfiorata dall'idea di portare i suoi risparmi fuori dall'Italia.

Non me lo vedo proprio, il pensionato che disinveste i suoi BOT e va a Lugano ad aprire un conto. Men che meno me lo vedo a cercare un prestanome a Panama. A montecarlo al massimo si puo' giocare i suoi euro alle slot machine.
E ancora meno mi vedo i tanti c****oni (per usare un'espressione rozza ma efficace, tanto di moda in questi giorni) che "investono" in polizze a smobilizzare le loro polizze e portare all'estero gli spiccioli che rimangono fuori dalle grinfie dell'assicurazione.

Gli italiani sono vaccinati sia dalle promesse elettorali di chi dice che abolira' questa o quella tassa, sia dall'annuncio di qualche nuovo balzello, giustificato o meno. L'investitore medio protesta sottovoce, ma alla fine si subisce passivamente.

Credo che la questione della tassazione abbia assunto una connotazione essenzialmente politica dove la gente si schiera a favore o contro in base al proprio credo politico. Fa bene Beppe Scienza a riportarla su un piano tecnico.

Ciao a tutti.
 

Gabri

circonvenzione d'incapace
UP!

Quale potrebbe essere l'importo minimo,che detratte le spese di gestione ,giustificherebbe l'apertura di un conto estero? :-?

Buona Pasqua a tutti! :)
 

Ghibli

Forumer attivo
Non c'è importo minimo ed è corretto ciò che dice Alan sulla tassazione.

Due cose non conviene sicuramente fare dalla Svizzera:il trading,sia on-line che non, a causa delle commissioni,e detenere titoli della Borsa Italiana,poichè lo Stato italiano è autorizzato a conoscere l'identità dei detentori di questi pacchetti (ovviamente se italiani),perciò le banche si stanno attrezzando in altra maniera. :eek:

Un saluto a tutti ed approfitto di questo 3D per fare gli Auguri di Buona Pasqua. :)
 

alan1

Forumer storico
giuseppe.d'orta ha scritto:
Credo che quel "minimo" non sia proprio alla portata di tutti.

Su fondi e gestioni, il prof. evidentemente vuole dire che paghi costi sotto forma di cattiva gestione del prodotto.


Esistono scatole (polizze) già preconfezionate, accessibili già con poche migliaia di Euro,
dove si può mettere dentro di tutto,
ma hanno costi di gestione intorno al 2%.
Essendo polizze sono esenti da eurotassa, pertanto di tasse si paga 0.

Chi ha 250.000€ può già farsi confezionare una scatola personale, ma siamo comunque sull' 1-1.5% di costi di gestione.

Sopra i 2 M€ siamo sui 0.5% più un fisso di ca. 5000€.


Così avete un'idea dei costi ed anche un'idea di come chi abbia 2 lire e 4 informazioni riesca a non pagare nulla,
a pagare sono i soliti poveracci che "non sanno o non possono", non dubitate.
 

generali1984

Forumer storico
giuseppe.d'orta ha scritto:
Non vi fu invece nessuna fuga di capitali nel 1986 con la tassazione dei titoli pubblici, né nel 1998 con l’imposta sui capital gain. Ciò conferma che non è la fiscalità sugli investimenti che ha spinto o spingerà capitali oltre confine.


La soluzione panamense. Ai titolari dei conti cifrati viene però prospettata una soluzione che permetterebbe di eludere le imposte sugli interessi. Il conto viene trasferito a una società costituita all’uopo, domiciliata per esempio a Panama e intestata a un uomo di paglia. Così il problema sarebbe risolto. Contrariamente però a quanto raccontano molti funzionari di banche svizzere ai loro clienti, si tratta di un marchingegno pericoloso, che richiede una buona dose di coraggio o di incompetenza. Il rischio è infatti che il problema delle ritenute fiscali si risolva da solo… nel senso che lo spregiudicato prestanome centroamericano sparisce con tutti soldi, ufficialmente suoi. Morale: meglio pagare un po’ di tasse

Beppe Scienza
www.beppescienza.it


Mi permetto umilmente di sottolineare alcuni passaggi che mi sembrano marcatamente errati :
il più grande espatrio di capitali che l'Italica patria rammenti ebbe inizio proprio nel 1986
e culminò nella svalutazione del 92 , certo dapprima si mossero i "pochi" e poi arivò la valanga

Sono d'accodo che nessuno esporta capitali per evitare tasse ,
ma solo per occultare ciò che non può essere dimostrato , o illegale .
d'accordo anche che il livello di imposte e balzelli per conti oltrefrontiera è notevole ,
ma lo è proprio perchè si tratta di un particolare tipo di capitali , quelli che non protestano .

Ci sono sistemi molto più complessi e sicuri dei prestanome fisici che possono sparire con i soldi , da molti anni ormai si usano prestanome che non esistono , se non per una
particolare anagrafe e per la banca , la questione è un pò complessa ma qui si parla di
capitali decisamente illeciti

comunque meglio tenerli in casa e contribuire con le tasse al tenore di vita nostro e
purtroppo altrui
 

gipa69

collegio dei patafisici
generali1984 ha scritto:
giuseppe.d'orta ha scritto:
Non vi fu invece nessuna fuga di capitali nel 1986 con la tassazione dei titoli pubblici, né nel 1998 con l’imposta sui capital gain. Ciò conferma che non è la fiscalità sugli investimenti che ha spinto o spingerà capitali oltre confine.


La soluzione panamense. Ai titolari dei conti cifrati viene però prospettata una soluzione che permetterebbe di eludere le imposte sugli interessi. Il conto viene trasferito a una società costituita all’uopo, domiciliata per esempio a Panama e intestata a un uomo di paglia. Così il problema sarebbe risolto. Contrariamente però a quanto raccontano molti funzionari di banche svizzere ai loro clienti, si tratta di un marchingegno pericoloso, che richiede una buona dose di coraggio o di incompetenza. Il rischio è infatti che il problema delle ritenute fiscali si risolva da solo… nel senso che lo spregiudicato prestanome centroamericano sparisce con tutti soldi, ufficialmente suoi. Morale: meglio pagare un po’ di tasse

Beppe Scienza
www.beppescienza.it


Mi permetto umilmente di sottolineare alcuni passaggi che mi sembrano marcatamente errati :
il più grande espatrio di capitali che l'Italica patria rammenti ebbe inizio proprio nel 1986
e culminò nella svalutazione del 92 , certo dapprima si mossero i "pochi" e poi arivò la valanga

Sono d'accodo che nessuno esporta capitali per evitare tasse ,
ma solo per occultare ciò che non può essere dimostrato , o illegale .
d'accordo anche che il livello di imposte e balzelli per conti oltrefrontiera è notevole ,
ma lo è proprio perchè si tratta di un particolare tipo di capitali , quelli che non protestano .

Ci sono sistemi molto più complessi e sicuri dei prestanome fisici che possono sparire con i soldi , da molti anni ormai si usano prestanome che non esistono , se non per una
particolare anagrafe e per la banca , la questione è un pò complessa ma qui si parla di
capitali decisamente illeciti

comunque meglio tenerli in casa e contribuire con le tasse al tenore di vita nostro e
purtroppo altrui


Stimo Beppe Scienza ma penso che in questo articolo sia stato un pò approssimativo seppure la sostanza non cambi.
Anche intestazioni a società uninominali con sede in posti particolari vanno benissimo....
Purtroppo la legge resta sempre carente....
 

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