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Mi sono flattato questa mattina, ci sono cose che non mi tornano e tra elezioni qui e mancanza di discesa in UK e USA, senza contare l'assenza di volumi da noi, ho preferito ritirarmi e guardare.
12:10 - ***Germania: Bundesbank, Pil torna a crescere nel primo trimestre 2013
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 18 feb - La Germania
torna a crescere nel primo trimestre dell'anno, dopo un calo
dello 0,6% del Pil registrato negli ultimi tre mesi del
2012. E' quanto stimato dalla Bundesbank nel rapporto
mensile di febbraio pubblicato oggi. "Al momento possiamo
contare sul segno piu'" nel primo trimestre 2013, ha scritto
la Banca centrale tedesca.
14:20 - Germania: Bundesbank, Pil torna a crescere nel primo trimestre 2013 -2-
Attese di un miglioramento della produzione
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 18 feb - Nel
bollettino la Bundesbank spiega le stime di una crescita del
Pil tedesco nel primo trimestre con le attese di un
miglioramento della produzione, mentre auspica un aumento
degli investimenti da parte delle imprese nel corso
dell'anno. Negli ultimi tre mesi le attese sulla congiuntura
tedesca sono migliorate "molto rapidamente e sensibilmente"
grazie in particolare "alla minore incertezza in Eurolandia"
afferma la Bundesbank, aggiungendo che sono anche aumentate
le possibilita' che "possa gradualmente attenuarsi
l'atteggiamento attendista degli investitori, che solo con
difficolta' poteva essere armonizzato con le prospettive di
crescita nel medio termine". La Bundesbank indica anche che
"per quest'anno si profila una graduale ripresa
dell'economia senza pero' che si debba per questo prevedere
una spinta molto forte dalla domanda". A sostegno
dell'andamento della congiuntura l'aumento degli ordini
esteri per le imprese tedesche e indicatori anticipatori
come l'indice dei manager degli acquisti e il clima di
fiducia misurato dall'Ifo, che segnalano una risalita
dell'economia dopo il calo dello 0,6% nel quarto trimestre
2012. La Bundesbank prevede nel 2013 un deficit/Pil in
Germania in calo dello 0,5%, contro il +0,1% del 2012, e un
debito pubblico/Pil in calo rispetto all'81,7% dell'anno
scorso.
14:40 - Crisi: Hollande contrario a politica di sola austerita' in Europa
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Atene, 18 feb - Il presidente
francese Francois Hollande si e' detto contrario a una
politica europea che si basa soltanto sull'austerita'. In
un'intervista concessa al quotidiano greco 'Ta Nea' alla
vigilia della sua visita ad Atene, Hollande ha affermato:
"il senso della mia visita oggi e' portare il sostegno della
Francia perche' la Grecia abbia successo e perche' l'Europa
progredisca assieme ad essa". Hollande ha aggiunto che "in
Grecia i sacrifici chiesti alla popolazione sono stati piu'
dolorosi che per altri. Il risanamento delle finanze
pubblico e' necessario, ma non e' abbastanza. Per questo
sono necessarie misure di sostegno alla crescita. Rifiuto
un'Europa che condanna i Paesi a un'austerita' senza fine".
Il presidente francese si e' anche detto contrario "a una
divisione tra Nord e Sud. Ciascun Paese deve contribuire
alla competitivita' e alla crescita con una rigorosa
gestione dei conti pubblici e delle riforme. Ogni Stato deve
ugualmente sapere che esiste una solidarieta'".
...al di là del PIl, che da loro cresce e da noi no...per tutti gli altri fattori, sembra che questo articolo parli dell'Italia, invece è la Cina
15:02 - ###Cina: i difetti delle borse specchio delle scelte del Paese - TACCUINO DA SHANGHAI
di Alberto Forchielli *
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 18 feb - Comprendere l'andamento delle Borse cinesi significa rappresentare una complessita' inedita. I mercati di Shanghai e Shenzhen trovano spiegazioni al loro andamento che non affondano nella sola economia o almeno non soltanto nei parametri consueti d'analisi. Le aride cifre rilevano che gli indici di Borsa sono recentemente risaliti del 20% dopo un tonfo del 70% negli ultimi quattro anni. E' stata dunque smentita la convergenza - una consuetudine se non proprio una regola - tra l'andamento del Pil e quello della Borsa. L'economia cinese continua a crescere, l'incubo di un atterraggio duro sembra scongiurato, l'export e' ripreso con vigore, eppure gli indici di Borsa continuavano a scendere fino al rimbalzo corrente. Gli utili delle aziende cinesi, misurati in termini di Roi, sono bassi a causa di una crescente sovracapacita' produttiva che penalizza i margini anche in settori dinamici. Un'altra causa e' la composizione dei listini, dove banche e societa' di comunicazione pesano per piu' del 70% del totale. Ma le prime proiettano incertezze per le somme enormi prestate alle amministrazioni locali. Le seconde hanno saturato il mercato domestico e non riescono a valicare i confini del paese. Nonostante le loro dimensioni e le prospettive di crescita, le aziende cinesi hanno perso la fiducia degli investitori internazionali che sono sempre piu' guardinghi e considerano le aziende cinesi opache, inaffidabili e non controllabili dopo averle saggiate quando si sono quotate a New York. In realta' la mancanza di fiducia non e' un problema riscontrabile solo all'estero. Anche gli investitori cinesi hanno compreso che la commistione con il versante politico e' decisiva per ottenere profitti. Gli affari migliori sono stati fatti con le Ipo gonfiate. Controlli approssimati hanno fatto si' che le azioni salissero velocemente solo in fase di Ipo a cui partecipavano solo "pochi eletti" per poi scendere inesorabilmente nei mesi successivi lasciando i piccoli risparmiatori a leccarsi le ferite. Si tratta dunque di tendenze consolidate e ripetute che adesso scoraggiano gli investitori. Manca liquidita', le Ipo languono, il P/E e' inchiodato a 9, basso se si considera la crescita del paese. Il governo ha inaspettatamente aperto il mercato agli stranieri offrendo agli investitori internazionali di investire fino a 80 miliardi di dollari con risultati deludenti. Gli analisti sottolineano quanto il mercato cinese sia sottovalutato rispetto a tutti gli altri mercati internazionali, ma cio' non costituisce un magnete per gli investitori, sia domestici che internazionali. Le Borse cinesi presentano dunque grandi difetti, logica conseguenza delle scelte del paese, che non ha mai privilegiato la creazione di una finanza trasparente e controllata nell'interesse generale. La Borsa appare uno strumento non decollato, in preda a comportamenti non sempre razionali. Tra queste, un ambiente scaramantico come quello cinese non ha evitato di ricordare che gli anni del Serpente - il segno zodiacale da poco partito con il Capodanno Cinese - recano cattive notizie per la Borsa. Sono gli anni in cui l'Orso prevale, come e' stato evocato per il Grande Crollo del 1929 e gli attacchi a Pearl Harbour (1941) e alle Twin Towers (2001). Tra i tanti, anche questo si annovera tra i motivi di prudenza se non di disinteresse.