Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

Doppio massimo su spoore?!?!?!

il becco dell' uccello :-o:D:D:D

...scherzi a parte

una c0sa che non ho fatto a tempo a mettere ieri...e di cui ti avevo mostrato altro di.'...

percorso nero tratteggiato era quello supposto....rispetto quello siam piu' alti e piu' veloci...il target me l'an stappato ..resta l'alta del kelther che , assieme all' oscillatore con blu sopra 70 di solito indica zona di top e reverse....ma tempo prima che infoci...ancora ce n'e':-o...quindi:-o:ciao::ciao::ciao:
 

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Governo Letta, le promesse del nuovo premier costeranno oltre 20 miliardi

Gli obiettivi elencati dal nuovo esecutivo sono molto ambiziosi, ma non è chiaro come saranno finanziati. L'abolizione dell'Imu costerà 4 miliardi, mentre per la rinuncia all'inasprimento dell'Iva serviranno 2,1 miliardi. E il reddito minimo per le famiglie porterà via oltre 5 miliardi


di Francesco Tamburini | 29 aprile 2013Commenti (136)


governo_letta_interna.jpg

Più informazioni su: Elsa Fornero, Esodati, Governo Letta, Imu, Iva, Reddito Minimo Garantito.


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Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha toccato tutti i principali problemi del Paese nel lungo elenco di riforme presentato per chiedere la fiducia alla Camera. Ma le promesse, soprattutto di politica economica, sono molto ambiziose. Al punto che per essere realizzate serviranno oltre 20 miliardi di euro. Alcune questioni – dall’Imu all’Iva, dalla cig agli esodati e i precari della pubblica amministrazione – dovranno essere affrontate immediatamente perché presentano scadenze precise, mentre altre potranno essere rinviate ad un secondo momento. Il vero problema, non affrontato nel discorso di Letta, è dove reperire i soldi per rispettare le promesse.
Il nuovo esecutivo dovrà partire da una delle manovre più discusse: l’abolizione dell’Imu. Il gettito sulla prima casa vale infatti 4 miliardi di euro e la sospensione della rata di giugno promessa da Letta riguarda il 50 per cento del totale. Il neo presidente dovrà quindi trovare 2 miliardi per bloccare il pagamento previsto per il prossimo mese. E, in un secondo momento, individuare dove reperire i fondi per una “riforma complessiva”.
Bisognerà poi lavorare per arrivare a una “rinuncia dell’inasprimento dell’Iva” che altrimenti scatterà a luglio e, come aveva preventivato il governo di Mario Monti, necessiterà di un introito aggiuntivo di 2,1 miliardi. Il capitolo fiscale, inoltre, comprende anche la Tares, la nuova tassa sui rifiuti e servizi, il cui pagamento è previsto a fine anno. Per eliminare anche questa imposta servirà un altro miliardo di euro.
Letta ha avvertito anche che “si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli piccoli”. Una proposta che assomiglia al reddito di garanzia introdotto a Trento. L’onere complessivo esteso a tutta l’Italia, secondo una simulazione effettuata da LaVoce.info basandosi sul “modello Trento”, sarà quindi pari a circa 5,3 miliardi di euro.
Circa atri 2 miliardi di euro serviranno invece per il “superamento del precariato anche nella pubblica amministrazione” promesso dal premier. Il nuovo esecutivo ha espresso inoltre l’esigenza di “rifinanziare la cassa integrazione in deroga”. Un’operazione che costerà, come dichiarato dall’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, almeno 2,3 miliardi, perché “lo scenario di crisi e l’esperienza dello scorso anno ci indicano che la spesa non sarà più bassa del 2012″. Si tratta di una manovra che Letta non potrà rinviare, in quanto la cig è coperta soltanto fino a giugno.
Altro punto caldo affrontato dal presidente nel discorso in aula sono i lavoratori esodati, con cui “la comunità nazionale ha rotto un patto e la soluzione strutturale di questo tema è un impegno prioritario di questo governo”. Gli esodati già salvaguardati dal governo, secondo la Fornero, sono 130mila, ma ne restano fuori ancora parecchie migliaia. Secondo i dati Inps forniti sempre dall’ex ministro alla fine dell’anno scorso alla commissione Lavoro della Camera, ci sono altri 8.900 esodati che nel prossimo biennio maturano il diritto ad essere salvaguardati, per i quali servono risorse per 440,8 milioni. Senza trascurare che sul fronte del pubblico impiego resta anche il problema dello smaltimento degli esuberi, del blocco degli aumenti contrattuali e degli scatti di anzianità.
Sempre sul tema del lavoro, Letta ha promesso che “aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato, con defiscalizzazioni o con sostegni ai lavoratori con bassi salari, condizionati all’occupazione, in una politica generale di riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale”. Il capitolo sgravi per le assunzioni dei giovani, se verrà trattato da subito, necessiterà di almeno altri 2-3 miliardi di euro. A cui si dovranno aggungere le risorse per “ridurre le tasse sul lavoro stabile e sui giovani”.
Ma le promesse di Letta non finiscono qui. “Serve un piano di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale”, ha avvertito il premier. Un’operazione da diversi miliardi di dollari. Il Partito democratico, negli otto punti proposti per il governo del cambiamento, prevedeva infatti 7 miliardi e mezzo di euro per un “piano triennale finalizzato a mettere in sicurezza le scuole del Paese e per edificarne di nuove che rispondano alle esigenze della nuova didattica”.
Il costo di altre operazioni è invece meno prevedibile, anche se inciderà sicuramente sui conti pubblici. Come, per esempio, il lancio di “un grande piano pluriennale per l’innovazione e la ricerca finanziato tramite project bonds” e la “modifica della legge 92 per ridurre le restrizioni ai contratti a termine”.
Occorre infine considerare anche le proposte del nuovo esecutivo volte a rafforzare le casse pubbliche. Per esempio la promessa di una lotta più severa all’evasione fiscale, “senza che la parola Equitalia debba provocare dei brividi quando viene evocata”, oppure la riforma del finanziamento ai partiti annunciata dal presidente, che ha promesso “misure di controlo e di sanzione, anche sui gruppi parlamentari e regionali”. Altra voce positiva in bilancio sarà “l’abolizione definitiva delle province per ridurre i costi dello Stato”, che frutterà circa 2 miliardi. Entrate che, a occhio e croce, non basteranno però a compensare la spesa per l’ambizioso elenco di riforme economiche proposte
 
