Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
arsenio, tu che percentuale dai a una ipotesi di default parziale (20-30%) del debito italiano o uscita dall'euro della grecia e altre economie come l'italia e relativa svalutazione delle nuove monete locali?
 
Si, andamento troppo erratico e tutto amplificato anche dal fine periodo, scedenze ecc...


ehi DDUKE hai sentito la conferenza stampa di Sarkozy e di Cameron, bèh tra i due mi è "piaciuto" molto di più il francese, ha parlato chiaro, facendo nomi e cognomi e mettendo all'angolo l'inglese...invece Cameron mi è sembrato un caporal maggiore...tutto chiacchiere e distintivo...cosa ne pensi della mossa inglese?

buon wknd
 
Ultima modifica:
Pronti a ballar la rumba?
I venti giorni
per salvare l’euro si sono appena
conclusi ma Mario Monti,
venerdì a Bruxelles, ha riconosciuto
che il verdetto resta
aperto. «Non so se la moneta
sia al sicuro—ha riconosciuto
il premier —. Non so neppure
se esista qualcuno che lo
sappia». Il rischio, per molti,
è che a questi venti giorni ne
seguiranno altri venti in cui
l’euro potrebbe tradire la propria
fragilità.
Il calendario fino a fine anno
non lascia in effetti molto
spazio per tirare il fiato. Vero,
quasi tutti i leader europei
hanno liquidato come fuori
luogo l’ultimomonito di Standard
& Poor’s; ma nessuno
può permettersi di ignorarlo:
solo lunedì scorso l’agenzia
di rating aveva avvertito che
avrebbe deciso se declassare i
governi dell’area euro in base
agli annunci di questi giorni.
«Pensiamo di concludere
l’analisi appena possibile dopo
il vertice di Bruxelles», aveva
detto S&P’s. Ora ci siamo.
Di un ruolo più attivo della
Banca centrale europea nella
crisi, indicato da S&P’s come
un sostegno al rating, non c’è
traccia. I declassamenti della
Germania, dell’Italia e quello
(doppio) della Francia potrebbero
arrivare entro il prossimo
week end. È questo lo scenario
che ieri ha spinto il​
Financial
Times
ha parlare del
rischio che «prima di Natale il
debito di un Paese periferico
finisca sotto attacco». Come
per inciso il quotidiano di
Londra nota anche che i rendimenti
dei Btp decennali, al
6,32%, «sono ai livelli più alti
della storia della zona euro fino
a un mese fa».
Nel 2011 il saldo di bilancio
italiano al netto degli interessi,
la base di ogni risanamento,
sarà in attivo di circa l’1%
del Pil; quello britannico resta
in rosso del 6,3%. Il debito
estero in Italia è di 32.800 euro
per abitante; in Gran Bretagna
viaggia quattro volte più
alto a 117.500, il che espone
tutti i limiti della scelta della
Bank of England di continuare
a creare moneta, svalutandola,
per finanziare i deficit:
una caduta della sterlina può
mettere in fuga gli investitori
esteri e aprire di colpo una crisi
di bilancia dei pagamenti.
Ma, per ora almeno, a queste
sfumature il mercato resterà
probabilmente daltonico.
Come S&P’s, molti sui mercati
dubitano della coerenza nel
sistema di governo dell’euro
e della capacità dell’Italia di
tornare a crescere. E tutti hanno
fatto i conti: nei prossimi
cento giorni si aprirà una corsa
ai rifinanziamenti — solo
per l’Italia vale
165 miliardi—
ma nessuna
rete di
sicurezza operativa
è emersa
dai quattro
vertici europei
degli ultimi
cinque
mesi. Dovessero
arrivare,
i declassam
e n t i d i
S&P’s su Francia
e Germania renderebbero
ancora più precario l’Efsf, il
solo fondo salvataggi che per
ora esiste.
Di qui la delicatezza dei
prossimi passaggi. Dopo aver
omesso (per una volta) le stime
preliminari, il 21 dicembre
l’Istat comunicherà i dati
di crescita — o contrazione
— dell’economia italiana fra
luglio e settembre. Lo stesso
giorno la Bce terrà un’asta di
liquidità illimitata a tre anni,
accettando in garanzia titoli
di qualità peggiore del solito
in modo da aprirsi a un maggior
numero di banche. La
Banca d’Italia e gli altri istituti
nazionali potranno poi allargare
ancor più il catalogo delle
garanzie per far accedere
anche molte banche piccole e
medie. In poche ore, il 21 dicembre,
il sistema creditizio
europeo potrebbe aspirare
dalla Bce oltre mille miliardi:
è esattamente la funzione di
prestatore di ultima istanza
che l’Eurotower rifiuta di svolgere
per i governi. Ma venerdì
a Bruxelles Nicolas Sarkozy
ha fatto sapere che questa
può essere una svolta anche
per i debiti sovrani: il leader
francese chiede che le banche
private, come in Giappone, siano
spinte dalle autorità a
comprare titoli di Stato.
In Italia la vigilanza spetta
al governatore Ignazio Visco,
che giovedì ha auspicato più
sostegno all’economia: «Saremo
attenti a dove andrà la liquidità
delle banche». Oggi
che gli Stati le aiutano a restare
aperte, chiedere un piccolo
favore in cambio può rivelarsi
una tentazione irresistibile.

