tontolina
Forumer storico
La Germania è il lupo dell' Europa
Homo homini lupus . L’ uomo è un lupo per l’ uomo.
Da Plauto attraverso altri grandi pensatori questa massima è arrivata a noi.
I rapporti fra gli uomini difficilmente sono disinteressati, quasi sempre prevale l’ egoismo.
Troppo spesso chi ha potenziali interessi che non coincidono con i nostri è visto come un nemico da eliminare, non come un potenziale partner che potrebbe completare le nostre peculiarità.
Vale per gli uomini, vale per gli Stati.
L’ Europa Unita, nelle intenzioni dei suoi fondatori, doveva essere una associazione di Nazioni in cui la sommatoria sarebbe stata più grande, nobile e potente rispetto a quanto apportava ogni singolo Paese.
Un mercato unico, un peso politico maggiore, in uno scenario globale in cui le Nazioni hanno ormai importanza “regionale”.
Così non è stato, ha prevalso l’ interesse egoistico, l’ interesse del più forte.
La Germania non è una locomotiva, è un lupo che è riuscito in maniera molto efficiente a rafforzare la sua posizione di dominio.
Ha agito molto abilmente, ha negoziato ed ottenuto privilegi quando era in oggettive condizioni di relativa debolezza, dopo gli sforzi compiuti per tornare la Grande Germania riannettendo dal ex DDR.
Questi privilegi gli sono stati concessi, li ha ben utilizzati.
Merito della Germania ma anche demerito dei governi degli altri Paesi UE.
Se la Germania è un lupo è anche perché gli altri stati si sono fatti pecore.
Esaminiamo ora i rapporti di forza fra la Germania ed il resto dell' Eurozona, partendo dal 1997 e confrontandoli con il presente:
nel 1997 gli Stati che avevano aderito al Trattato di Maastricht del 1992 utilizzavano ancora le valute locali.
L' Euro sarebbe entrato in gioco nel 1999 (pagamenti non fisici) e nel 2002, con pieno utilizzo fisico.
Quindi nel 1997 c'erano "buone intenzioni": un gruppo di Paesi che aveva scelto di aderire ad una fase più avanzata del progetto Unione Europea.
Le economie nazionali e gli scambi internazionali non erano ancora condizionati dall' Euro.
Quale era il quadro della Bilancia Commerciale dei futuri Stati UE?
Eccolo: export - import (partite correnti) nel 1997
I Paesi destinati a diventare PIIGS (qui indicati in rosso) erano ancora in situazioni ben diverse:
L' Italia esportava bene e l'Irlanda, la Tigre Celtica, aveva una economia ed un export in ottima espansione.
L' export della Francia era ai livelli degli altri due esportatori netti europei.
I PIIGS non c'erano ancora; nessuno aveva neanche coniato PGSG, sigla che avrebbe contrassegnato gli ultimi della classe :
oltre agli storicamente dissestati Portogallo, Grecia e Spagna, era la GERMANIA ad avere grossi problemi.
Il Deutsche Mark creava problemi, la più grande economia industriale europea non riusciva ad esportare a sufficienza.
Non era un grosso problema: importare costava ai tedeschi comunque poco, erano relativamente poco indebitati nonostante gli sforzi sostenuti per la riunificazione con la ex DDR.
Ma per il Lupo Tedesco non era una situazione ottimale, fece quindi valere la Legge del più forte.
Le pecorelle virtuose (si, anche la Francia agì in modo scellerato) oppure piccole e povere si piegarono.
Il risultato? eccolo, due anni fa (oggi gli squilibri a favore della Germania sono ancora maggiori):
Ecco comparsi i PIIGS, categoria dalla quale la Germania si è allontanata abilmente, a spese soprattutto di Italia e Francia.
L'Irlanda, dopo pesanti vicissitudini, è da poco tornata ad avere prospettive di futuro, dopo politiche di "lacrime e sangue" ma anche di dimostrazione di enorme buona volontà e laboriosità da parte del meraviglioso ed indomito popolo gaelico.
Quindi la Germania, "locomotiva d'Europa", lo è passando sopra alla seconda e terza economia UE.
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Lo Spread BTP/BUND ed il debito pubblico
Un altro aspetto a favore del "LUPO":
i tassi di interesse che la Germania pagava per rifinanziare il debito pubblico sono scesi - fra il 1997 ed oggi, di circa 4,5 punti percentuali.
La Germania ha relativamente poco debito e lo rifinanzia piazzando i BUND (buoni del tesoro tedeschi) a rendimenti netti negativi.
Veniamo allo spread BTP/BUND, argomento assunto alle italiche cronache nel 2011:
il massimo fu del 5,74% (novembre 2011), 574 punti base.
Oggi è ad un soddisfacente 246 punti base.
Soddisfacente?
Nel 1997 era SEMPRE sotto i 100 punti base - anche solo 61 - fantascienza, visto oggi.
Ci prendono in giro? Domanda retorica.
Ma non possiamo tornare al 1997.
Oggi l' Italia, anche per colpa dei pesantissimi tassi di interesse che ha dovuto pagare per rifinanziarsi, batte record dopo record in merito al DEBITO PUBBLICO. Una voragine non più sanabile.
Oggi la Germania bacchetta i PIIGS: Deutsche Bank e Commerz Bank si permettono di dare perentori "consigli" alla Merkel, a Schauble, su come debbono ricapitalizzarsi le banche dei PIIGS - e non solo le banche.
E' sempre la BuBa, la BundesBank, che comanda.
Ma il Lupo sta davvero bene?
Di certo mostrerà all' esterno buona salute, almeno fino alle elezioni.
Come stanno le sue banche, in un sistema misto che vede partecipare direttamente i laender allo sviluppo dell' economia reale?
Ieri il Financial Times ha pubblicato un report in cui viene messo in risalto che, per rispettare i criteri di Basilea III, le banche europee dovranno tagliare 661 miliardi di assets e generare 47 miliardi di denaro fresco.
Royal Bank of Scotland, Deutsche Bank, Crèdit Agricole e Barclays sono le banche "too big to fail" in condizioni peggiori.
Monte Paschi, Bankia eccetera? Sono microbi, seppur tecnicamente fallite.
Inoltre il processo di contrazione e risanamento sta avvenendo in maniera fortemente asimmetrica:
la Grecia, il Portogallo, la Spagna e l'Italia sono o saranno presto forzati ad azioni drastiche.
Coerente con la loro drammatica situazione e con l'ignavia ed inattendibilità che hanno dimostrato.
Ma la Germania e la Francia se la stanno prendendo con calma: hanno voragini nelle loro Banche e dettano legge oltre i loro confini.
Da che pulpito!
Il prossimo passo?
Una querelle Franco - Tedesca: il revanscimo d' oltralpe contro il Lupo.
I francesi hanno la possibilità e la volontà di farlo. Lo faranno presto, anche la loro crisi richiede interventi improcastinabili.
Gli altri Paesi Pecora?
Continueranno a subire?
Dai titoli "preparatori" dei media italiani che riportano "ricatto della Troika alla Grecia" prefigurando quanto di molto simile accadrà in Italia c' è poco da ben sperare.
Chi si fa pecora, si comporta e vota da pecora da oltre sessant'anni, verrà mangiato dal lupo, sarà una vittima consenziente.
C'è la volontà da parte del popolo italiano di RINEGOZIARE la propria condizione di pecora?
Non si tratta più di essere solo tosati;
è in gioco la sopravvivenza dell' intero ovile.
Paolo Oliveri
Responsabile Gestioni Patrimoniali - Strategic Research
[email protected]