SE hanno aggirato il fisco è giusto che paghino, tuttavia quel cojone che ha parlato, prima doveva sintonizzare il cervello
con la lingua. Dovrebbe pensare a quanta Imu e addizionale irpef questi versano al comune.
Un "segnale del nostro sdegno" con il quale i due rispondono all'assessore al Commercio, Luigi D’Alfonso, che
negava loro spazi comunali perché "non abbiamo bisogno di farci rappresentare da evasori fiscali".
Una serrata che comunqe non penalizzerà gli oltre 250 dipendenti che lavorano nei nove negozi a marca D&G e che saranno ugualmente pagati, ma che gli stilisti ritengono necessaria.
"Non siamo più disposti a subire ingiustamente le accuse della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, gli attacchi dei pubblici ministeri e la gogna mediatica a cui siamo sottoposti ormai da anni. Questo non solo per noi stessi, ma soprattutto per tutti coloro che lavorano con noi", spiegano.
Per ribadire con maggiore efficacia la loro innocenza, hanno allegato una lista dei principali contribuenti di Milano con i redditi relativi al 2005 - "prima che fossimo aggrediti dal fisco" - pubblicata dal Sole 24 Ore con le imposte pagate da
Domenico Dolce (12 milioni 760.958 euro) e
Stefano Gabbana (12 milioni 734.013 euro).
"Dobbiamo dire che negli ultimi trent’anni a questa città abbiamo anche dato tanto: prestigio e visibilità internazionale, posti di lavoro e sviluppo economico", aggiungono, "Nonostante la nostra passione e il senso di responsabilità ci spingano a continuare a lavorare con la dedizione e la volontà di sempre, dichiariamo di esserci stancati delle continue diffamazioni e ingiurie che stanno togliendo serenità al nostro lavoro e ci stanno distogliendo dal nostro vero compito di stilisti. Abbiamo la fortuna di collaborare con persone di vera e rara eccellenza, sia dal punto di vista tecnico-professionale sia dal punto di vista umano, che credono fermamente in noi e per le quali tutto questo è demotivante".