Racconto gastroerotico

Alfred tirò un sospiro di sollievo quando vide scendere dal furgone la solita coppia di lavoratrici e non delle sostitute come furono le maldestre dell’ultima volta. Due personaggi da cabaret, buffe, di femminile poco tanto da sembrare uomini travestiti col giubbotto aperto e sotto già il grembiule lungo e ai piedi perennemente le clocks e il calzetto grosso sceso al calcagno. La Mariuccia alta e magra copelli mori irsi e spettinati e la Nelda bassa e tarchiata con un caschetto biondo cenere che le donava come un mocio in testa a un calvo, ad accomunarle l’anagrafica che le rendeva prossime alla quiescenza. Salutarono e poi La Mariuccia esordì:

-“Hei bel ragazzo, non ci siamo dimenticate ti abbiamo portato il sacco di pane vecchio per i tuoi fagiani e per i pesci”.

“Si si “- rispose Alfred - “ragazzo di una volta! Anch’io non mi sono dimenticato. Il premio lo trovate sopra il tavolino dell’antibagno.”

Fra le tante non virtù dell’ uomo che sussurrava alle pompe” come era solita schernirlo Nelda vi era anche quella di essere un bravo cuoco oltre che una buona forchetta e la sua specialità era quella di preparare il sugo alla tinca, pesce raro che però nell’invaso cresceva bene come in un’oasi anche per via del pane che Al gli dava in pasto sovente. Pane che appunto era oggetto di baratto fra le donne e il tecnico per un vasetto a testa di sugo che lui dava sempre volentieri più che altro per ricevere da loro i complimenti sinceri ma anche esaltati dalla loro ruffianaggine che non lesinavano. Di fianco a loro aveva parcheggiato il Mercedes che stava ancora in moto con il muso rivolto alla campagna che ne occultava il guidatore.

“Due furgoni oggi”- riprese a dire Al-”vi siete portate i rinforzi”

“No non è con noi” rispose brevemente la Nelda mentre scaricava dal furone il carrello coi “ferri del mestiere”, affermazione che lo lasciò stupito e incuriosito.

Nel mentre stava per avvicinarsi al mezzo il motore si spense e la porta si aprì. Il Driver scese dando le spalle. Capello corto masculo, giubbo e panta in tela blu elettrico e bande rosse sulle spalle e longitudinali alle gambe in stile colori Fed Ex, sulla sinistra un dispositivo palmare. Non fece tempo a scendere il secondo piede che Al la bloccò con un secco: “Mi dispiace deve esserci un errore, non sto aspettando pacchi”, ma prontamente per risposta ricevette un altrettanto secco“no, no nessun errore”. Lo stupore fu tanto al sentire che la voce era femminile ma raggiunse l’apoteosi quando voltatosi Alfred scorse che non si trattava di un corriere ma di una donna e che sul giubbo, sul petto, campeggiava il logo della HydroLogic.

-”Buongiorno! Sono l’Ingegner Maria Luce Rossi, sono qui per l’ispezione, l’azienda dovrebbe averla avvisata. Lei deve essere Alfred. Giusto?”

-”Si Buongiorno, sono Alfred il cust… ehm il responsabile della sottostazione. Mi scusi sa! Per aver travisato, il furgone anonimo, poi oggi pulizie.Avevo ricevuto una mail che annunciava l’arrivo del nuovo Ingegner M.L.Rossi però.. ecco mi scusi ancora, signorina?” Rispose Al, nell’imbarazzo totale della sorpresa e della figuraccia, avendo già dimenticato il nome.

“Marilù, può chiamarmi Marilù dammi del tu, sono la nuova ingegnera dei controlli periodici” disse accennando un sorriso a 32 denti e continuò mostrando il dispositivo che aveva in mano -“è stato tratto in inganno da questo? Vero? E’ l’altimetro elettonico satellitare che misura la subsidenza in continuo”.

“Ah ha ha” Alfred accennò una breve risata sardonica “si è vero,sarò sincero l’avevo scambiato per il palmare dove si firmano i pacchi, spero di non essermi già giocato la reputazione. E’ tutto a posto qui, sa?! E strabuzzò gli occhi senza farsi vedere perchè aveva aggiunto un’altra cazzata dando intendere che aveva da nascondere qualcosa.