Governo Letta, le promesse del nuovo premier costeranno oltre 20 miliardi

Gli obiettivi elencati dal nuovo esecutivo sono molto ambiziosi, ma non è chiaro come saranno finanziati. L'abolizione dell'Imu costerà 4 miliardi, mentre per la rinuncia all'inasprimento dell'Iva serviranno 2,1 miliardi. E il reddito minimo per le famiglie porterà via oltre 5 miliardi


di Francesco Tamburini | 29 aprile 2013Commenti (136)


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Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha toccato tutti i principali problemi del Paese nel lungo elenco di riforme presentato per chiedere la fiducia alla Camera. Ma le promesse, soprattutto di politica economica, sono molto ambiziose. Al punto che per essere realizzate serviranno oltre 20 miliardi di euro. Alcune questioni – dall’Imu all’Iva, dalla cig agli esodati e i precari della pubblica amministrazione – dovranno essere affrontate immediatamente perché presentano scadenze precise, mentre altre potranno essere rinviate ad un secondo momento. Il vero problema, non affrontato nel discorso di Letta, è dove reperire i soldi per rispettare le promesse.
Il nuovo esecutivo dovrà partire da una delle manovre più discusse: l’abolizione dell’Imu. Il gettito sulla prima casa vale infatti 4 miliardi di euro e la sospensione della rata di giugno promessa da Letta riguarda il 50 per cento del totale. Il neo presidente dovrà quindi trovare 2 miliardi per bloccare il pagamento previsto per il prossimo mese. E, in un secondo momento, individuare dove reperire i fondi per una “riforma complessiva”.
Bisognerà poi lavorare per arrivare a una “rinuncia dell’inasprimento dell’Iva” che altrimenti scatterà a luglio e, come aveva preventivato il governo di Mario Monti, necessiterà di un introito aggiuntivo di 2,1 miliardi. Il capitolo fiscale, inoltre, comprende anche la Tares, la nuova tassa sui rifiuti e servizi, il cui pagamento è previsto a fine anno. Per eliminare anche questa imposta servirà un altro miliardo di euro.
Letta ha avvertito anche che “si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli piccoli”. Una proposta che assomiglia al reddito di garanzia introdotto a Trento. L’onere complessivo esteso a tutta l’Italia, secondo una simulazione effettuata da LaVoce.info basandosi sul “modello Trento”, sarà quindi pari a circa 5,3 miliardi di euro.
Circa atri 2 miliardi di euro serviranno invece per il “superamento del precariato anche nella pubblica amministrazione” promesso dal premier. Il nuovo esecutivo ha espresso inoltre l’esigenza di “rifinanziare la cassa integrazione in deroga”. Un’operazione che costerà, come dichiarato dall’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, almeno 2,3 miliardi, perché “lo scenario di crisi e l’esperienza dello scorso anno ci indicano che la spesa non sarà più bassa del 2012″. Si tratta di una manovra che Letta non potrà rinviare, in quanto la cig è coperta soltanto fino a giugno.
Altro punto caldo affrontato dal presidente nel discorso in aula sono i lavoratori esodati, con cui “la comunità nazionale ha rotto un patto e la soluzione strutturale di questo tema è un impegno prioritario di questo governo”. Gli esodati già salvaguardati dal governo, secondo la Fornero, sono 130mila, ma ne restano fuori ancora parecchie migliaia. Secondo i dati Inps forniti sempre dall’ex ministro alla fine dell’anno scorso alla commissione Lavoro della Camera, ci sono altri 8.900 esodati che nel prossimo biennio maturano il diritto ad essere salvaguardati, per i quali servono risorse per 440,8 milioni. Senza trascurare che sul fronte del pubblico impiego resta anche il problema dello smaltimento degli esuberi, del blocco degli aumenti contrattuali e degli scatti di anzianità.
