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11:15 - ### Forex: il 58% degli operatori non crede alla ripresa nel 2013
Sondaggio Assiom Forex-Radiocorer 51% Borsa Milano stabile
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 12 feb - Chi si
aspetta l'arrivo della ripresa economica entro quest'anno
rimarra' deluso, ma chi sapra' puntare con attenzione sul
mercato azionario potra' ricevere qualche soddisfazione. E'
la fotografia scattata da un sondaggio condotto da 'Il Sole
24 Ore Radiocor' in collaborazione con Assiom Forex in
occasione 19esimo convegno degli operatori dei mercati
finanziari tenuto a Bergamo. La percezione degli operatori
sull'economia reale e sullo stato di salute dei mercati e'
dunque molto diversa da quello che sostengono da tempo gli
economisti e analisti. La differenza piu' evidente riguarda
soprattutto le prospettive della congiuntura. La gran parte
(58%) dei 490 soci dell'associazione che hanno partecipato
al sondaggio non crede infatti che nel secondo semestre di
quest'anno si vedra' l'attesa ripresa dell'economia reale.
Rimane comunque il 42% degli interpellati dal sondaggio che
si e' detto comunque fiducioso. Piazza Affari, secondo una
larga maggioranza degli operatori, e' destinata a
consolidare gli attuali valori, senza pero' essere
particolarmente influenzata dall'onda lunga del Dow Jones,
tornato nelle ultime settimane sui livelli precedenti alla
crisi. Secondo il 51% di chi ha risposto al sondaggio, la
Borsa italiana non registrera' infatti movimenti
significativi rispetto alle quotazioni correnti, percentuale
alla quale si affianca tuttavia il 39% di chi crede che il
listino segnera' un rimbalzo, anche corposo. Solo il 10%
mette in conto un calo del listino.
Previsti ancora tassi bassi (66%) e acquisti di bond (63%)
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 12 feb - Dietro questo
quadro di relativo ottimismo degli operatori per le
prospettive del mercato azionario, c'e' anche la prevalente
convinzione (66% dei partecipanti al sondaggio) che i tassi
di interesse continueranno a rimanere bassi per tutto il
2013. Una condizione estremamente favorevole che, per il 30%
degli interpellati, potra' permanere per almeno i prossimi
tre anni. C'e' anche una piccola percentuale (3%) di
super-ottimisti che ritiene che questi bassi tassi di
interesse potranno durare anche oltre i tre anni. Nonostante
questa prospettiva la corsa ai titoli governativi, fenomeno
che ha determinato negli ultimi mesi il rientro delle
tensioni dei rendimenti, continuera' a essere una
caratteristica del mercato anche nel 2013. Il 63% stima
infatti che quest'anno la domanda dei titoli di Stato
continuera' a essere vivace, mentre il 36% prevede un colpo
di freno. Infine il cross dell'euro-dollaro che, secondo
un'ampia maggioranza (67%), continuera' a girare sugli
attuali livelli. Solo il 18% ritiene che la divisa unica
europea possa accelerare fino a 1,50 dollari, mentre appena
il 13% mette in conto un arretramento sotto area 1,20
dollari.
12:50 - Saipem: BlackRock ha venduto quota giorno prima del profit warning (Ft)
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 12 feb - Apparteneva a Blackrock, il piu' grande gestore di fondi del mondo, la quota del 2,3% di Saipem che fu collocata sul mercato il 28 gennaio per circa 315 milioni di euro poche ore prima che l'azienda italiana lanciasse un profit warning che avrebbe poi provocato una flessione di oltre il 30% il giorno seguente. Secondo quanto riporta il Financial Times, l'operazione fu gestita da Bank of America Merrill Lynch per conto di BlackRock e gran parte della partecipazione, il 2%, fu acquistato dal Massachusetts Financial Services, un fondo americano con asset in gestione per 338,2 miliardi di dollari. Blackrock, come ricorda il quotidiano britannico, non aveva alcun obbligo di rendere pubblica la sua partecipazione in Saipem se questa era inferiore al 5% e nel 2012 il gruppo aveva informato la Consob che avrebbe smesso di fornire aggiornamenti sulla sua esposizione all'azienda italiana. La vicenda continua ad attrarre le attenzioni delle autorita' di controllo a causa del minimo intervallo di tempo trascorso tra la vendita delle azioni e il profit warning. Solo nell'ottobre dell'anno scorso, Saipem aveva confermato che sarebbe riuscita a centrare i suoi obiettivi nel 2012 ed e' anche per questa ragione che la vendita accelerata lanciata da Blackrock per tramite di Bofa non aveva trovato difficolta' nel suscitare interesse fra gli investitori istituzionali.