“Si figuri, non si preoccupi mi avevano detto che lei è un tipo simpatico” poi smorzò il sorriso divenendo quasi seria “facciamo presto, solo routine dove posso posare gli strumenti?"

Al le indicò un angolo all’interno dove il muro creava un sette, e vi era un ampio scaffale e una sedia di plastica e una volta preso visione Marilù apri il vano laterale del Mercedes, che palesemente era fresco di fabbrica, lo si percepiva dall’odore, pulito ed in ordine. Al fece il gesto di darle una mano ma lei lo rassicurò che avrebbe fatto da sola, tanto si trattava solo di due valigie grandi in metallo e un borsone sportivo tipo quello che si portano appresso i giocatori di calcio. Al sapeva benissimo quali sarebbero state le procedure dell’ispezione ma giusto per sentirselo dire, o per magari approfittare dell’altrui inesperienza se ne uscì con una domanda retorica.

“Marilù devi fare dei controlli anche in ufficio? Giù ci sono le donne che hanno appena iniziato il lavoro forse è meglio lasciarle finire”

“Si Alfred, forse è meglio che inizio da sopra, finisco di sistemare qui e arrivo”.
 
Al fece le scale a due gradini alla volta imprecando fra se e se perchè non si racapicitava che al 15 di Dicembre la direzione gli avesse mandato una femmina, e ingegnera, che per carità stava tutto a posto ma già le femmine secondo lui eccedono in dovizia figuriamoci una studiata, già s’immaginava di stare li a scartabellare tutte le feste fino al 15 di gennaio. Col fiatone raggiunse il bagno, la carta igienica c’era, sapone pure, tutto asciutto niente schizzi in giro, zero aloni nel WC. Ok fatto, poi corse alla scrivania e buttò fuori dalla finestra ilposacenere nel cimitero delle sigarette, estrasse da un cassetto la bomboletta di profumatore e diede due colpetti di profumo a destra a manca e sopravvenendogli il Fantozzi nel quale si sentiva reincarnato in quel momento, guardandosi le parti basse tirò la cinta dei pantaloni all’esterno e una spruzzatina abbondante anche li dove non batte il sole. Altro che profumo di magnolia, probabilmente l’ingrediente base era il pepe di cayenne ma neanche il tempo di pensare che probabilmente si era sterilizzato che si accorse di avere lasciato il microPC personale ancora inserito nella USB del PC di sistema quando sentì Marilù chiedere permesso mentre affrontava l’ultimo gradino di scale. Scatto felino, mossa di karate, lei voltò l’angolo e lui come un prestigiatore col MicroPC dentro il polsino della manica e mani libere.

