Poiché a suo tempo sono stato tacciato di non conoscere il grande professor Bagnai che era l'unico che la cantava chiaro all'euro e a chi lo difendeva (forse perché si è sponsorizzato bene al contrario mio che sono stato ideologicamente contro l'euro nel 1989 quando ci fu il referendum e per tutti gli anni 90 ed inizio 2000 quando accumulai oro anche in considerazione dei rischi della moneta unica oltre che delle bolle che si stavano generando anche grazie all'euro) me lo sono letto per diverso tempo fino poi a venirmi a noia la sua presunta superiorità nei confronti dell'intero mondo accademico che non la pensa come lui.
Ora noto con piacere che il professor Bagnai non insiste più con il pensiero unico dell'unico nemico italiano ma è rimasto al nemico principale dell'italia.
Sebbene l'euro e la costruzione eurocratica sia una nemica dei lavoratori e di chi è relegato ad attività domestiche in Italia cosi come negli altri paesi europei compresa la nemica Germania che vive solo un periodo positivo ma che avrà anche lei i suoi problemi da risolvere e vada bene solo per le elite globaliste dell'area (cosa che persone con meno cv di bagnai avevano capito circa 30 anni fa sono a disposizioni per incontri a testimonianza..oppure la componente più ideologica del movimento no global)
non è certo che l'Italia ora , in questa precisa fase storica ha molte frecce al suo arco, nonostante sia movimenti sovranisti di sx o nazionalisti di dx.
A tal proposito la pessima abitudine di spiegare qualunque crisi con la componente valutaria è quasi diventata noiosa; la crisi possono avere caratteristiche diverse e i movimenti valutari sono spesso un sintomo ma non la malattia; l'Argentina nei primi anni post 2009 era diventata la coccola dei più aggressivi speculatori del globo e la sopravvalutazione della moneta sostenibile solo grazie a questi flussi di capitali speculativi.
Quando questi flussi hanno deciso di concentrarsi sui paesi emergenti messi peggio dal punto di vista del deficit delle partite correnti e con poche riserve valutarie e sono fuoriusciti dal paese la crisi è presto fatta e questo aldila del reale desiderio di valuta forte o debole della nazione.
Dal 2011 hanno cominciato ad uscire capitali dagli emergenti complessivamente e da quelli più tirati dal punto di vista del deficit... la valuta è solo l'effetto di questo squilibrio amplificato dai flussi speculativi
squilibrio che invece che essere usato positivamente quando i flussi erano favorevoli ha portato l'argentina ad avere il solito atteggiamento populista e demagogico con corruzione ed una gestione della finanza senza nessuna prospettiva per il futuro... vi ricorda qualcuno?
sinteticissimevolissimevolmente, mio parere:
viviamo una transizione epocale frutto dell' incrocio contemporaneo di diversi fattori critici, alcuni esogeni (apertura troppo veloce agli emergenti, deregolamentazione suicida del sistema bancario, moneta unica creata senza meccanismi compensativi qui in europa), altri endogeni (malagestio della finanza pubblica per almeno un trentennio che ha come conseguenza l' ipossia per via fiscale, a farla proprio stringata).
Sono d' accordo con te quando affermi che l' euro è UNA delle componenti e non LA sola e unica causa della situazione, e neppure la peggiore.
Su di noi pesano molto di più le questioni interne, a mio avviso.
Ora ci troviamo nella condizione di dovere fare "la scelta di Sophie", e da qualunque angolazione la si guardi, non sarà una passeggiata.
Restando nell' euro, soffocheremo gradualmente compensando per via fiscale il debito pubblico con le risorse private, recuperando competitività da livelli di miseria semplicemente inaccettabili; uscendo, rischiamo una deriva di tipo argentino a causa della classe dirigente che ci ritroviamo, senza eccezioni, opposizioni comprese.
Su Bagnai, direi che è uno dei tanti professori, "un bicchiere di talento in un mare di ambizione"...
E' difficile, per me, condensare questioni così complesse in poche righe, non riesco mai a spiegarmi come vorrei...