Federico Fubini
 
Visto che il Link non lo fa leggere, vi posto sotto le immagini.

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accordo a durban sul clima. anche se dal 2020.

questa settimana ministro clini emana decreti per rinnovabili.
 
ehi DDUKE hai sentito la conferenza stampa di Sarkozy e di Cameron, bèh tra i due mi è "piaciuto" molto di più il francese, ha parlato chiaro, facendo nomi e cognomi e mettendo all'angolo l'inglese...invece Cameron mi è sembrato un caporal maggiore...tutto chiacchiere e distintivo...cosa ne pensi della mossa inglese?

buon wknd


Ciao, guarda, stupirò i faziosi per la seconda volta ma io non lo sono e fatico a vivere in un paese di faziosi/tifosi come il nostro.

Io sono un pragmatico, un romano di Roma antica, prendo quello che mi serve e non discrimino le origini, guardo solo al risultato e con che mezzi vien fatto.

Detto questo non posso far altro che, da uomo libero, ritrovarmi nella decisione inglese poichè la libertà viene prima di tutto.

Lasciamo stare l'intollerabile presenza krukka, se altri si fossero trovati al posto dei tedeschi il sentimento sarebbe stato lo stesso, magari con meno disprezzo ma sempre lo stesso.

Ci stanno distruggendo, al singolo tiranno abbiamo sostituito una marea di burocrati antidemocratici e nessuno sembra rendersene conto dal punto di vista logico, mentre nelle panza già sente qualche cosa che non va...un ricordo lontano.

Signori miei io sto con me stesso e se per farlo devo necessariamente trovare, in un paese di faziosi, una bandiere, una nazione ecc... allora sto con gli inglesi.

Nella vita reale si tratta sempre di scegliere non il migliore ma il meno peggio e oggi, scherzi del destino, mi dice che in quel dei cavoletti si sta tentando per l'ennesima volta quello che per millenni non son riusciti a fare, a parte Roma, i vari tiranni dai papi a Hitler.

Al regime o al despota si sostituisce quello che Lupo ha chiamato EuroRegime ovvero tutto l'opposto di ciò che volevano i padri fondatori dell'Europa post bellica.

Vogliono annullarci, eliminare le singolarità dei popoli e lo fanno i NON ELETTI.

Noi, qui in Italia, siamo caduti dalla padella nella brace e tutto si ripete.

Per chi ha poca familiarità con la storia troverà una simulitudine nella saga di Guerre Stellari; uno stato di guerra, nel nostro caso l'incapacità politica, ha portato, su richiesta del popolino mosso da paura, ad accettare la sospensione della Repubblica, democrazia, per affrontare i problemi in modo non convenzionale.

La stessa cosa nel mio film V per vendetta.

Ancora una volta la responsabilità non è di chi prende il potere ma di chi lo concede.

Questa volta io sono colpevole come altri visto che il Monti volevo da tempi non sospetti; come ho detto, mi hanno inchiappettato ben benino.

Hanno ragione gli inglesi come tutti quelli che non son disposti a piegarsi a chi che sia.

Questo è quello che penso io, questa non è la mia Europa e non è l'Europa dei cittadini europei, caso mai è quella che si è sempre combattuta dalla notte dei tempi.
 
Stato
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