Quello che seguì fu la scena che ognuno può vedere in tanti uffici, la consultazione di registri, la consultazione della copia dei registri, l’archiviazione della copia della copia dei registri e l’inoltro in Sassonia della copia della copia d’archiviazione dei registri. L’aveva lasciata sola, in pace, ed era sceso a dare una mano a Mariuccia e Nelda, più che altro a fare il gesto visto che loro non pretendevano un aiuto. Solo che gli pareva brutto lui uomo stare con le mani in tasca e loro femmine a sgobbare. Questa volta però non imbastì discorsi come il solito e rimase in silenzio a spolverare un inverter. Comportamento anomalo di cui si accorsero subito le due e che spinse a sussurrare l’una all’altra “Varda che roba! Questa qui me sa che lo rovina. El tien la testa storta come Dastin Offman in Rainman. L’è finio l’omo.” In effetti era come preso da trance. Marilù lo aveva stregato: dal capello corto e dal fisico asciutto le ricordava Demi Moore ai tempi d’oro di Ghost, ma aveva quel che, forse dovuto al naso aquilino che comunque le donava assai, la bocca grande e una mascella ben delineata. L’orecchio era molto piccolo, il che gli sembrava cosa buona e giusta visto che da vecchi orecchi e naso crescono, così aveva sentito alla radio e gli era rimasto in testa come un tarlo questa cosa. Sarà stata sulla trentina? O aveva già passato gli “anta”e dimostrava 15 anni di meno? Al non era mai stato bravo con l’età delle donne, anzi Al non era mai stato bravo con le donne e con loro aveva chiuso da un pezzo e quindi c’era qualcosa in più oltre alla differenza di età che rendeva una probabile storia, fuori portata. Sempre che lei fosse stata libera. Forse in lui un brutto ruolo al distacco dal sesso opposto lo aveva giocato quel posto così isolato, quel posto così ricco di natura da imbarazzare perfino San Francesco. Del suo riflettere Alfred era giunto a porsi una sola domanda. Perchè in gioventù non aveva avuto fortuna d’incontrare una ragazza come Marilù? Una con la quale avrebbe potuto parlare del suo lavoro, che lui non era capace di disquisire d'altro e le sbarbine unghie e belletti le portava a noia in quattro e quattr’otto. E si rispose da solo nel pensare che forse aveva visto poco mondo e posti sbagliati o forse erano altri tempi e le "donne uomo " non esistevano. Che poi il vero interrogativo era: ma Luce era il secondo nome o il secondo cognome? Le ore al piano terra volarono e metà mattino era giunto. Mariuccia e Nella erano state solerte e avevano già terminato in 2 ore "marcatonde " 4 sul rapportino che Alfred si apprestava a firmare consapevole che andavano di fretta per farsi un altro lavoretto veloce in nero, che i soldi non bastano mai soprattutto se hai figli che studiano all'estero. Un saluto ma stavolta anche un bacio con l'augurio di Buone Feste, forse l'unico che avrebbe ricevuto sotto Natale visto la penuria di affettività. Un ultimo colpetto di clacson e il loro furgone varcò il portone intraprendendo il lungo rettilineo che portava alla provinciale.

Stava ancora nell'uscio a guardar le prime gocce di pioggia scendere, il tempo peggiorava, quando Marilú scese le scale dicendo di aver terminato con successo la parte d'ufficio e che adesso si sarebbe dedicata alle pompe. Apri le borse e estrasse dei grandi strumenti tipomtablet ma molto spessi con tubetti e fili attaccati mentre lui la osservava con il tipico atteggiamento dell'umarel.

"Alfred, gli indicatori dell'impianto sono sul verde, il pannello di controllo non indica over ride eppure il mio strumento portatile segnala dei picchi incostanti di flusso che vanno da zero a cento. Lo senti questo fruscio? Prova ad avvicinare l'orecchio al tubo, s sente benissimo. Secondo te è normale? "

"Beh! Normale, oddio...che dire. E' una pompa, la pompa gira, passa dell'acqua e c'è un flusso e s sente un sibilo. Sono un tecnico semplice direi che è tutto normale".

"Allora te lo spiego Io. Questa è sabbia che passa. Probabilmente c'è un accumulo sabbioso vicino alla pescante. Dobbiamo commutare sull'altra pompa prima che si rovini l'impianto applicando il protocollo Tango 6"

"No aspetta. Il protocollo T6? No non è possibile. Se vuoi commutare le pompe qui devi rallentare anche le pompe master che sono nella stazione a monte perché ben che vada si svuota il sifone mentre nel peggiore dei casi salta il tubo di compensazione. E questo rischio per un po' di seggiolina? Queste sono pompe teutoniche anzi ti dirò di più, solida ghisa russa rimarchiata made in Germany. Me lo disse quest'estate sotto l'ombrellone il cugino di un fratello di un oligarca russo proprietario della fonderia. Queste prima di rompersi sotterrano me e anche te. E poi se spia rossa non si accende problema non esiste".

Marilú cresciuta a pane e ortodossia, intransigente per natura rimase basita.

"Signor Alfred, le ricordo che lei è in presenza di un ufficiale della HL. Mi avevano detto che lei era strano ma qui rasentiamo l'incompetenza. Tango 6 è una procedura brevettata dalla nostra azienda, un sistema certificato e sicuro da applicare in questi casi per non fermare l'impianto. Per di più la laurea in ingegneria idraulica non è che l'ho vinta coi punti delle merendine. Io applicheró Tango 6 lei mi assisterà."

"Beh mi rimetto a lei Ingegner Rossi, se siamo alla fase che ci diamo del lei direi che più professionali di così non si può per il T6.

