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L'Italia "e' un Paese ormai da anni ostaggio di una burocrazia soffocante, che assorbe le energie vitali di imprese e cittadini e ne distoglie tempo e risorse da impieghi piu' produttivi". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, in audizione alla Commissione parlamentare per la semplificazione. "Negli ultimi anni - ha spiegato - la semplificazione e' diventata un mantra per qualsiasi Governo" ma "dal 2008 a oggi delle svariate disposizioni che dovevano portare al risultato della 'burocrazia zero' nessuna e' stata attuata in via amministrativa"; l'auspicio e' che tutti "lavoriamo per invertire una rotta che, altrimenti ci portera' alla deriva e poi al naufragio". Ne va anche della fiducia verso le istituzioni, ha aggiunto Squinzi, il cui recupero e' indispensabile: al contrario, saremmo davanti a un rischio insostenibile.
Le complicazioni burocratiche, ha spiegato Squinzi nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla semplificazione legislativa ed amministrativa condotta dalla Commissione parlamentare per la Semplificazione, rappresentano "una delle principali cause dello svantaggio competitivo dell'Italia nel contesto europeo e nell'intera area Ocse. Svantaggio che sento pesante ogni giorno sulla mia pelle di imprenditore. Attendere anni un'autorizzazione per avviare una nuova attivita' o per ampliare uno stabilimento vuol dire impedire a un'impresa di nascere e crescere, di creare nuovi posti di lavoro e contribuire al benessere di una comunita' e del Paese". Secondo Squinzi, "il paradosso e' che sulle analisi tutti, a parole, concordano. Tutti si indignano quando si riportano casi di mala burocrazia. Poi, quando si tratta di riparare, semplificando norme e procedure, abolendo inutili passaggi e limitando i poteri, e spesso le vessazioni, della macchina burocratica, tutto si rallenta, si perdono di vista gli obiettivi e una definizione della questione non si concretizza. I maliziosi, e non siamo noi, sostengono che questo accade per una sorta di pregiudizio ideologico nei confronti dell'industria, un clima di sospetto, e non di ostilita', che ha portato a imbrigliare l'attivita' economica. Indipendentemente dalle cause e' difficile smentire il risultato"
I Paesi concorrenti, ha sottolineato Squinzi, hanno capito che il lavoro lo creano le imprese e "hanno messo al centro delle proprie politiche l'industria, semplificando e riducendo i costi a carico delle imprese. Esattamente il contrario di quello che succede in Italia". Per il presidente di Confindustria, la semplificazione burocratica "e' fatta anche di una scrupolosa attuazione delle norme e di una puntuale verifica del loro funzionamento. Verifica da fare soprattutto per evitare quello che ormai e' diventato uno sport nazionale: la corsa alle norme. Presi da una sorta di horror vacui, si regola ogni aspetto della vita quotidiana di imprese e cittadini, come se il riconoscimento di un minimo di liberta' possa portare a chissa' quali abusi". Per Squinzi e' quindi necessario invertire la rotta "con una consapevolezza di fondo: dalla semplificazione del quadro normativo, dai rapporti piu' snelli e collaborativi tra privati e Pubblica amministrazione e da prassi meno ostili passera' il recupero di fiducia nei confronti delle istituzioni. Senza questo recupero di fiducia, il rischio di vedere incrinarsi pericolosamente il tessuto economico e sociale del Paese e' concreto. E' un rischio che non possiamo permetterci".
I Paesi concorrenti, ha sottolineato Squinzi, hanno capito che il lavoro lo creano le imprese e "hanno messo al centro delle proprie politiche l'industria, semplificando e riducendo i costi a carico delle imprese. Esattamente il contrario di quello che succede in Italia". Per il presidente di Confindustria, la semplificazione burocratica "e' fatta anche di una scrupolosa attuazione delle norme e di una puntuale verifica del loro funzionamento. Verifica da fare soprattutto per evitare quello che ormai e' diventato uno sport nazionale: la corsa alle norme. Presi da una sorta di horror vacui, si regola ogni aspetto della vita quotidiana di imprese e cittadini, come se il riconoscimento di un minimo di liberta' possa portare a chissa' quali abusi". Per Squinzi e' quindi necessario invertire la rotta "con una consapevolezza di fondo: dalla semplificazione del quadro normativo, dai rapporti piu' snelli e collaborativi tra privati e Pubblica amministrazione e da prassi meno ostili passera' il recupero di fiducia nei confronti delle istituzioni. Senza questo recupero di fiducia, il rischio di vedere incrinarsi pericolosamente il tessuto economico e sociale del Paese e' concreto. E' un rischio che non possiamo permetterci".