Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 28 set - Il Fondo
monetario internazionale da parecchie settimane ha
intensificato il 'pressing' sull'Eurozona ripetendo che il
calendario degli obiettivi di bilancio e riforma se e' il
caso deve essere rivisto altrimenti il circolo vizioso
stretta "finanziaria-avvitamento recessivo-indebitamento
piu' alto" non si spezzera'. La dg Christine Lagarde ha
detto senza mezzi termini che quando e' necessario e
possibile va ridotto il ritmo dell'aggiustamento come il Fmi
ha sostenuto "nei casi di Portogallo e Spagna". Entrambi i
paesi hanno ottenuto un rinvio dei tempi per aggiustare i
conti, ma non e' stato sufficiente e non si puo' certo dire
che abbiano rallentato la corsa alla riforma. La Commissione
e' consapevole del problema, ma in Europa ci sono troppi
attori riluttanti, Germania in primo luogo. Mentre mezzo
mondo e' appeso al momento in cui il premier spagnolo Rajoy
fara' appello a Esm e Bce per ridurre i tassi agendo sul
mercato dei titoli pubblici, il ministro delle finanze
Schaueble indica addirittura che "la Spagna non ha bisogno
di aiuto". C'e' di mezzo la questione dell'"azzardo morale":
se si toglie la frusta del calendario i governi perdono lo
slancio ad agire. Non e' detto che questo 'balletto' sul
tempo si concluda bene. Un paio di settimane fa il
presidente Bce Mario Draghi aveva addirittura pronunciato la
fatidica parola 'ottimismo', per dire che se i governi
continuano a seguire il percorso tracciato allora si puo'
essere piu' fiduciosi. Poi non l'ha piu' ripetuta e non
senza motivo. Ormai e' chiaro che la tabella di marcia delle
decisioni si allunga. Probabilmente, solo al vertice Ue del
18-19 ottobre il premier greco Samaras porra' sul tavolo la
richiesta di due anni in piu' per raggiungere i target di
bilancio. Chiaro che una risposta dovra' essere pronta
prima, a meno di non voler rischiare una ennesima crisi di
credibilita' politica. Il caso spagnolo e' diverso perche'
ha due aspetti: la ricapitalizzazione delle banche con i
fondi prestati dall'Esm (fino a 100 miliardi di euro) e lo
scudo anti-spread. Entro qualche settimana l'intervento per
le banche partira', sull'aiuto Esm-Bce il governo continua a
esitare. Qui pesa il calendario americano: si dice che prima
delle elezioni all'inizio di novembre e' meglio non fare
nulla per non mettere in difficolta' Obama. Intanto, con la
nuova pesantissima manovra finanziaria da 40 miliardi il
governo Rajoy sta facendo il massimo che puo' fare nel pieno
di una recessione senza fine. Infine, di tempo ha parlato
anche il presidente Ue Herman Van Rompuy lanciando pero' un
allarme preciso: si sta rischiando di perdere il senso
dell'urgenza nella risposta alla crisi. Messaggio duplice
che chiama in causa sia la Spagna, perche' temporeggia
pericolosamente sulla decisione di chiedere aiuto alla Bce,
sia la Germania che una volta prese (tardivamente) le
decisioni giuste, poi ne frena l'attuazione. Se si perde il
senso dell'urgenza, il tempo non bastera' mai.
Aps-y-
(RADIOCOR) 28-09-12 13:37:59 (0256) 5 NNNN