Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

L'aspetto interessante della correzione di questi giorni è che ha un po scoperto le carte agli operatori e quindi si sono delineati meglio i mercati che sono leader del movimento e le correlazioni che le governano. In realtà avevo gia preparato fine settimana scorsa un piano di movimenti intermarket plausible con le aspettative ma poi non lo avevo pubblicato in quanto necessitva di conferme che la correzione ha dato.

L'ultimo QE USA era stato costruito estremamente affinato per dare la liquidità necessaria a fare in modo che la crescita degli asset fosse in qualche modo matchata alla crescita dell'economia in modo tale da giutificare il QE all'opinione pubblica non solo come un regalo a wall street ed al quintile più ricco della popolazione ma a tutti i cittadini quantomeno USA. I flussi di capitale in ritorno verso gli USA facevano il resto.

I movimenti regolari sostenevano il trend senza eccessi e le correlazioni vivevano nella moderazione e nell'ombra rendendo illeggibili le forze che li muovevano.

Ma il QE giapponese ha sparigliato le carte; i trend si sono fatti più violenti ed in controllo degli stessi meno presenti. la debolezza dello yen già presente nei trend di fine 2012 inizio 2013 è diventato una cavalcata violentissima accompagnata da una forza dell'azionario giapponese impressionante sopratutto nei settori piu a leva e la liquidità liberata da queste forze direttamente dagli investitori giapponesi o indirettamente da chi ne sfruttava le politiche è andata a coprire gli asset obbligazionari in tutto il mondo comprimendo i rendimenti a livelli inimmaginabili (vedere le emissioni del Ruanda o del Paraguay). Senza rendimenti era inevitabile che i cacciatori di rendimento sarebbero andati a coprire i mercati azionari che erano già in recupero dovuti alla riduzione della percezione del rischio dei paesi periferici europei e quindi sono stati investiti da una nuova liquidità scollegata però dai comportamenti macro e micro dell'economia. I P/E hanno cominciato ad espandersi e mentre la forza dei dati macro scemava. Gli initial claims di oggi ne sono l'esempio più lampante; all'aumentare del numero messo dopo la scritta QE l'effetto sull'occupazione è stato via via sempre meno intenso ma l'effetto sugli indici invece è stato inversamente proporzionale.

Per cui rally condotto da liquidità spesso costruita da posizione a leva o da carry costruiti sulla valuta nipponica e/o anche sul dollaro.
Il dollaro però ha avuto sopratutto contro euro un andamento non lineare determinato dalle diverse forze che lo guidavano e che erano tendenzialmente tutte a favore dei mercati azionari sebbene con effetti diversi per i vari mercati.
Infatti quando la debolezza dello Yen era tale da mettere in moto la forza del dollaro allora in quel caso i carry sullo stesso venivano limitati o anche ridotti ma i rischi correttivi di questa posizione venivano compensati dalla liquidità che fuoriusciva dalle materie prime e dall'obbligazionario USA e che andava nell'acquisto di azioni sopratutto dei paesi avanzati difensivi o conglomerati tech.
Se invece la debolezza dello yen era accompagnata da una debolezza anche del dollaro allora i carry erano più forti e l'acquisto di azioni si faceva globale con preferenza per emergenti e sostegno alle materie prime sopratutto l'energy che perde molta offerta se i prezzi scendono troppo.

la correzione di ieri e oggi ha messo in mostra alcune di queste relazioni ed in particolare che il crollo della borsa giapponese è coinciso con un violento recupero dell'obbligazionario nipponico ed una vendita dell'obbligazionario periferico europeo, un recupero dei metalli prezioni e debolezza delle altre commodities.
Il recupero parziale dei mercati USA è coincis con debolezza del dollaro e dello yen a parziale conferma di quanto detto.