12:50 - Saipem: BlackRock ha venduto quota giorno prima del profit warning (Ft)
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 12 feb - Apparteneva a Blackrock, il piu' grande gestore di fondi del mondo, la quota del 2,3% di Saipem che fu collocata sul mercato il 28 gennaio per circa 315 milioni di euro poche ore prima che l'azienda italiana lanciasse un profit warning che avrebbe poi provocato una flessione di oltre il 30% il giorno seguente. Secondo quanto riporta il Financial Times, l'operazione fu gestita da Bank of America Merrill Lynch per conto di BlackRock e gran parte della partecipazione, il 2%, fu acquistato dal Massachusetts Financial Services, un fondo americano con asset in gestione per 338,2 miliardi di dollari. Blackrock, come ricorda il quotidiano britannico, non aveva alcun obbligo di rendere pubblica la sua partecipazione in Saipem se questa era inferiore al 5% e nel 2012 il gruppo aveva informato la Consob che avrebbe smesso di fornire aggiornamenti sulla sua esposizione all'azienda italiana. La vicenda continua ad attrarre le attenzioni delle autorita' di controllo a causa del minimo intervallo di tempo trascorso tra la vendita delle azioni e il profit warning. Solo nell'ottobre dell'anno scorso, Saipem aveva confermato che sarebbe riuscita a centrare i suoi obiettivi nel 2012 ed e' anche per questa ragione che la vendita accelerata lanciata da Blackrock per tramite di Bofa non aveva trovato difficolta' nel suscitare interesse fra gli investitori istituzionali.
14:56 - Banche: Schaeuble, limite a 80 mld ricapitalizzazioni via Esm
Per preservare capacita' di intervento Fondo anti-crisi
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 12 feb - Il ministro
delle Finanze tedesche Wolfgang Schaeuble ritiene che debba
essere fissato un tetto agli interventi dell'Esm nelle
ricapitalizzazioni delle banche. Dovrebbe essere
"significativamente" inferiore a 80 miliardi, cioe' al
livello del capitale effettivamente versato dagli stati nel
Fondo anti-crisi. Cio' per preservare la capacita'
finanziaria dell'Esm, dato che l'intervento nelle
ricapitalizzazione richiede piu' capitale di quanto
necessario per i prestiti agli Stati a parita' di somma
investita. I negoziati tra i governi sulle modalita' delle
ricapitalizzazioni via Esm continueranno ancora per un paio
di mesi
16:10 - Bce: Draghi, in nostro mandato non c'e' tasso di cambio (RCO)
"Inappropriate" alcune dichiarazioni sull'euro
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Madrid, 12 feb - Nel mandato
della Bce non c'e' il tasso di cambio dell'euro. Lo ha detto
il presidente della Bce, Mario Draghi, commentando, in un
incontro con la stampa a Madrid, il recente apprezzamento
dell'euro. Quest'ultimo, ha detto, "e' il segnale del
ritorno di fiducia" nei confronti dell'Eurozona. Draghi ha
ribadito che "il tasso di cambio dell'euro, reale e
nominale, e' vicino alla media di lungo termine", ma che la
Bce "dovra' valutare se l'apprezzamento puo' avere effetti
sulla stabilita' dei prezzi". Secondo Draghi, alcune
dichiarazioni sull'euro "sono state inappropriate". Draghi
ha anche ripetuto che la politica monetaria della Bce "resta
accomodante".
Qualcuno sarà anche stupito...visto che hanno commissionato uno studio in merito...
16:20 - Ocse: multinazionali con sedi offshore pagano meno tasse di Pmi e cittadini
Studio chiesto dal G20. Utili dirottati nei paradisi fiscali
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 12 feb - Sono necessarie soluzioni globali per evitare che il sistema della tassazione favorisca indebitamente le multinazionali, lasciando ai cittadini e alle Pmi l'onere di pagare le imposte piu' alte. E' quanto sottolinea l'Ocse in uno studio commissionato dal G20, in cui evidenzia la sempre piu' frequente pratica delle multinazionali di ricorrere a strategie che permettono loro di pagare anche solo il 5% in tasse societarie mentre le aziende piu' piccole, tipicamente nazionali, pagano il 30%. "Molte delle regole in vigore mirate a proteggere le multinazionali dal pagare due volte le tasse, troppo spesso permettono loro di non pagarle affatto", in ogni caso non riflettono l'integrazione economica globale e danno alle big corporation un iniquo vantaggio competitivo rispetto alle Pmi, danneggiando oltretutto la crescita e l'occupazione, sottolinea l'Ocse. Non solo, le pratiche cui ricorrono le multinazionali per ridurre la tassazione sono diventate piu' aggressive nell'ultimo decennio. Basta creare numerose filiali off shore in qualche paradiso fiscale dove finiscono opportunamente gli utili, mentre alle sedi nei Paesi con alta tassazione restano immancabilmente spese e perdite. La ricerca Ocse mostra che con questo stratagemma alcuni piccoli Paesi ricevono una quota di investimenti esteri diretti (Fdi) del tutto sproporzionata rispetto ai Paesi maggiori. Nel 2010 ad esempio le Barbados, Bermuda e le isole Vergini hanno ricevuto piu' Fdi (5,1% del totale mondiale) della Germania (4,7%) o del Giappone (3,7%) e durante lo stesso anno i tre paradisi caraibici hanno fatto piu' investimenti (4,54%) nel mondo della Germania (4,28%).