Société Générale torna a parlare e, come spesso negli ultimi mesi, con una visione che di 'generale' ha solo la negatività.
Staremmo infatti andando incontro ad una "tempesta perfetta", dove un'eventuale imperfezione, alla luce di un mercato fortemente instabile e non ancora uscito dalla criticità post 2008, non si sa in cosa sarebbe potuta consistere. Perfetta, dal latino per-factum, compiuto in tutte le sue parti, ultimato, che a detta dell'istituto francese si comporrebbe di due parti: da un lato la Cina, dall'altro l'Eurozona. La politica del 'deleveraging' attuata dalla potenza orientale sul finire del 2013, improntata su un'ottica di rafforzamento delle strutture interne e fomentazione del ciclo economico acquisti-vendite interno al Paese, potrebbe eccedere con le ristrettezze,
conducendo la Cina verso un periodo di compressione economica. Una situazione che, per una potenza abituata a crescere a livelli a due cifre, porterebbe non solo ad un rallentamento dello sviluppo economico ed industriale, ma
anche ad un aumento della sfiducia da parte di investitori esterni che, allontanandosi da un'ottica di 'nuova potenza del futuro', finirebbero per ripiegare su mercati più altamente performanti e solidi. La stessa SocGen prevede infatti una crescita sull'anno 2014 pari appena al 6,9%, inferiore anche alla media delle altre istituzioni finanziarie che vedono vacillare la Cina tra il 7,5 ed il 7%. Inoltre, il ridimensionamento dei crediti statali renminbi concessi all'industria e al campo delle infrastrutture potrebbe aggravare una situazione già precaria, oppressa da un debito in crescita e da un sistema bancario collaterale che, a volumi sempre più elevati, minaccia la stabilità finanziaria del Paese. Cina da un lato ed Europa dall'altro. In un recente passato, riferendosi a fattori negativi, spesso e sovente si parla di Europa e, nel caso specifico del Colosso finanziario francese, di Unione monetaria. Il potenziale di rischio connesso ad uno scivolamento verso la deflazione (con un livello d'inflazione attestatasi a gennaio allo 0,7%) rischia infatti di condurre l'Eurozona verso un abbassamento del Pil reale, il che costringerebbe la BCE a misure straordinarie in ambito finanziario (alla luce soprattutto di un'impossibilità nell'acquisto incondizionato di Titoli di Stato a favore di un aumento della liquidità e di una maggior competitività sull'euro a livello internazionale). In tale ottica, inoltre, l'impegno perseguito nell'ultimo anno dall'Istituto centrale europeo per la stabilizzazione dei prezzi ed il risanamento del bilancio fiscale, potrebbe esser fortemente compromesso, screditando la credibilità di una tenuta dell'Europa a livello mondiale. 'Tempesta perfetta', un'espressione non nuova al settore finanziario che, già dal 2012, con le previsioni catastrofiche di Roubini, era balzata agli onori della cronaca per l'annuncio di un imminente collasso dell'euro, che ha lasciato poi il posto al "faremo qualsiasi cosa sia necessario" del Presidente Mario Draghi. Se la smentita arriverà anche questa volta, si saprà solo più avanti nel tempo; per ora, mentre il mercato si preoccupa della tempesta scatenatasi sugli Emergenti e Roubini vede all'orizzonte una risoluzione perfetta delle criticità di mercato, la 'tempesta perfetta' rimane nelle previsioni (non metereologiche) di Société Générale
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