Il problema è che chi come me è finanziarimente ignorante, può facilmente cadere nel qualunquismo/complottismo -ismo; ma se ci fosse più trasparenza questo non accadrebbe.
L'ultima alchimia che mi sembra sia stata fatta riguarda la "riserva obbligatoria" (che io a mala pena posso comprendere cosa realmente sia) che mi sembra di aver letto che in america è 10% e in europa era 2% e a novembre è stata abbassata all'1%...
Sicuramente serve per agevolare i prestiti, ma mi chiedo se non si stia rendendo il sistema sempre più instabile.
Lo so, lo so, qui non si pettinano le bambole e io vi leggo proprio per imparare qualcosa (grazie), ma chiedo a voi che vivete di mercato, ma non sarà che pur necessitando l'Italia di innovazione, questa non significhi per forza "finanaza e mercato a tutti i livelli"?
Perchè "il popolino" (io) è facile che si lasci andare al sospetto di megaconflitti di interessi:
Gli USE:
Vedi l'allegato 147823
E negli USA è pure peggio con non solo la finanza ai vertici di comando PUBBLICO, ma tutti i megacorporate.
Basta, finito, scusate lo sfogo.
Ciao.
premetto che è solo la mia opinione, perciò straconfutabile:
in Europa è un problema di priorità, le iniziative di Draghi sono rischiose, la BCE sta accettando collaterali di qualità sempre più bassa a garanzia delle erogazioni di denaro alle banche, ma l' alternativa sarebbe un credit crunch, dunque la scelta è tra la certezza di un tracollo anche della c.d. economia reale e un rischio. In situazioni simili, meglio il rischio della certezza.
E' la strategia di Draghi, alla quale ora come ora non vedo alternative, perciò secondo me il governatore sta agendo con coraggio e intelligenza.
E' una persona che conosce bene il suo mestiere, l' Italia l' ha salvata lui, l' anno scorso, accorgendosi per primo del casino che ci stava piombando addosso e obbligando tutte le banche a ricapitalizzarsi subito senza se e senza ma.
In assenza di quell' intervento, il paese sarebbe imploso in autunno.
Per il resto, il discorso sarebbe lunghissimo e complicato: innegabile che esistano delle oligarchie e dei potentati, ma non rappresentano l' economia di mercato liberale, ne sono semmai una degenerazione. Per mancanza di regole, o per il loro eccessivo proliferare, che è lo stesso; per l' inadeguatezza di una classe dirigente il cui agire non viene controllato a sufficienza dalla società civile, troppo abituata a troppo benessere da troppo tempo, impigrita, accidiosa.
A monte della crisi economica ce n'è una molto più difficile da risolvere, ed è (secondo me) antropologica, di cui quella economica è corollario e conseguenza.
Sull' Italia, l' economia di mercato è una "prerogativa" di pochi "fortunati", una minoranza che fa i salti mortali all' interno di un sistema sostanzialmente corporativo e parassitario.
Non penso che lo sviluppo di un paese debba passare per forza da "finanza e mercato a tutti i livelli", ma per quanto riguarda l' Italia, qui il 70% della popolazione il mercato non sa nemmeno che cosa sia. E sono quelli che ancora se la passano meglio.
