tontolina
Forumer storico
ECONOMIA/
Andrea Muratore
6 APRILE 2022
Washington vuole il default della Russia, e ora lo ammette apertamente.
Lunedì 4 aprile, il Dipartimento del Tesoro Usa guidato dall’ex governatrice della Fed, Janet Yellen, ha decretato un’ulteriore mossa restrittiva verso la finanza moscovita.
Il Tesoro Usa ha infatti deciso di imporre al Cremlino lo stop a ogni tipo di pagamento sulle cedole e il capitale legato alle proprie obbligazioni effettuato in valuta straniera attingendo conti correnti depositati in banche statunitensi.
A cosa mira Biden
“In questo modo giunge di fatto un’ulteriore stretta sulle riserve estere russe, oggi pari a 604 miliardi di dollari (dato al 25 marzo fornito dalla Bank of Russia) e già congelate dalle sanzioni occidentali per circa la metà”, nota La Repubblica.
La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha affermato che lo scopo principale è quello di fiaccare le risorse finanziarie della Russia, che nella strategia dell’amministrazione di Joe Biden deve essere di fatto accerchiata sotto il profilo finanziario. “L’obiettivo è costringerli a fare una scelta. La Russia non ha risorse illimitate, soprattutto ora, date le sanzioni paralizzanti che abbiamo messo in atto, e saranno costretti a scegliere tra il prosciugamento delle riserve di dollari rimanenti o il default”, ha detto Psaki in conferenza stampa.
Mosca, complici le accorte strategie di autarchia monetaria e di difesa del cambio promosse dalla governatrice Elvira Nabiullina, ha accumulato riserve di valuta straniera e oro per difendere il cambio del rublo attraverso l’investimento dei proventi di gas e petrolio venduti all’estero.
“La parte più grande del nostro obiettivo è esaurire le risorse di cui Vladimir Putin ha bisogno per continuare la sua guerra contro l’Ucraina”, ha aggiunto Psaki.
L’offensiva finanziaria
Con la sua decisione il Tesoro lascia la porta aperta a Mosca per continuare a usare i dollari non congelati dalle sanzioni per i pagamenti del debito, ma secondo gli analisti è tecnicamente difficile per la Russia riuscire a farlo. “L’annuncio degli Stati Uniti è arrivato proprio nel giorno in cui per Mosca era previsto un rimborso di capitale da 552 milioni di dollari su titoli da 2 miliardi (parzialmente ricomprati di recente), oltre che il pagamento di interessi per 84 milioni di dollari su obbligazioni in scadenza nel 2042″, sottolinea Repubblica.
Tra le istituzioni finanziarie Usa JPMorgan, la banca che ha gestito cinque pagamenti coupon sui bond russi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, ha rifiutato di elaborare le due operazioni in questione.
La Russia inizialmente dopo l’invasione dell’Ucraina aveva minacciato di onorare unicamente in rubli le sue obbligazioni puntando così da un lato spingere l’Occidente a sbloccare le riserve valutarie e auree russe all’estero, dal valore complessivo di 300 miliardi di dollari, attualmente congelate per le sanzioni e, dall’altro, operare affinché il fardello debitorio risulti meno pesante.
Ma il 16 marzo scorso una prima cedola da 117 milioni di dollari è stata onorata con un pagamento in dollari
Mosca ha ora un periodo di grazia di un mese che dovrà gestire per far giungere i fondi dovuti agli investitori che detengono le quote di debito in questione e prepararsi ai pagamenti successivi altrimenti potrebbe andare secondo i canoni occidentali in default per la prima volta 1998.
Il 25 maggio, inoltre, va in scadenza l’esenzione che consente agli investitori e alle entità americane di ricevere pagamenti sul debito russo, inserita nelle sanzioni americane per alleviarne l’effetto sull’economia a stelle e strisce. Un’ulteriore mossa per portare Mosca al collasso economico.
Che utilità può avere questa strategia nell’indebolimento delle prospettive del governo di Vladimir Putin?
Ad oggi la politica del braccio di ferro contro la Russia non sembra essere una strategia vincente.
Da parte russa si mira a rendere controproducente la mossa Questo perchè la rete delle sanzioni è forata in più punti e, soprattutto, gli Stati Uniti stanno mettendo in gioco il ruolo globale del dollaro e della fiducia associata ad un sistema valutario per un fine nettamente politico.
Mosca potrebbe non poter più usare le riserve in dollari detenute negli Usa, ma continua ad incassare circa un miliardo di dollari al giorno dai proventi energetici.
Auotogol per il dollaro?
“La politica di sanzioni degli Stati Uniti mina la fiducia nel dollaro americano”, ha afferma il presidente della Duma Vyacheslav Volodin.
“La situazione creata dagli Usa si ritorce contro di loro e i loro cittadini. Non è casuale che il Fondo Monetario Internazionale sia giunto alla conclusione che le sanzioni anti-russe minano la fiducia nel dollaro. La sua quota negli insediamenti globali è in declino“, scrive Volodin su Telegram ripreso da Interfax. “Questo è l’inizio della fine del monopolio globale del dollaro”, assicura. “Chiunque abbia risparmi in dollari non può più essere sicuro che gli Usa non rubino questi soldi”, osserva Volodin. “Il Dipartimento del Tesoro Usa ha proibito al nostro Paese di pagare il debito sovrano dalle riserve congelate sotto le sanzioni”, epure, “il nostro Paese ha fondi nei conti per soddisfare pienamente i suoi obblighi anche sotto le sanzioni“. E “la decisione di Vladimir Putin di eseguire gli accordi sul gas con i Paesi ostili in rubli e la discussione di una più ampia lista di beni da vendere in rubli hanno reso il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti isterico”.
