Mentre gran parte dell’establishment hollywodiano – partendo da Nicole Kidman, Meryl Streep e passando per Emma Stone – ha scelto il nero,
c’è chi, per ragioni completamente diverse,
ha deciso di non adeguarsi.
Meher Tatna, presidente della
Hollywood Foreign Press Association di origine indiana,
ha indossato un abito rosso ricamato e una veste con la spilla Time’s Up e spiegando di essere “totalmente solidale” con le altre attrici.
Ha scelto il rosso perché è consuetudine e tradizione farlo nella cultura indiana durante le cerimonie e le feste.
Altre star, come l’attrice messicana
Blanca Blanco, hanno deliberatamente deciso di non sposare la causa del politicamente corretto sfoggiando un abito rosso:
“Amo il rosso, indossarlo non significa che sono contro il movimento. Sono vicina a tutte le donne coraggiose che spezzano il cerchio degli abusi con le loro azioni e le loro scelte nell’abbigliamento”,
ha dichiarato ai cronisti che le domandavano il perché di tale scelta.
In netta controtendenza e in aperta polemica con il “total black” la modella tedesca Barbara Meier,
che ha indossato un abito “sexy” e colorato disegnato da
Eva Poleschinski.
“Molte donne indosseranno il nero stasera per sostenere il movimento Time’s Up”,
ha scritto sui social la modella prima di arrivare sul red carpet.
“Penso che questa sia un’iniziativa meritevole ed estremamente importante. Tuttavia ho deciso di indossare un abito colorato stasera.
Se vogliamo che questo sia il Golden Globes delle donne forti che difendono i loro diritti penso che non indossare vestiti sexy
o permettere alle persone di negarci la gioia di mostrare la nostra personalità, sia sbagliato”.
La modella critica apertamente la scelta delle altre star, affermando che il suo vestito sexy “simboleggia la nostra libertà e la nostra nuova forza”.
“Se ora ci limitiamo perché alcuni uomini non possono controllarsi, questo è un enorme passo indietro secondo me.
Non dobbiamo indossare il nero per essere prese sul serio”, ha rimarcato Barbara Meier.
Dichiarazioni al vetriolo quelle di di Rose McGowan, la donna che ha fatto esplodere il caso Weinstein.
Come riporta
Dagospia, replicando a un tweet dell’amica Asia Argento, l’attrice scrive:
“Nessuno di quei fighetti vestiti di nero per onorare i nostri stupri non avrebbe alzato un dito altrimenti.
Non ho tempo per le false buffonate hollywoodiane”.
L’attrice di
Streghe spiega di non essere stata invitata alla cerimonia dei
Golden Globes:
‘Posso parlare solo per me, ma non solo non sono stata invitata ai Golden Globes: nessuno ha chiesto la mia opinione su #TIMESUP o di firmare la lettera.
Sostengo il movimento anche se mi hanno esclusa. Forse non sono abbastanza potente o hollywodiana. Sono fiera di lavorare dietro le quinte’.
Le dichiarazioni di
McGowan mettono in luce le contraddizioni e il falso moralismo di quella che è stata una serata politica studiata a tavolino fin nei minimi dettagli.
Una recita, in pieno stile hollywodiano, che aveva l’obiettivo conclamato di incoronare Oprah Winfrey,
la nuova regina del Politicamente Corretto che potrebbe correre per la Casa Bianca e sfidare Trump.
Le contraddizioni, così come l’ipocrisia – a cominciare dalle innumerevoli foto in compagnia di Weinstein – non mancano,
ma questo nella patinata Hollywood non ha né valore né importanza.