Sempre sul tema del lavoro, Letta ha promesso che “aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato, con defiscalizzazioni o con sostegni ai lavoratori con bassi salari, condizionati all’occupazione, in una politica generale di riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale”. Il capitolo sgravi per le assunzioni dei giovani, se verrà trattato da subito, necessiterà di almeno altri 2-3 miliardi di euro. A cui si dovranno aggungere le risorse per “ridurre le tasse sul lavoro stabile e sui giovani”.
Ma le promesse di Letta non finiscono qui. “Serve un piano di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale”, ha avvertito il premier. Un’operazione da diversi miliardi di dollari. Il Partito democratico, negli otto punti proposti per il governo del cambiamento, prevedeva infatti 7 miliardi e mezzo di euro per un “piano triennale finalizzato a mettere in sicurezza le scuole del Paese e per edificarne di nuove che rispondano alle esigenze della nuova didattica”.
Il costo di altre operazioni è invece meno prevedibile, anche se inciderà sicuramente sui conti pubblici. Come, per esempio, il lancio di “un grande piano pluriennale per l’innovazione e la ricerca finanziato tramite project bonds” e la “modifica della legge 92 per ridurre le restrizioni ai contratti a termine”.
Occorre infine considerare anche le proposte del nuovo esecutivo volte a rafforzare le casse pubbliche. Per esempio la promessa di una lotta più severa all’evasione fiscale, “senza che la parola Equitalia debba provocare dei brividi quando viene evocata”, oppure la riforma del finanziamento ai partiti annunciata dal presidente, che ha promesso “misure di controlo e di sanzione, anche sui gruppi parlamentari e regionali”. Altra voce positiva in bilancio sarà “l’abolizione definitiva delle province per ridurre i costi dello Stato”, che frutterà circa 2 miliardi. Entrate che, a occhio e croce, non basteranno però a compensare la spesa per l’ambizioso elenco di riforme economiche proposte
fin quando i mercati ci credono.....
 
Il rendimento del 10y Btp al momento ha raggiunto 3.87% ed il prossimo target potrebbe essere 3.70% area (visto nel mese di Ottobre del 2010) molto dipendera' dagli sviluppi politici. A questo livello, assumendo che il 10y Bund rimanga al livello attuale (1.20%) potremmo vedere un test dello spread a 250bps. L'asta di ieri e' andata molto bene e si sono visti investitori esteri entrare in fase d'asta e non preferibilmente sul 10y. Prosegue l'allungamento di duration 5y vs 10y.

Lo spread 10/30y e' tornato in fase di steepening a 85bps con possibilita' di target at 92bps per effetto delle attese del nuovo 30y nei prossimi mesi (nelle ns attese potrebbe essere Giugno).
 
Buon dì,

allora, se mi arriva oggi in area 17.200, poco sotto, io passerò dal 70% al 40% lungo per via del 1 maggio. Poi per il 2 ho tutto domani per decidere e vedere i dati degli USA.

Vado a fare Nog, a dopo.
 
mah, a me ste aperture in gap sopra livelli pissicologggici cominciano a non piacere per nulla...

17100-17200 c'e l'alta del kelther ....dopo di che ..potremmo avere un paio di settimane distributive...poi se sfascia il governo e...:titanic::titanic::titanic::lol::lol::lol:....

vediamo....io per come ho battezzato tutto l'anniale ...quando infrocera' la in alto l'oscillatore dovro' sciottare ..e pure pesante:rolleyes::rolleyes::-o..perche' in teoria dovrebbe essere lo sciott piu' profittevole dell'anno...in pratica...ho paura che mi faran un kuelo cosi':eeh::sad::sad::lol:

ma e' il bello dei mercati...fino a 3 settimane fa non ne trovavi un oc he fosse long di longo pesante..adesso sento giaì' parlare da altre parti di 21000-22000...:D:D:D
 

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