W=Woodcock G=Gregoraci
W: lei conosce il signor Salvatore Sottile? Salvo Sottile?
G: Salvo Sottile? Sì, lo conosco.
W: ci può dire, diciamo, come l'ha conosciuto e che rapporti ci sono o ci sono stati.
G: no, nessun tipo di rapporto. Me lo ha presentato un mio amico, che si chiama Cristiano Malgioglio (...) siamo stati a pranzo una volta in un ristorante tutti e tre, abbiamo chiacchierato così e basta.
W: poi non vi siete più visti, insomma?
G: ci siamo sentiti telefonicamente qualche volta (...)
W: e quindi lei non ha mai chiesto, oppure il signor Sottile non le ha mai offerto... lei sa che lavoro fa, di che si occupa Salvo Sottile?
G: se non sbaglio, non sono sicura, lavora... si occupa dell'ufficio stampa del... o una cosa del genere, non so bene, di... del signor Gianfranco Fini. Può essere?
(...)
W: lei si è mai incontrata con Salvatore Sottile da sola?
G: senza Cristiano?
W: senza Cristiano.
G: sono stata a trovarlo... in ufficio da lui.
W: e come ci è andata in ufficio?
G: con la macchina.
W: con la macchina sua, sua di Elisabetta Gregoraci?
G: no, io non ho la macchina, con il taxi (...)
W: si ricorda nitidamente che ha preso un taxi?
G: sì, non avendo la macchina, mi muovo con i taxi o con l'autista.
Più avanti il pm Woodcock farò ascoltare alla Gregoraci le telefonate in cui Sottile ordina all'autista di andarla a prendere a casa.
(...)
W: dica la verità, signorina Gregoraci, insomma... dica la verità. Non c'è niente di male, ognuno è padrone della propria esistenza. (...) Ci è andata a letto con Sottile o no?
G: ci siamo scambiati dei bacini... una persona molto carina.
W: dei bacini? Che bacini, insomma...
G: eh... è stato molto... molto sensibile nei miei confronti.
(...)
W: le telefonate che lui faceva non sono proprio l'espressione...
G: no, no.
W: ... di un gentleman.
G: e infatti no, per niente, anche un po'... tra virgolette, mi ha dato anche fastidio (...) è tutto imbarazzante, cioè mi sembra...
W: è molto imbarazzante.
G: perché è la prima volta che mi capita una cosa del genere nella mia vita. Sono anche un po', mi sento anche un po' anche... sinceramente a stare qui... non impaurita, però un po' strana, non è sicuramente un ambiente piacevole, insomma.
W: L'abbiamo intimorita in qualche modo?
G: No, assolutamente.
W: Mi sembra che, voglio dire che...
G: Assolutamente no.
W: Siamo abbastanza garbati.
G: Sì.
(...)
W: senta, lei l'amore con Sottile l'ha fatto quel pomeriggio alla Farnesina?
G: eh...
W: eh? Dica, risponda, signorina... Ha fatto l'amore alla Farnesina? E dica sì o no, signorina Gregoraci.
G: no, no.
W: e quando l'ha fatto?
G: ma no, non l'ho fatto.
W: e che cosa è successo alla Farnesina? (...)
G: ma nulla... io... l'ho salutato nel suo ufficio, abbiamo parlato...
W: e questi bacini quando ve li siete dati?
G: quando sono arrivata e quando sono andata via.
W: ah, quindi è stato un bacino di saluto?
G: sì.
W: non c'è stato mai... quindi, voglio dire, lei è sicura... io, guardi, io non è che glielo posso chiedere tutto il pomeriggio (...) io più che ricordarle, diciamo, che lei deve dire la verità, più che... io credo che...
G: va bè, ok, è capitato, io l'ho fatto, sì.
W: ha fatto l'amore?
G: perché mi andava di farlo. (...)
W: ma nella Farnesina? Nel suo ufficio alla Farnesina? Eh?
G: sì.
(...)
A un certo punto la Gregoraci vuole fare dei chiarimenti.
G: cioè... io ho appena detto: "Ho fatto l'amore". Non è stato neanche proprio così, cioè ci siamo scambiati delle tenere effusioni. Adesso non mi va di dire, non so, i particolari, le carezze, i bacini, le cose...
W: no, no. Va bene. (...)
G: cioè non è neanche far l'amore, è farsi delle coccole. Ha capito? Adesso mi vergogno a spiegarle anche i particolari...
W: no, per carità, io...
a'gregorà, gli avrai fatto qualcosa che finisce con ino?
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