Alfred rassegnato si avvicinò al pannello di controllo seguito dallo sguardo severo di lei, inseri il codice chiave e ruotò il grosso selettore in plastica nera sull'indicatore T6 avviando quindi la procedura guidata.
 
Al fece le scale a due gradini alla volta imprecando fra se e se perchè non si racapicitava che al 15 di Dicembre la direzione gli avesse mandato una femmina, e ingegnera, che per carità stava tutto a posto ma già le femmine secondo lui eccedono in dovizia figuriamoci una studiata, già s’immaginava di stare li a scartabellare tutte le feste fino al 15 di gennaio. Col fiatone raggiunse il bagno, la carta igienica c’era, sapone pure, tutto asciutto niente schizzi in giro, zero aloni nel WC. Ok fatto, poi corse alla scrivania e buttò fuori dalla finestra ilposacenere nel cimitero delle sigarette, estrasse da un cassetto la bomboletta di profumatore e diede due colpetti di profumo a destra a manca e sopravvenendogli il Fantozzi nel quale si sentiva reincarnato in quel momento, guardandosi le parti basse tirò la cinta dei pantaloni all’esterno e una spruzzatina abbondante anche li dove non batte il sole. Altro che profumo di magnolia, probabilmente l’ingrediente base era il pepe di cayenne ma neanche il tempo di pensare che probabilmente si era sterilizzato che si accorse di avere lasciato il microPC personale ancora inserito nella USB del PC di sistema quando sentì Marilù chiedere permesso mentre affrontava l’ultimo gradino di scale. Scatto felino, mossa di karate, lei voltò l’angolo e lui come un prestigiatore col MicroPC dentro il polsino della manica e mani libere.

Quello che seguì fu la scena che ognuno può vedere in tanti uffici, la consultazione di registri, la consultazione della copia dei registri, l’archiviazione della copia della copia dei registri e l’inoltro in Sassonia della copia della copia d’archiviazione dei registri. L’aveva lasciata sola, in pace, ed era sceso a dare una mano a Mariuccia e Nelda, più che altro a fare il gesto visto che loro non pretendevano un aiuto. Solo che gli pareva brutto lui uomo stare con le mani in tasca e loro femmine a sgobbare. Questa volta però non imbastì discorsi come il solito e rimase in silenzio a spolverare un inverter. Comportamento anomalo di cui si accorsero subito le due e che spinse a sussurrare l’una all’altra “Varda che roba! Questa qui me sa che lo rovina. El tien la testa storta come Dastin Offman in Rainman. L’è finio l’omo.” In effetti era come preso da trance. Marilù lo aveva stregato: dal capello corto e dal fisico asciutto le ricordava Demi Moore ai tempi d’oro di Ghost, ma aveva quel che, forse dovuto al naso aquilino che comunque le donava assai, la bocca grande e una mascella ben delineata. L’orecchio era molto piccolo, il che gli sembrava cosa buona e giusta visto che da vecchi orecchi e naso crescono, così aveva sentito alla radio e gli era rimasto in testa come un tarlo questa cosa. Sarà stata sulla trentina? O aveva già passato gli “anta”e dimostrava 15 anni di meno? Al non era mai stato bravo con l’età delle donne, anzi Al non era mai stato bravo con le donne e con loro aveva chiuso da un pezzo e quindi c’era qualcosa in più oltre alla differenza di età che rendeva una probabile storia, fuori portata. Sempre che lei fosse stata libera. Forse in lui un brutto ruolo al distacco dal sesso opposto lo aveva giocato quel posto così isolato, quel posto così ricco di natura da imbarazzare perfino San Francesco. Del suo riflettere Alfred era giunto a porsi una sola domanda. Perchè in gioventù non aveva avuto fortuna d’incontrare una ragazza come Marilù? Una con la quale avrebbe potuto parlare del suo lavoro, che lui non era capace di disquisire d'altro e le sbarbine unghie e belletti le portava a noia in quattro e quattr’otto. E si rispose da solo nel pensare che forse aveva visto poco mondo e posti sbagliati o forse erano altri tempi e le "donne uomo " non esistevano. Che poi il vero interrogativo era: ma Luce era il secondo nome o il secondo cognome? Le ore al piano terra volarono e metà mattino era giunto. Mariuccia e Nella erano state solerte e avevano già terminato in 2 ore "marcatonde " 4 sul rapportino che Alfred si apprestava a firmare consapevole che andavano di fretta per farsi un altro lavoretto veloce in nero, che i soldi non bastano mai soprattutto se hai figli che studiano all'estero. Un saluto ma stavolta anche un bacio con l'augurio di Buone Feste, forse l'unico che avrebbe ricevuto sotto Natale visto la penuria di affettività. Un ultimo colpetto di clacson e il loro furgone varcò il portone intraprendendo il lungo rettilineo che portava alla provinciale.

