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Pitagora

Aquila libera
Ieri, sulla finanza italiana vi è stata un'attacco speculativo alle ns. banche, dove addirittura qualcuno consigliava di vendere Italia per acquistare...Spagna:eek:......così mentre l'S&P500 stà a ridosso dei max, la ns. borsetta è tornata ai minimi di dicembre, da dove era partita l'ultima gamba rialzista.
 

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Il fatto strano è che, le stesse agenzie di rating che non hanno saputo perevedere la nefastezza dei subprime:D:D:Dadesso si permettono di dare rating circostanziati:D:Dsull'Italia: mentre le banche usa allungavano,unicredito è stata la piu' colpita
ovvero, il bue che dice cornuto all'asino?:-o


Finanza e Mercati > Azioni

Rischio Paese dietro al crollo di Piazza Affari

Walter RiolfiCronologia articolo09 luglio 2011



Se maledire qualcuno può fare psicologicamente bene, malediciamo pure la perfida speculazione internazionale che s'è accanita sull'Italia e sulle sue istituzioni finanziarie: il cinismo di Moody's e delle altre agenzie di rating, l'avidità delle Goldman Sachs, JP Morgan e delle altre grandi banche d'affari che, avendo fiutato il sangue, si sono gettate sulla preda più grande, l'opportunismo degli hedge fund che si ritrovano una nuova grande occasione per far soldi al ribasso con la crisi dei debiti sovrani, i fondi pensione americani che, per paura e pregiudizio, stanno svendendo Btp, titoli bancari di Piazza Affari e comprando Credit default Swap (Cds).
Così inveendo e maledicendo si fa come lo struzzo che infila la testa in un buco e non vede quel che accade. Invece l'ha capito bene quel che sta succedendo la perfida speculazione internazionale. S'è resa conto che l'Italia ha un Governo litigioso, in prevalenza orientato ad annacquare il rigore fiscale del ministro Tremonti. E ha capito che anche la presunta severità della Finanziaria va solo a sfiorare i tagli di spesa e non è detto che riesca a raccogliere tutti i 40 miliardi di € previsti.
Il mestiere di speculare
Così le agenzie di rating, che fanno il loro mestiere, le banche d'affari, gli hedge fund e gli investitori, che pur speculando fanno il loro mestiere, hanno scoperto che il nostro Paese ha il ventre molle e che la soluzione più facile per aggredirlo passa attraverso le sue banche e le sue assicurazioni. In una nazione che non cresce e con i tassi d'interesse diventati di fatto più cari degli altri Paesi europei di almeno due punti percentuali, le banche rappresentano proprio l'anello debole. Si può sospettare che quanto s'è visto nelle ultime settimane, e che ancora ieri s'è riproposto crudamente, sia eccessivo e che non si possa martoriare ulteriormente società che sono valutate come se dovessero fallire. Ma si sa che il troppo non è un concetto che i mercati hanno presente e che una discreta dose di irrazionalità fa parte del gioco. E, purtroppo, questo gioco al ribasso, con gli spread di rendimento che si ampliano creando costi aggiuntivi alle finanze dello Stato, è un meccanismo che si autoalimenta.
Il rischio Paese
Perché l'Italia e non la Spagna, per esempio? Probabilmente perché il mercato dei titoli di Stato è assai più grande e più liquido da noi, perché nonostante le trattazioni convulse, come anche ieri si sono viste sui titoli UniCredit, anche Piazza Affari è più liquida di Madrid. Tra i primi 14 titoli trattati sul circuito Sigma X di Goldman Sachs, l'esempio più ecclatante delle discusse dark pool (sistemi di negoziazione assai opachi e non regolamentati), vi sono UniCredit, Intesa, Generali e persino Montepaschi; non il Santander o il Banco Bilbao che capitalizzano ben più delle banche italiane. Che tutto quello che sta succedendo sia da leggere come una reazione degli investitori internazionali al rischio Paese lo dimostra il mercato dei Cds. Chi si chiedesse come mai il rischio di Bnl, ossia di una banca che in passato non aveva brillato particolarmente nel panorama del credito italiano e i cui titoli erano per questo valutati meno di quelli di Intesa o Unicredit, sia nettamente più basso di quello percepito per gli altri istituti di credito italiani, troverebbe una sola risposta: Bnl, appartenendo a Bnp Paribas, non è più una banca italiana. Assicurarsi sul rischio Bnl, costa 126 centesimi, tre volte meno che farlo sul Banco Popolare, la metà che per UniCredit.