Cosa usare come controllo in questa situazione:
abbiamo visto che il mothers index presentato ieri ha fatto il suo sporco lavoro ed il motivo per cui lo ha fatto è stata la coincidente debolezza dello Yen con la crescita del rendimento obbligazionario Giapponese nonostante i massicci acquisti della BOJ. é evidente che in pieni acquisti della BOJ se la valuta nipponica si indebolisce in tandem con l'obbligazionario per un paese con l'indebitamento pubblico molto alto i rischi che il costo eroda tutto il guadagno derivante dalla svalutazione diventa alto; inoltre potrebbe mettere in moto un pericolo meccanismo di perdita di fiducia nella capacità di controllo dei prezzi da parte della Boj.

Quindi è li che bisogna mettere un occhio...
 

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Vi metto questo e poi vado a nanna.. è il topix (un indice che a nogain non piace per il nome.. :-o) sotto abbiamo la volatilità % daily, oltre al commento dell'analista con cui concordo solo in parte ( ma comunque osservazione da tenere in considerazione) perchè mi sono andato a vedere uno storico del topix e ho trovato varazioni percentuali giornaliere molto elevate anche subito dopo il top del 1989 e durante la correzione tra il 1992 ed il 1993 quello che volevo far notare che la volatilità dell'indice durante il bull si è complessivamente alzata e che le correzioni sono diventate mano a mano che l'indice cresceva sempre più profonde... facile comunque domani una reazione inferiore ma contraria al movmento precedente...
 

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Vi metto questo e poi vado a nanna.. è il topix (un indice che a nogain non piace per il nome.. :-o) sotto abbiamo la volatilità % daily, oltre al commento dell'analista con cui concordo solo in parte ( ma comunque osservazione da tenere in considerazione) perchè mi sono andato a vedere uno storico del topix e ho trovato varazioni percentuali giornaliere molto elevate anche subito dopo il top del 1989 e durante la correzione tra il 1992 ed il 1993 quello che volevo far notare che la volatilità dell'indice durante il bull si è complessivamente alzata e che le correzioni sono diventate mano a mano che l'indice cresceva sempre più profonde... facile comunque domani una reazione inferiore ma contraria al movmento precedente...

sempre interessante...;) denghiu' GIPONE:up:
 
Interventi sempre preziosi, grazie GIPA.
Concordo sulle perplessità sul commento dell'analista, 2 precedenti sono pochi per fare statistica.
Poi se si osserva oltre lo spike di volatilità anche il suo intorno sono casi non omogenei: ottobre 2008 fine bear market con lingua finale e vola alta anche nell'intorno, marzo 2011 (tsunami) vola bassa nell'intorno dello spike e violento calo dei prezzi che divide in due una lunghissima fase laterale. Benché i top e i bottom sappiamo che hanno caratteristiche non identiche, io tralascerei marzo 2011 e terrei ottobre 2008 come paradigma delle dinamiche prezzi/vola durante la formazione di un estremo che sia alto o basso, proprio come hai evidenziato tu.
Notte
 
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L'aspetto interessante della correzione di questi giorni è che ha un po scoperto le carte agli operatori e quindi si sono delineati meglio i mercati che sono leader del movimento e le correlazioni che le governano. In realtà avevo gia preparato fine settimana scorsa un piano di movimenti intermarket plausible con le aspettative ma poi non lo avevo pubblicato in quanto necessitva di conferme che la correzione ha dato.

L'ultimo QE USA era stato costruito estremamente affinato per dare la liquidità necessaria a fare in modo che la crescita degli asset fosse in qualche modo matchata alla crescita dell'economia in modo tale da giutificare il QE all'opinione pubblica non solo come un regalo a wall street ed al quintile più ricco della popolazione ma a tutti i cittadini quantomeno USA. I flussi di capitale in ritorno verso gli USA facevano il resto.

I movimenti regolari sostenevano il trend senza eccessi e le correlazioni vivevano nella moderazione e nell'ombra rendendo illeggibili le forze che li muovevano.

