Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

beh, temo di non essere tra quelli forti davvero, ma grazie lo stesso!
purtroppo/per fortuna in quel periodo sarò ad olbia per i campionati italiani master..

tu nuoti o triatleteggi?

ex nuotatore, ma erano i tempi della rari nantes patavium tanto tampo fa.. bardolino l'ho fatto 5 o 6 volte ma quest'anno Armanini vuole una mano, spero di avere tempo dopo per vedere almeno l'arrivo.
 
mi dai una mano a ricordare/spiegare a cosa si riferisce Bagnai quand oparla di quota 90? Grazie;)
QUOTA 90
Dopo la guerra vinta contro gli Imperi Centrali la lira si era svalutata del 20% rispetto al periodo anteguerra, arrivando alla quotazione di 130 £. con punte fino a 153 £. e ciò era pregiudizievole per l’Italia ed anche per il fascismo che la dirigeva.
Mussolini lanciò la parola d'ordine del raggiungimento della Quota Novanta, ovvero 90 lire per ogni sterlina. Consigliato dai suoi esperti, ordinò che la “zecca di stato” stampasse un notevole quantitativo di carta-moneta senza accantonare il corrispondente quantitativo in oro. Era certamente un atto truffaldino perché, dopo tale operazione, la moneta cartacea non era più garantita in toto dal metallo aurifero.
La lira italiana si svalutò ulteriormente e l’economia italiana perse credibilità agli occhi del mondo intero: ogni emissione di monete cartacee senza l’accantonamento del corrispondente valore in oro determinava altra svalutazione della lira ed altra inflazione. Il suo valore sul mercato estero diminuiva sempre più perché non era più una moneta affidabile.
Dopo tale operazione la moneta cartacea non rappresentava più l’oro di garanzia stabilito dalla legge e dagli accordi internazionali, per cui la moneta cartacea italiana in circolazione rappresentava un minor quantitativo di metallo pregiato ed il biglietto da lire 1.000, ad esempio, non poteva più essere commutato alla pari con l’oro, ma al 90% o forse anche meno.
Il cambio era divenuto oscillante con tendenza sempre più negativa: l’Italia era considerata, all’estero, una Nazione insolvente e faticava sempre più ad importare dall’estero non potendo pagare in oro. La quasi assenza di importazioni, specialmente di materie prime, ostacolava anche le esportazioni, dato che l’Italia possedeva industrie di trasformazione ma ben poche risorse minerarie. Il carbone, il ferro, la lana, il cotone, il petrolio ecc dovevano essere acquistate dall’estero ma poche nazioni ormai erano disposte a fare credito al nostro Paese.
Allora, per compensare le minori importazioni e per rendere la Nazione indipendente dall’estero venne proclamata la così detta “Autarchia”: obbligo di consumare solo prodotti italiani, fabbricazione di prodotti succedanei a quelli normalmente usati prima. Basti qui ricordare il “caffè” che venne sostituito dalla cicoria ed il “lanital” che, ricavato da latte bovino, sostituiva la vera lana ovina.
L’economia nazionale era alle corde e, come ciò non bastasse, ecco sopraggiungere il crollo della borsa di New York nel 1929.


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Ci leggiamo dopo, adesso devo scappare. Confermo tutto quello che vado dicendo da questa settimana, sempre più debole il mio momentum e quindi ogni spruzzata up è per me forte divergenza alla faccia di tutto e tutti sopratutto i gulu dell'ultima ora che parlano di toro secolare.

PS: ma questi dove cavolo stavano prima ? :ciao:
 
Ciao e buona giornata.
sullo spoore sempre dentro con stop profit monitorato strettamente.
Aperto short a 17325 di FIB. Questo se non rompe velocemente i 17250 lo chiudo senza rimorso.

detto e fatto, senza rimorso mollato il FIB.
Con più rimorso mollato anche lo spoore, ma è quello che i grafici mi dicevano di fare.
Con gli spiccioli restati dalle commissioni sul FIB vado a fare una ricca colazione al bar :D
 
QUOTA 90
Dopo la guerra vinta contro gli Imperi Centrali la lira si era svalutata del 20% rispetto al periodo anteguerra, arrivando alla quotazione di 130 £. con punte fino a 153 £. e ciò era pregiudizievole per l’Italia ed anche per il fascismo che la dirigeva.
Mussolini lanciò la parola d'ordine del raggiungimento della Quota Novanta, ovvero 90 lire per ogni sterlina. Consigliato dai suoi esperti, ordinò che la “zecca di stato” stampasse un notevole quantitativo di carta-moneta senza accantonare il corrispondente quantitativo in oro. Era certamente un atto truffaldino perché, dopo tale operazione, la moneta cartacea non era più garantita in toto dal metallo aurifero.
La lira italiana si svalutò ulteriormente e l’economia italiana perse credibilità agli occhi del mondo intero: ogni emissione di monete cartacee senza l’accantonamento del corrispondente valore in oro determinava altra svalutazione della lira ed altra inflazione. Il suo valore sul mercato estero diminuiva sempre più perché non era più una moneta affidabile.
Dopo tale operazione la moneta cartacea non rappresentava più l’oro di garanzia stabilito dalla legge e dagli accordi internazionali, per cui la moneta cartacea italiana in circolazione rappresentava un minor quantitativo di metallo pregiato ed il biglietto da lire 1.000, ad esempio, non poteva più essere commutato alla pari con l’oro, ma al 90% o forse anche meno.
Il cambio era divenuto oscillante con tendenza sempre più negativa: l’Italia era considerata, all’estero, una Nazione insolvente e faticava sempre più ad importare dall’estero non potendo pagare in oro. La quasi assenza di importazioni, specialmente di materie prime, ostacolava anche le esportazioni, dato che l’Italia possedeva industrie di trasformazione ma ben poche risorse minerarie. Il carbone, il ferro, la lana, il cotone, il petrolio ecc dovevano essere acquistate dall’estero ma poche nazioni ormai erano disposte a fare credito al nostro Paese.
Allora, per compensare le minori importazioni e per rendere la Nazione indipendente dall’estero venne proclamata la così detta “Autarchia”: obbligo di consumare solo prodotti italiani, fabbricazione di prodotti succedanei a quelli normalmente usati prima. Basti qui ricordare il “caffè” che venne sostituito dalla cicoria ed il “lanital” che, ricavato da latte bovino, sostituiva la vera lana ovina.
L’economia nazionale era alle corde e, come ciò non bastasse, ecco sopraggiungere il crollo della borsa di New York nel 1929.

Sembra che la storia non insegni niente. Per i "ciclisti", questo è pane per i loro denti.:)
 

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