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Adesso, se tengono i 19.000 potrebbero essere un buon punto di partenza per 1 posizione long, con eventuale stop a 18.200...17.800.:cool:

......ovviamente solo quando ci sarà l'attesa cuspide, sapremo quale sarà il nuovo minimo.
 

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Dal The Economist odierno.....



Italia finanze

Birilli pub, la versione italiana

8 luglio 2011, 14:40 da AP




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La metafora scelta durante l'euro-area di crisi è stato quello di domino. La prima volta in Grecia, poi in Irlanda, e poi in Portogallo; prossimo in linea sarebbe stata la Spagna. La paura ora, con titoli di Stato italiani che soffrono un altro giorno di spread , è che il contagio colpirà meno prevedibile. Meno come domino, in altre parole, e molto altro come birilli pub.
L'ultima nervosismi per l'Italia, il cui debito rapporto è seconda solo a Grecia nella zona euro, sembra essere stato innescato dalle speculazioni circa il futuro di Giulio Tremonti , il ministro delle Finanze italiano. Ma l'incapacità dei politici della zona euro per risolvere la crisi del debito della Grecia, e il downgrade di Moody di questa settimana di Portogallo, non hanno aiutato. Gli spread tra italiani titoli a dieci anni e bund tedeschi oggi ha colpito un altro euro-era record. Istituzioni finanziarie nazionali sono stati colpiti, anche: azioni di Unicredit, una grande banca, sono stati sospesi oggi dopo una brusca caduta, e credit default swap si estende su Generali, un assicuratore, sono saliti pure.
Se la Spagna è stata a lungo considerata troppo grandi per fallire, poi una vera e propria crisi del debito italiano sarebbe catastrofico. Mercato delle obbligazioni del paese è il terzo più grande del mondo, dopo America e del Giappone. Che è stato visto come fonte di conforto: gli investitori obbligazionari è difficile evitare un mercato così grande e liquido. Ma è anche una fonte di diffusione dell'infezione finanziari.
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Date un'occhiata alla tabella a fianco, tratto dal primo trimestre risultati di Dexia, la banca franco-belga, con un disco molto spotty durante la crisi. Ci sono tutta una serie di ragioni per essere ribassista su Dexia (come mercati): è troppo dipendente dal finanziamento a breve termine, ha un sacco di legacy asset tossici, il suo vecchio modello di business di finanziamento gli enti pubblici appare fatti a pezzi, e così su. Ma gli investitori sono stati spaventati dalla sua esposizione al debito sovrano periferici, in particolare della Grecia.
Fino a quando paesi come Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna sono anche quelle del telaio, le banche come Dexia può provare a sostenere che le dimensioni dei loro esposizioni è abbastanza piccolo per sopportare disastro. La sua esposizione verso la Grecia di € 3700000000 ($ 5,3 miliardi), per esempio, è il più alto tra le banche europee dopo quella di Francia BNP Paribas, ma al 19% del Tier-1 capitale, si può quasi fare il caso che sia gestibile .
L'Italia è una storia completamente diversa, per due ragioni. Il primo e più evidente, vi è la scala delle esposizioni di Dexia. Alla chiusura a € 16 miliardi, debito sovrano italiano è il più grande degli investimenti sovrani di Dexia, pari al 85% della banca Tier-1 del capitale. Nessuno è ancora seriamente parlando di una crisi in stile greco in Italia, naturalmente. Questi numeri sono grandi e spaventosi, ma il pericolo di un crollo si sente ancora abbastanza remota.
Orrori nel portafoglio di negoziazione
La seconda ragione di preoccuparsi, tuttavia, è più immediata. Come con altre banche europee, la maggior parte delle esposizioni sovrano di Dexia si tengono nel portafoglio bancario, in modo da fluttuazioni del valore delle obbligazioni non hanno un effetto sul loro valore di carico in bilancio. Ciò significa, in effetti, solo che le cose diventano veramente fitte se c'è un default del debito o di ristrutturazione. Ma anche le banche detengono titoli nel portafoglio di negoziazione, in cui sono segnati sono sul mercato. Dexia detiene € 725m di titoli italiani nel suo portafoglio di negoziazione, a fronte di praticamente nessun altro debito dei paesi periferici. E 'una storia simile con altre banche: il 2010 stress test hanno mostrato che il debito italiano hanno rappresentato per più di un terzo delle attività ricomprese nel portafoglio delle banche europee' esposizioni alle dell'area dell'euro debito.
Quindi, se spread sul debito italiano tenere ampliamento, che avrà un impatto maggiore sui risultati delle banche 'che si muove nel valore di altri debiti periferici. Esso può anche influenzare l'accesso delle banche 'ai mercati riacquisto se collaterali italiano è visto come meno sicuro. E significa anche che una domanda ovvia per l'quest'anno di stress-test sulle banche europee i risultati, che uscirà il 15 luglio, sarà quello che i regolatori assunzioni hanno applicato sul debito italiano. Gli stress test sono ampiamente considerato troppo morbido perché impongono tagli solo sulle attività ricomprese nel portafoglio delle banche 'partecipazioni di debito sovrano. Se l'Italia continua a vibrazioni, anche quel po 'di generosità avrà un vantaggio ad essa.
Continua a leggere: Scandalo tocca ministro delle finanze d'Italia in un momento in cui egli ha bisogno meno distrazioni
 
