Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 1

Stato
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GOVERNO: slitta ancora maxiemendamento, attese nuove misure
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ROMA (MF-DJ)--Slitta per le terza volta la presentazione del maxiemendamento alla Legge di stabilita' con le misure anticrisi. La nuova deadline e' stata fissata alle 16h00. Il sottosegretario all'Economia, Antonio Gentile, secondo quanto viene riferito, intervenendo in Commissione bilancio al Senato, ha precisato che il provvedimento "e' oggetto di esame congiunto tra governo e Presidenza della Repubblica". Non e' quindi escluso che, dopo l'avvertimento di ieri della Ue, il maxiemendamento possa contenere nuove misure oltre a quelle gia' previste nella lettera del 26 ottobre. gug/cat
 
Questo è quello che decide:

Biografia

La giovinezza e la militanza nel PCI

Nasce a Napoli da genitori di Gallo di Comiziano (Napoli). Studente dal 1938 al 1941 al Liceo Classico Umberto I di Napoli, dove frequenta quarta e quinta ginnasio e salta poi alla seconda Liceo (erano gli anni della guerra). Nel dicembre del 1941 si trasferisce con la sua famiglia a Padova e lì si diploma presso il liceo Tito Livio.[1] Nel 1942 Napolitano si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza all'Università Federico II di Napoli. Durante gli anni dell'Università, fa parte del GUF, il gruppo universitario fascista: collabora infatti con il settimanale IX maggio tenendo una rubrica di critica teatrale. In questo periodo si forma tuttavia il gruppo di amici storico di Napolitano che, seppur militando ufficialmente nel fascismo, guardava alle prospettive dell'antifascismo. Napolitano dirà più avanti: "Il GUF era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato".[2] Il giovane Napolitano, appassionato di letteratura e teatro (un interesse coltivato tra i banchi del liceo Umberto di Napoli, con amici come Francesco Rosi, Giuseppe Patroni Griffi, Antonio Ghirelli, Raffaele La Capria, Luigi Compagnone), debutta anche come attore in un paio di piccole parti nella compagnia del GUF al Teatro degli Illusi presso Palazzo Nobili.
Durante l'occupazione tedesca, con il gruppo formatosi all'interno del GUF prende parte alle azioni della Resistenza in Campania.[3] In particolare, tra queste, l'azione con cui si impadroniscono della redazione del IX maggio, pubblicando brani di Karl Marx mascherati come pezzi firmati di volta in volta dai diversi componenti del gruppo. Nel 1944 entra in contatto con il gruppo di comunisti napoletani come Mario Palermo e italo- tunisini come Maurizio Valenzi, che prepararono l'arrivo a Napoli di Palmiro Togliatti. Nel 1945 Napolitano aderisce al Partito Comunista Italiano, di cui è segretario federale a Napoli e Caserta.
Due anni dopo, nel 1947, si laurea in Giurisprudenza con una tesi di economia politica dal titolo: "Il mancato sviluppo industriale del Mezzogiorno dopo l'unità e la legge speciale per Napoli del 1904".
Eletto deputato nel 1953 (e successivamente sempre rieletto, tranne che nella IV legislatura, nella circoscrizione di Napoli, fino al 1996), diviene responsabile della commissione meridionale del Comitato Centrale del PCI, di cui era diventato membro a partire dall'VIII congresso (1956), grazie all'appoggio che Palmiro Togliatti dette in quel periodo a lui e ad altri giovani dirigenti nell'ottica della creazione di una nuova e più eterogenea dirigenza centrale.
In quell'anno, tra l'ottobre e il novembre, si consuma da parte dell'URSS la repressione dei moti ungheresi, che la dirigenza del PCI condannerà come controrivoluzionari (L'Unità arriva persino a definire gli operai insorti "teppisti" e "spregevoli provocatori"). Nel momento stesso degli eventi, egli stesso elogiò l'intervento sovietico dichiarando: «L'intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo»[4].
In effetti - rispetto a coloro che, in quel periodo, affermavano che quella d'Ungheria era da considerare una legittima rivoluzione e che nel comunismo si dovevano sviluppare le prospettive di una apertura democratica[5] - il travaglio di Napolitano rimase, come ammise poi nella sua autobiografia politica "Dal PCI al socialismo europeo", a livello di "grave tormento autocritico" riguardo a quella posizione. Successivamente illustrò il proprio percorso politico - che seguiva la linea di Giorgio Amendola, il quale contribuì alla prima evoluzione del partito[6], di cui Napolitano si considererà sempre un allievo - dichiarando che "la mia storia" non è "rimasta eguale al punto di partenza", ma" è "passata attraverso decisive evoluzioni della realtà internazionale e nazionale e attraverso personali, profonde, dichiarate revisioni"[7].
 
mala tempora currunt

purtroppo una banda di politici così handicappati tutti insieme( OBAMA incluso)non si vedeva dai tempi di Nerone

:sad::sad:

Non è un caso. Quando la gente pensa di avere comunque la pancia piena, quando non ha mai vissuto momenti di autentica paura, è portata a credere che la selezione dei propri rappresentanti sia un dettaglio di second' ordine, più legato a questioni di immagine e di marketing che alla sostanza dei programmi.
Il risultato sono i leaders :help: che ci ritroviamo in circolazione.
Noi, come sempre facciamo nelle cose peggiori, abbiamo precorso i tempi di una decina d' anni :rolleyes:
 
Non è un caso. Quando la gente pensa di avere comunque la pancia piena, quando non ha mai vissuto momenti di autentica paura, è portata a credere che la selezione dei propri rappresentanti sia un dettaglio di second' ordine, più legato a questioni di immagine e di marketing che alla sostanza dei programmi.
Il risultato sono i leaders :help: che ci ritroviamo in circolazione.
Noi, come sempre facciamo nelle cose peggiori, abbiamo precorso i tempi di una decina d' anni :rolleyes:

noi siamo gli antesignani :D:D

verissimo tutto :up:
 
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