Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

Preso dalla sezione Trend e Mercati:


Avevamo sostenuto che le decisioni FED avrebbero segnato un momento importante per i mercati e così è stato anche se a nostro avviso l'effetto non si esaurirà certo in poche sedute e si diversificherà nel tempo.


In ogni caso un atteggiamento maggiormente dovish (ma non solo dovish) ha di fatto permesso alla liquidità parcheggiata di trovare uno sfogo così come mostra anche il calo dei soldi depositati nei fondi monetari.


Il mercato americano, nonostante letture dell'Economic Surprise Index agli stessi livelli dei minimi del 2011e anche più basso, continua a negare ogni pressione ribassista ed ha di nuovo reagito sui supporti che avevamo indicati come importanti per il trend di breve e questo è avvenuto grazie alla debolezza del dollaro ma anche insieme ad una inversione dei trend di correlazione tra mercato azionario e bond.


I maggiori mercati mondiali hanno avuto degli importanti break di resistenze dinamiche o statiche di lungo periodo negli ultimi mesi a conferma del trend in atto ed anche i mercati ritardatari come quello italiano hanno cominciato a marciare con una certa sicurezza recuperando nelle ultime settimane parte della debolezza.


In questo contesto è evidente che l'eccesso di euforia è il rischio maggiore per i mercati.
Assorbire continuamente tensioni geopolitiche, rischi di rallentamento se non addirittura di hard landing, volatilità valutaria senza recenti precedenti, settori e mercati in difficoltà non è da poco e segnala evidentemente la capacità di sopportazione degli asset di rischio immersi in una bolla di liquidità senza precedenti.


Ricordiamo che il nuovo esperimento globale prevede pochi paesi che stanno intraprendendo riduzioni monetarie, in particolare il paese che ancora oggi ha in mano la valuta di riserva e che quindi pesa moltissimo sul sistema economico mondiale, e dall'altra parte almeno i 2/3 del PIL mondiale alle prese con politiche espansive e quindi in fase di leva monetaria e anche del debito come visto in precedenti analisi.


Una situazione ideale per gli USA che possono ricaricare le cartucce monetarie ma per gli altri paesi situazione che necessita di una profonda riflessione.
In ogni caso questo equilibrio sembra far breccia nel cuore degli operatori soprattutto se la tendenza alla restrizione monetaria USA avviene gradatamente e mentre gli altri espandono la loro moneta in maniera spinta (vedi gli ultimi movimenti sia dei paesi europei ma anche di molti paesi asiatici).


Ma, come dicevamo il rischio che questo equilibrio metta troppa euforia ai mercati e permetta a molta della liquidità presente di andare a gonfiare una bolla globale (già presente in diversi mercati e settori ma con sacche di investimento ancora appetibili) è alto e quindi necessità di correttivi da “piccoli panici” per non esagerare e dare l'impressione ai trend di essere sostenibili nonostante le valutazioni e quindi non causare vendite automatiche da panico legate a movimenti parabolici.


Ora riteniamo che siamo vicini ad un momento del genere; abbiamo la necessità di una correzione che ottimizzi il movimento per i modelli matematici che valutano la sostenibilità dei movimenti e permettano di ricostituire la liquidità a caccia dei mercati e settori con movimenti tecnici e valutazioni fondamentali sostenibili.


Naturalmente sappiamo che il mercato e il mondo economico così come lo conosciamo a difficoltà ad accettare gli equilibri e prima o poi trova sempre un motore di confusione che causa non il panico controllato di questi ultimi anni ma invece un movimento senza controllo. Ma al momento nonostante diversi segnali del genere si siano palesati, essi non mostrano ancora la forza necessaria per bruciare l'enorme mole di liquidità messa in campo dalle banche centrali e dai loro contractors (Banche, assicurazioni, fondi comuni, ventures capitalist hedge, ecc....).


Ci attendiamo quindi una pausa di consolidamento dei mercati sebbene qualche seduta ancora al rialzo soprattutto per i paesi più spinti in questa fase riteniamo si possa ancora vedere anche per andare a testare livelli più significativi. Da questi livelli una correzione si potrebbe manifestare soprattutto sui mercati e settori visti maggiormente in bolla (vedi il biotech ad esempio).
Sugli indici USA molti indicatori di partecipazione, di paura, e tecnici segnalano che ci avviciniamo ad un punto che necessita una correzione. Probabilmente manca qualche cosa ma solitamente da questi livelli la correzione ha sempre manifestato poi un P&L in gain.


Questo è indispensabile al mantenimento attuale dello status quo e con la liquidità in uscita dai fondi monetari e di liquidità in cerca di rendimenti non negativi. Eccessi rialzisti o pessimismo dilagante sono banditi dallo scenario e quindi, anche se lentamente, il loro arrivo si fa via via sempre più probabile.
 

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Discreta apertura.

Meglio un lunedì in leggera debolezza, almeno alla mattina.

A frapè.
 
Preso dalla sezione Trend e Mercati:


Avevamo sostenuto che le decisioni FED avrebbero segnato un momento importante per i mercati e così è stato anche se a nostro avviso l'effetto non si esaurirà certo in poche sedute e si diversificherà nel tempo.


In ogni caso un atteggiamento maggiormente dovish (ma non solo dovish) ha di fatto permesso alla liquidità parcheggiata di trovare uno sfogo così come mostra anche il calo dei soldi depositati nei fondi monetari.


Il mercato americano, nonostante letture dell'Economic Surprise Index agli stessi livelli dei minimi del 2011e anche più basso, continua a negare ogni pressione ribassista ed ha di nuovo reagito sui supporti che avevamo indicati come importanti per il trend di breve e questo è avvenuto grazie alla debolezza del dollaro ma anche insieme ad una inversione dei trend di correlazione tra mercato azionario e bond.