Stava ancora nell'uscio a guardar le prime gocce di pioggia scendere, il tempo peggiorava, quando Marilú scese le scale dicendo di aver terminato con successo la parte d'ufficio e che adesso si sarebbe dedicata alle pompe. Apri le borse e estrasse dei grandi strumenti tipomtablet ma molto spessi con tubetti e fili attaccati mentre lui la osservava con il tipico atteggiamento dell'umarel.

"Alfred, gli indicatori dell'impianto sono sul verde, il pannello di controllo non indica over ride eppure il mio strumento portatile segnala dei picchi incostanti di flusso che vanno da zero a cento. Lo senti questo fruscio? Prova ad avvicinare l'orecchio al tubo, s sente benissimo. Secondo te è normale? "

"Beh! Normale, oddio...che dire. E' una pompa, la pompa gira, passa dell'acqua e c'è un flusso e s sente un sibilo. Sono un tecnico semplice direi che è tutto normale".

"Allora te lo spiego Io. Questa è sabbia che passa. Probabilmente c'è un accumulo sabbioso vicino alla pescante. Dobbiamo commutare sull'altra pompa prima che si rovini l'impianto applicando il protocollo Tango 6"

"No aspetta. Il protocollo T6? No non è possibile. Se vuoi commutare le pompe qui devi rallentare anche le pompe master che sono nella stazione a monte perché ben che vada si svuota il sifone mentre nel peggiore dei casi salta il tubo di compensazione. E questo rischio per un po' di seggiolina? Queste sono pompe teutoniche anzi ti dirò di più, solida ghisa russa rimarchiata made in Germany. Me lo disse quest'estate sotto l'ombrellone il cugino di un fratello di un oligarca russo proprietario della fonderia. Queste prima di rompersi sotterrano me e anche te. E poi se spia rossa non si accende problema non esiste".

Marilú cresciuta a pane e ortodossia, intransigente per natura rimase basita.

"Signor Alfred, le ricordo che lei è in presenza di un ufficiale della HL. Mi avevano detto che lei era strano ma qui rasentiamo l'incompetenza. Tango 6 è una procedura brevettata dalla nostra azienda, un sistema certificato e sicuro da applicare in questi casi per non fermare l'impianto. Per di più la laurea in ingegneria idraulica non è che l'ho vinta coi punti delle merendine. Io applicheró Tango 6 lei mi assisterà."

"Beh mi rimetto a lei Ingegner Rossi, se siamo alla fase che ci diamo del lei direi che più professionali di così non si può per il T6.

Alfred rassegnato si avvicinò al pannello di controllo seguito dallo sguardo severo di lei, inseri il codice chiave e ruotò il grosso selettore in plastica nera sull'indicatore T6 avviando quindi la procedura guidata.
mappoi sta cioccolata?
 
Fa abbastanza schifo :-o

W patatina!
Questa storia mi sta un po' sfuggendo di mano, nel senso che la trama l'ho tutta in testa ma lo scritto lo sto buttando giù in real time. Anche perché se lo avevo fatto lo avrei postato in toto non è che ci godo a tenervi sulle spine.
La parte che viene ad esempio potrei saltarla, anzi avrei potuto saltare tutto in fin dei conti non sono novità narrative, però, egoisticamente mi sto emozionando. Mettere la sola parte del cioccolatino sarebbe stato per me godere a metà. E ti dirò che mi ero emozionato ancora prima dell'apertura del post da parte di Erminio.

Certo mi ci vorrà un po' di tempo in più, al giornondoggi che la gente si spara 10 puntate di fila di una serie su netflix è chiedere molto. Lo dico a te solo per avere un interlocutore.
 

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