Buondì a tutti, stamane mentre facevo il punto della situazione per la prox. operatività settimanale, al fine di pararmi il sedere, notavo, anche con una certa approssimazione, la semplicitò del segnale dato dall'inizio del ribasso di marzo:cool:
contestualmente al ribasso dei bancari, con uc in testa:cool:

...appare palese che senza il recupero dei bancari, non ci potrà essere......il recupero dell'indice.:ciao:

...lunedì la speculazione rimane in agguato ma.....mica puo' sempre vincere; ricordato quel poveretto che si suicido' per aver shortato WW?.
 

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Domani la speculazione estera, ci aspetta al varco?
Ha scoperto che l'Italia ha il ventre molle, col vantaggio di essere più liquida della povera Spagna, i cui bancari valgono + dei ns?
Vogliono approfittarsi del rischio politico del paese Italia e della leggerezza, di tremorti????
....e noi per difenderci, iniziamo ad ampliare la panoramica/gittata.:cool:
....pronti a difendere, se necessario, anke i 15.000.
 

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...Respingiamo l'attakko!!!!
Pronte due cartucce LONG alla fine del 16gg e del Mensile!!!!
Avanti savoia!!!!!!!!!!!!:D:D:D:D
 
...Respingiamo l'attakko!!!!
Pronte due cartucce LONG alla fine del 16gg e del Mensile!!!!
Avanti savoia!!!!!!!!!!!!:D:D:D:D



:D:D...senza parole?:cool:



Quello che possiamo notare è che l’indice è su un doppio minimo, sebbene ci arrivi con un RSI non completamente scarico ma che potrebbe a breve segnalare divergenza tra indicatore di forza e andamento dell’indice, ci arriviamo dopo 6 mesi di volumi elevati molto più elevati dell’anno scorso, salvo il periodo di liquidazione maggio/luglio 2010, pur in presenza di deflussi netti da parte dei fondi rispetto all’anno scorso, segno che la componente short ha gonfiato significativamente i volumi, e comunque con una crescita volumetrica culminata venerdi con livelli di volumi molto vicini a segnalare un possibile bottom. Se infatti depuriamo l’indice dai periodi di scadenze tecniche delle tre streghe di marzo giugno settembre e dicembre non possiamo non notare che spike volumetrici hanno quasi sempre coinciso con bottom importanti. Da notare che da più parti si invoca la sospensione momentanea dello short selling, cosa che potrebbe causare un movimento di inversione improvviso.




Infine non possiamo non notare che Unicredit, il titolo maggiormente sotto i colpi della speculazione per il settore che rappresenta e per la liquidità che porta in dote e che lo rende un target appetibilissimo per lo short selling, mostri in maniera ancora più chiara gli spike volumetrici in presenza di minimi di breve/medio periodo soprattutto se associati a letture dell’ RSI compatibili con l’ipervenduto, caratteristiche che in questa fase abbiamo in entrambe le misurazioni.
 
Ci si aspettava un ulteriore passo in avanti con una stretta sugli spread dei titoli di stato ellenici, ed invece è stato un disastro:cool:


La settimana che si chiude era impostata per partire bene, risolti i problemi interni con il doppio voto favorevole del Parlamento di Atene al “Piano di Medio-Termine”, ci si aspettava un ulteriore passo in avanti con una stretta sugli spread dei titoli di stato ellenici.
Invece è stato un disastro, appesantitosi nella giornata di venerdì, con i differenziali dei “Periferici” sul Bund che viaggiavano verso nuovi record.
L’attacco, questa volta, è stato particolarmente massiccio sull’Italia, con cali molto sostenuti su borsa e titoli di stato: presi di mira i titoli bancari.
Siamo dunque vicini ad una svolta, oppure ci troviamo di fronte all’ennesima battaglia – giocata su uno scacchiere globale – di una guerra ancora lunga ed incerta?
 

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