I maggiori mercati mondiali hanno avuto degli importanti break di resistenze dinamiche o statiche di lungo periodo negli ultimi mesi a conferma del trend in atto ed anche i mercati ritardatari come quello italiano hanno cominciato a marciare con una certa sicurezza recuperando nelle ultime settimane parte della debolezza.


In questo contesto è evidente che l'eccesso di euforia è il rischio maggiore per i mercati.
Assorbire continuamente tensioni geopolitiche, rischi di rallentamento se non addirittura di hard landing, volatilità valutaria senza recenti precedenti, settori e mercati in difficoltà non è da poco e segnala evidentemente la capacità di sopportazione degli asset di rischio immersi in una bolla di liquidità senza precedenti.


Ricordiamo che il nuovo esperimento globale prevede pochi paesi che stanno intraprendendo riduzioni monetarie, in particolare il paese che ancora oggi ha in mano la valuta di riserva e che quindi pesa moltissimo sul sistema economico mondiale, e dall'altra parte almeno i 2/3 del PIL mondiale alle prese con politiche espansive e quindi in fase di leva monetaria e anche del debito come visto in precedenti analisi.


Una situazione ideale per gli USA che possono ricaricare le cartucce monetarie ma per gli altri paesi situazione che necessita di una profonda riflessione.
In ogni caso questo equilibrio sembra far breccia nel cuore degli operatori soprattutto se la tendenza alla restrizione monetaria USA avviene gradatamente e mentre gli altri espandono la loro moneta in maniera spinta (vedi gli ultimi movimenti sia dei paesi europei ma anche di molti paesi asiatici).


Ma, come dicevamo il rischio che questo equilibrio metta troppa euforia ai mercati e permetta a molta della liquidità presente di andare a gonfiare una bolla globale (già presente in diversi mercati e settori ma con sacche di investimento ancora appetibili) è alto e quindi necessità di correttivi da “piccoli panici” per non esagerare e dare l'impressione ai trend di essere sostenibili nonostante le valutazioni e quindi non causare vendite automatiche da panico legate a movimenti parabolici.


Ora riteniamo che siamo vicini ad un momento del genere; abbiamo la necessità di una correzione che ottimizzi il movimento per i modelli matematici che valutano la sostenibilità dei movimenti e permettano di ricostituire la liquidità a caccia dei mercati e settori con movimenti tecnici e valutazioni fondamentali sostenibili.


Naturalmente sappiamo che il mercato e il mondo economico così come lo conosciamo a difficoltà ad accettare gli equilibri e prima o poi trova sempre un motore di confusione che causa non il panico controllato di questi ultimi anni ma invece un movimento senza controllo. Ma al momento nonostante diversi segnali del genere si siano palesati, essi non mostrano ancora la forza necessaria per bruciare l'enorme mole di liquidità messa in campo dalle banche centrali e dai loro contractors (Banche, assicurazioni, fondi comuni, ventures capitalist hedge, ecc....).


Ci attendiamo quindi una pausa di consolidamento dei mercati sebbene qualche seduta ancora al rialzo soprattutto per i paesi più spinti in questa fase riteniamo si possa ancora vedere anche per andare a testare livelli più significativi. Da questi livelli una correzione si potrebbe manifestare soprattutto sui mercati e settori visti maggiormente in bolla (vedi il biotech ad esempio).
Sugli indici USA molti indicatori di partecipazione, di paura, e tecnici segnalano che ci avviciniamo ad un punto che necessita una correzione. Probabilmente manca qualche cosa ma solitamente da questi livelli la correzione ha sempre manifestato poi un P&L in gain.


Questo è indispensabile al mantenimento attuale dello status quo e con la liquidità in uscita dai fondi monetari e di liquidità in cerca di rendimenti non negativi. Eccessi rialzisti o pessimismo dilagante sono banditi dallo scenario e quindi, anche se lentamente, il loro arrivo si fa via via sempre più probabile.


Grazie Gipa, condivido in pieno la tua analisi e per quanto mi riguarda ho scaricato la settimana scorsa e senza attendere la FED, una cospicua parte dell'equity in ptf, così come ho chiuso tutta l'esposizione al $ in quanto credo che il movimento/guadagno che aveva da dare l'abbia ampiamente fatto, ora è solo nell'ultima parte del suo movimento, cioè speculativo e troppo pericoloso.

Sto riducendo anche l'esposizione sui bond emerging e vl proprio perchè mi attendo una correzione sia sull'equity che inevitabilmente porterebbe volatilità anche su quei mercati così stressati dal forex.

Sto accumulando inf.link.hdg e tengo hy europa.

Per il resto con i rendimenti dei ptf che ho e considerando che siamo solo a metà marzo, porto a casa e attendo alla finestra.

A mio avviso sarà determinante non tanto il primo rialzo dei tassi, che comunque porterà nervosismo e volatilità...perchè cmq dopo 6 anni è fisiologico ma soprattutto il ritmo con cui la FED deciderà di procedere in relazione all'inflazione e al comportamento del $.

Un primo rialzo tassi viene riassorbito velocemente, mentre quando poi l'asticella gradatamente si alzerà verso l'1% ecco che li l'azionario potrebbe iniziare a scricchiolare sensibilmente.

Tutto questo senza tenere conto di ulteriori variabili geo-politiche ovviamente.

Per me la vera incognita è la Cina al momento.
 
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:rolleyes: lo abbiamo perso ... Diddì dico, ultimamente denunciava un non so chè di anomalo ... ora mi è più chiaro è mutato ... Si ... mutato in anomàllo
Ciao Ragazze.
 

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