Andrea Muratore
6 APRILE 2022
Washington vuole il default della Russia, e ora lo ammette apertamente.
Lunedì 4 aprile, il Dipartimento del Tesoro Usa guidato dall’ex governatrice della Fed, Janet Yellen, ha decretato un’ulteriore mossa restrittiva verso la finanza moscovita.
Il Tesoro Usa ha infatti deciso di imporre al Cremlino lo stop a ogni tipo di pagamento sulle cedole e il capitale legato alle proprie obbligazioni effettuato in valuta straniera attingendo conti correnti depositati in banche statunitensi.
A cosa mira Biden
“In questo modo giunge di fatto un’ulteriore stretta sulle riserve estere russe, oggi pari a 604 miliardi di dollari (dato al 25 marzo fornito dalla Bank of Russia) e già congelate dalle sanzioni occidentali per circa la metà”, nota La Repubblica.
La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha affermato che lo scopo principale è quello di fiaccare le risorse finanziarie della Russia, che nella strategia dell’amministrazione di Joe Biden deve essere di fatto accerchiata sotto il profilo finanziario. “L’obiettivo è costringerli a fare una scelta. La Russia non ha risorse illimitate, soprattutto ora, date le sanzioni paralizzanti che abbiamo messo in atto, e saranno costretti a scegliere tra il prosciugamento delle riserve di dollari rimanenti o il default”, ha detto Psaki in conferenza stampa.
Mosca, complici le accorte strategie di autarchia monetaria e di difesa del cambio promosse dalla governatrice Elvira Nabiullina, ha accumulato riserve di valuta straniera e oro per difendere il cambio del rublo attraverso l’investimento dei proventi di gas e petrolio venduti all’estero.
“La parte più grande del nostro obiettivo è esaurire le risorse di cui Vladimir Putin ha bisogno per continuare la sua guerra contro l’Ucraina”, ha aggiunto Psaki.
L’offensiva finanziaria
Con la sua decisione il Tesoro lascia la porta aperta a Mosca per continuare a usare i dollari non congelati dalle sanzioni per i pagamenti del debito, ma secondo gli analisti è tecnicamente difficile per la Russia riuscire a farlo. “L’annuncio degli Stati Uniti è arrivato proprio nel giorno in cui per Mosca era previsto un rimborso di capitale da 552 milioni di dollari su titoli da 2 miliardi (parzialmente ricomprati di recente), oltre che il pagamento di interessi per 84 milioni di dollari su obbligazioni in scadenza nel 2042″, sottolinea Repubblica.
Tra le istituzioni finanziarie Usa JPMorgan, la banca che ha gestito cinque pagamenti coupon sui bond russi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, ha rifiutato di elaborare le due operazioni in questione.
La Russia inizialmente dopo l’invasione dell’Ucraina aveva minacciato di onorare unicamente in rubli le sue obbligazioni puntando così da un lato spingere l’Occidente a sbloccare le riserve valutarie e auree russe all’estero, dal valore complessivo di 300 miliardi di dollari, attualmente congelate per le sanzioni e, dall’altro, operare affinché il fardello debitorio risulti meno pesante.
Ma il 16 marzo scorso una prima cedola da 117 milioni di dollari è stata onorata con un pagamento in dollari
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Mosca ha ora un periodo di grazia di un mese che dovrà gestire per far giungere i fondi dovuti agli investitori che detengono le quote di debito in questione e prepararsi ai pagamenti successivi altrimenti potrebbe andare secondo i canoni occidentali in default per la prima volta 1998.
Il 25 maggio, inoltre, va in scadenza l’esenzione che consente agli investitori e alle entità americane di ricevere pagamenti sul debito russo, inserita nelle sanzioni americane per alleviarne l’effetto sull’economia a stelle e strisce. Un’ulteriore mossa per portare Mosca al collasso economico.
Che utilità può avere questa strategia nell’indebolimento delle prospettive del governo di Vladimir Putin?
Ad oggi la politica del braccio di ferro contro la Russia non sembra essere una strategia vincente.
Da parte russa si mira a rendere controproducente la mossa Questo perchè la rete delle sanzioni è forata in più punti e, soprattutto, gli Stati Uniti stanno mettendo in gioco il ruolo globale del dollaro e della fiducia associata ad un sistema valutario per un fine nettamente politico.
Mosca potrebbe non poter più usare le riserve in dollari detenute negli Usa, ma continua ad incassare circa un miliardo di dollari al giorno dai proventi energetici.
Auotogol per il dollaro?
“La politica di sanzioni degli Stati Uniti mina la fiducia nel dollaro americano”, ha afferma il presidente della Duma Vyacheslav Volodin.
“La situazione creata dagli Usa si ritorce contro di loro e i loro cittadini. Non è casuale che il Fondo Monetario Internazionale sia giunto alla conclusione che le sanzioni anti-russe minano la fiducia nel dollaro. La sua quota negli insediamenti globali è in declino“, scrive Volodin su Telegram ripreso da Interfax. “Questo è l’inizio della fine del monopolio globale del dollaro”, assicura. “Chiunque abbia risparmi in dollari non può più essere sicuro che gli Usa non rubino questi soldi”, osserva Volodin. “Il Dipartimento del Tesoro Usa ha proibito al nostro Paese di pagare il debito sovrano dalle riserve congelate sotto le sanzioni”, epure, “il nostro Paese ha fondi nei conti per soddisfare pienamente i suoi obblighi anche sotto le sanzioni“. E “la decisione di Vladimir Putin di eseguire gli accordi sul gas con i Paesi ostili in rubli e la discussione di una più ampia lista di beni da vendere in rubli hanno reso il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti isterico”.