Ma il QE giapponese ha sparigliato le carte; i trend si sono fatti più violenti ed in controllo degli stessi meno presenti. la debolezza dello yen già presente nei trend di fine 2012 inizio 2013 è diventato una cavalcata violentissima accompagnata da una forza dell'azionario giapponese impressionante sopratutto nei settori piu a leva e la liquidità liberata da queste forze direttamente dagli investitori giapponesi o indirettamente da chi ne sfruttava le politiche è andata a coprire gli asset obbligazionari in tutto il mondo comprimendo i rendimenti a livelli inimmaginabili (vedere le emissioni del Ruanda o del Paraguay). Senza rendimenti era inevitabile che i cacciatori di rendimento sarebbero andati a coprire i mercati azionari che erano già in recupero dovuti alla riduzione della percezione del rischio dei paesi periferici europei e quindi sono stati investiti da una nuova liquidità scollegata però dai comportamenti macro e micro dell'economia. I P/E hanno cominciato ad espandersi e mentre la forza dei dati macro scemava. Gli initial claims di oggi ne sono l'esempio più lampante; all'aumentare del numero messo dopo la scritta QE l'effetto sull'occupazione è stato via via sempre meno intenso ma l'effetto sugli indici invece è stato inversamente proporzionale.

Per cui rally condotto da liquidità spesso costruita da posizione a leva o da carry costruiti sulla valuta nipponica e/o anche sul dollaro.
Il dollaro però ha avuto sopratutto contro euro un andamento non lineare determinato dalle diverse forze che lo guidavano e che erano tendenzialmente tutte a favore dei mercati azionari sebbene con effetti diversi per i vari mercati.
Infatti quando la debolezza dello Yen era tale da mettere in moto la forza del dollaro allora in quel caso i carry sullo stesso venivano limitati o anche ridotti ma i rischi correttivi di questa posizione venivano compensati dalla liquidità che fuoriusciva dalle materie prime e dall'obbligazionario USA e che andava nell'acquisto di azioni sopratutto dei paesi avanzati difensivi o conglomerati tech.
Se invece la debolezza dello yen era accompagnata da una debolezza anche del dollaro allora i carry erano più forti e l'acquisto di azioni si faceva globale con preferenza per emergenti e sostegno alle materie prime sopratutto l'energy che perde molta offerta se i prezzi scendono troppo.

la correzione di ieri e oggi ha messo in mostra alcune di queste relazioni ed in particolare che il crollo della borsa giapponese è coinciso con un violento recupero dell'obbligazionario nipponico ed una vendita dell'obbligazionario periferico europeo, un recupero dei metalli prezioni e debolezza delle altre commodities.
Il recupero parziale dei mercati USA è coincis con debolezza del dollaro e dello yen a parziale conferma di quanto detto.

Cosa usare come controllo in questa situazione:
abbiamo visto che il mothers index presentato ieri ha fatto il suo sporco lavoro ed il motivo per cui lo ha fatto è stata la coincidente debolezza dello Yen con la crescita del rendimento obbligazionario Giapponese nonostante i massicci acquisti della BOJ. é evidente che in pieni acquisti della BOJ se la valuta nipponica si indebolisce in tandem con l'obbligazionario per un paese con l'indebitamento pubblico molto alto i rischi che il costo eroda tutto il guadagno derivante dalla svalutazione diventa alto; inoltre potrebbe mettere in moto un pericolo meccanismo di perdita di fiducia nella capacità di controllo dei prezzi da parte della Boj.

Quindi è li che bisogna mettere un occhio...

Il buon Kuroda mi ha letto ed ha deciso di intervenire in maniera estremamente desiderabile... :-o:D

Japan bonds stability ?extremely desirable?:Kuroda - MarketWatch

La volatilità delle quotazioni degli indici nipponici è maturata tra le forti parole usate (che spesso vengono interpretate come dimostrazione di paura) e poi per la determinatezza delle stesse...
 
Bonan tagon,

se mi danno gli 810 circa oggi coprirò la posizione per il fine settimana.
 
The AAII Investor Sentiment

* Sentiment Survey Results Week ending 5/22/2013

arrowsa.gif
Bullish 49.0%
arrowsb.gif
Neutral 29.5%
arrowsc.gif
Bearish 21.6%

Change from last week:

Bullish: +10.5
Neutral: -2.7
Bearish: -7.8
 

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