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perchè ho trovato su FB un articolo sulla raffinazione mondiale
da Economia: l’idrocarburo che porta cattive notizie - Materie Prime - Commoditiestrading
Economia: l’idrocarburo che porta cattive notizie
La Redazione Articolo pubblicato il 23/06/2019 10:00:14
Un prodotto che vede la sua origine nelle raffinerie di petrolio ha una storia da raccontarci: la protagonista è l’economia globale, ma non ci sarà un lieto fine…
Difficilmente si sente parlare di nafta nei titoli piazzati dai mainstream media, e questo perché non è un prodotto che viene utilizzato direttamente: le raffinerie producono nafta dal petrolio e poi la utilizzano per produrre benzina, ad esempio, oppure, negli stabilimenti petrolchimici, viene elaborata per produrre plastica o prodotti simili.
Il profitto che un raffinatore ottiene dal produrre nafta - in gergo il crack spread - sta letteralmente precipitando: in Giappone siamo ai livelli più bassi degli ultimi quattro anni ed anche in Europa le cose non vanno bene, e questo potrebbe tradursi in un rallentare delle operazioni di raffinazione.
Guerra commerciale
La tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina sembra aver ferito l’economia del colosso asiatico, che da sempre si propone come un vero e proprio motore per la richiesta di nafta:
le vendite al dettaglio sono in prossimità di minimi pluriennali,
le vendite di auto sono in calo ormai da dodici mesi consecutivi
ed il China’s Manufacturing PMI index si attestava, nel mese di maggio, a soli 49,4 punti, ovvero il livello più basso per questo periodo dell’anno dal 2005 ad oggi…
In un contesto simile i margini dei produttori non potevano fare altro che ridursi sensibilmente.
La benzina, come ben sappiamo, è altamente infiammabile, ma in questo periodo sembra essersi “raffreddata”: normalmente, in corrispondenza di un picco nella richiesta di benzina gli acquisti di nafta tendono a recuperare terreno, poiché questa viene utilizzata in fase di miscelazione, ma il recente aumento dei prezzi del carburante in Europa non si è tradotto in un rafforzamento dei margini dei produttori di nafta, e questo, secondo gli analisti, è un chiaro segnale della debolezza del mercato di riferimento.
I problemi del mercato della nafta, inoltre, dipendono anche dal grado di greggio che il mondo intero sta pompando in questo periodo, con l’ondata di gradi light in arrivo dagli USA che si traduce in una maggior elaborazione di questo petrolio da parte delle raffinerie, con la conseguente produzione intensificata di nafta e simili.
Le scorte di benzina negli USA, poi, non rappresentano certo un dato incoraggiante, e si attestano ai livelli più elevati dal 1990 ad oggi.
Sostanzialmente quello che servirebbe è un accordo commerciale tra USA e Cina, ma questo non pare poter accadere a breve termine ed in un contesto in cui le previsioni ci dicono che la produzione di greggio statunitense continuerà ad aumentare lo spazio per un miglioramento del mercato della nafta rimane molto contenuto…
Fonte Bloomberg
perchè ho trovato su FB un articolo sulla raffinazione mondiale
da Economia: l’idrocarburo che porta cattive notizie - Materie Prime - Commoditiestrading
Economia: l’idrocarburo che porta cattive notizie
La Redazione Articolo pubblicato il 23/06/2019 10:00:14
Un prodotto che vede la sua origine nelle raffinerie di petrolio ha una storia da raccontarci: la protagonista è l’economia globale, ma non ci sarà un lieto fine…
Difficilmente si sente parlare di nafta nei titoli piazzati dai mainstream media, e questo perché non è un prodotto che viene utilizzato direttamente: le raffinerie producono nafta dal petrolio e poi la utilizzano per produrre benzina, ad esempio, oppure, negli stabilimenti petrolchimici, viene elaborata per produrre plastica o prodotti simili.
Il profitto che un raffinatore ottiene dal produrre nafta - in gergo il crack spread - sta letteralmente precipitando: in Giappone siamo ai livelli più bassi degli ultimi quattro anni ed anche in Europa le cose non vanno bene, e questo potrebbe tradursi in un rallentare delle operazioni di raffinazione.
Guerra commerciale
La tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina sembra aver ferito l’economia del colosso asiatico, che da sempre si propone come un vero e proprio motore per la richiesta di nafta:
le vendite al dettaglio sono in prossimità di minimi pluriennali,
le vendite di auto sono in calo ormai da dodici mesi consecutivi
ed il China’s Manufacturing PMI index si attestava, nel mese di maggio, a soli 49,4 punti, ovvero il livello più basso per questo periodo dell’anno dal 2005 ad oggi…
In un contesto simile i margini dei produttori non potevano fare altro che ridursi sensibilmente.
La benzina, come ben sappiamo, è altamente infiammabile, ma in questo periodo sembra essersi “raffreddata”: normalmente, in corrispondenza di un picco nella richiesta di benzina gli acquisti di nafta tendono a recuperare terreno, poiché questa viene utilizzata in fase di miscelazione, ma il recente aumento dei prezzi del carburante in Europa non si è tradotto in un rafforzamento dei margini dei produttori di nafta, e questo, secondo gli analisti, è un chiaro segnale della debolezza del mercato di riferimento.
I problemi del mercato della nafta, inoltre, dipendono anche dal grado di greggio che il mondo intero sta pompando in questo periodo, con l’ondata di gradi light in arrivo dagli USA che si traduce in una maggior elaborazione di questo petrolio da parte delle raffinerie, con la conseguente produzione intensificata di nafta e simili.
Le scorte di benzina negli USA, poi, non rappresentano certo un dato incoraggiante, e si attestano ai livelli più elevati dal 1990 ad oggi.
Sostanzialmente quello che servirebbe è un accordo commerciale tra USA e Cina, ma questo non pare poter accadere a breve termine ed in un contesto in cui le previsioni ci dicono che la produzione di greggio statunitense continuerà ad aumentare lo spazio per un miglioramento del mercato della nafta rimane molto contenuto…
Fonte Bloomberg
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