Val
Torniamo alla LIRA
"Non ho nulla da chiedere per me", ha spiegato con franchezza il Cavaliere annunciando che si spenderà per combattere "un'ultima grande battaglia elettorale e politica per allargare gli spazi di libertà" e fare uscire l’Italia "dalla prospettiva cupa in cui l’hanno costretta i tassatori tecnici e i tassatori della sinistra".
Proprio per questo, il piano del Cavaliere non sarà limita all'eliminazione dell'imposta sulla prima abitazione, ma passerà inevitabilmente anche attraverso l'abrogazione, nel giro di cinque anni, dell’Irap. (Imposta RAPina, ndr)
Un'imposta che pesa sulle imprese e che lo stesso Berlusconi definisce "odiosa" perché "deve essere pagata dalle aziende anche se non chiudono i bilanci in utile".
Al terzo punto del programma c'è l'intenzione concreta di evitare l'aumento dell’Iva e scongiurare la patrimoniale, misure che Monti aveva paventato più volte. "Come potete vedere il nostro è un programma completamente opposto a quello di Monti e della sinistra", ha chiosato Berlusconi ricordando che la ricetta liberale per il benessere sta nell'equazione "meno tasse su imprese, famiglie e lavoro uguale più consumi, più produzione, più posti di lavoro uguale più soldi a disposizione dello Stato per chi resta indietro".
Per quanto riguarda la struttura pubblica, il nuovo contratto con gli italiani pone tra le priorità di governo la riduzione, nel giro di cinque anni, dellele spese dello Stato di 80 miliardi di euro. L’ex presidente del Consiglio ha, infatti, insistito sulla necessità di riorganizzare la macchina dello Stato a partire da un netto taglio degli sprechi e dall'attuazione di norme per effettuare i pagamenti alle imprese private non oltre i sessanta giorni.
Proprio per questo, il piano del Cavaliere non sarà limita all'eliminazione dell'imposta sulla prima abitazione, ma passerà inevitabilmente anche attraverso l'abrogazione, nel giro di cinque anni, dell’Irap. (Imposta RAPina, ndr)
Un'imposta che pesa sulle imprese e che lo stesso Berlusconi definisce "odiosa" perché "deve essere pagata dalle aziende anche se non chiudono i bilanci in utile".
Al terzo punto del programma c'è l'intenzione concreta di evitare l'aumento dell’Iva e scongiurare la patrimoniale, misure che Monti aveva paventato più volte. "Come potete vedere il nostro è un programma completamente opposto a quello di Monti e della sinistra", ha chiosato Berlusconi ricordando che la ricetta liberale per il benessere sta nell'equazione "meno tasse su imprese, famiglie e lavoro uguale più consumi, più produzione, più posti di lavoro uguale più soldi a disposizione dello Stato per chi resta indietro".
Per quanto riguarda la struttura pubblica, il nuovo contratto con gli italiani pone tra le priorità di governo la riduzione, nel giro di cinque anni, dellele spese dello Stato di 80 miliardi di euro. L’ex presidente del Consiglio ha, infatti, insistito sulla necessità di riorganizzare la macchina dello Stato a partire da un netto taglio degli sprechi e dall'attuazione di norme per effettuare i pagamenti alle imprese private non oltre i sessanta giorni.