SINIBALDO
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LACRIME E SANGUE
Ogni tanto si sente ripetere: “lacrime e sangue”.
Oppure: “tirare la cinghia”.
A me piace:
“il triangolo NO!” Perché?
Perché oramai s’è capito che esiste un triangolo ben preciso: banca centrale - rubocrazia - popolo “sovrano”.
Il termine giusto, al posto di rubocrazia, sarebbe “stato”.
Lo stato dovrebbe garantire il sovrano - il popolo - per quanto riguarda i suoi diritti. Una specie di polizia - o milizia, se preferite.
Ma c’è un ma. Da quando nacque la banca nazionale, poi trasformatasi in Banca d’Italia, il gioco era già fatto e truccato.
E su di un modello che è stato ripreso altrove. Facciamo un flash-front, il contrario di un flash-back.
I lettori oramai hanno abbastanza capito il gioco della questione monetaria. Ma se così non fosse, usiamo l’esempio dell’Iraq.
Diamo una mano all’ex ministro della giustizia americano Ramsey Clark che si è voluto prendere la difesa di Saddam Hussein.
Come?
Partiamo dal nuovo dinaro iracheno.
E’ notizia del 24 novembre scorso che Marco De Benedetti è entrato nel gruppo Carlyle, dove ha/aveva sostanziali interessi la famiglia Bin Laden, con la funzione di occuparsi dell’Italian buy-out.
Ovvero delle scalate ostili che potrà fare grazie al fatto che lo gnomo Trichet, avendo alzato i tassi, farà scoppiare qualche altra Enron nella patria di Pulcinella.
Bisogna dire che questa famiglia De Benedetti è assai pericolosa per noi italiani: e non perché il Carlo ha fatto saltare l’Ambrosiano per spartirselo con gli amici piemontesi.
Ma perché il Carlo si è messo a spacciare l’aspartame, un dolcificante oramai universalmente conosciuto per cancerogeno, che è contenuto nelle caramelle/gomme da masticare vendute ai bambini.
Scrissi un articolo in proposito per un direttore della Padania, che voleva sapere quanto io ne sapessi di banche: oggi lavora al TG2.
L’articolo sull’’aspartame non venne mai pubblicato.
Ma anche il direttore precedente, Max Parisi, andò arricchito al TG2 dopo i servizi sull’uranio impoverito che gli mettemmo gratuitamente a disposizione.
Si era nel 1999, quando ancora le vittime tra i soldati italiani non avevano raggiunto il numero delle vittime della strage di Bologna.
Torniamo all’Iraq.
Il dinaro iracheno valeva più di 2,5 dollari prima dell’embargo assassino degli americani.
Oggi, un nuovo dinaro iracheno, varrebbe circa una vecchia lira italiana.
Varrebbe quindi quattromila volte meno di quando c’era Saddam.
Che vuol dire? Il valore di una valuta di un paese è commisurato alla credibilità di codesto paese.
Il nuovo dinaro iracheno - in gergo: Iqd - non può essere trattato liberamente sui mercati internazionali.
Per trattare valute sui mercati internazionali occorre aprire un conto Forex: Foireign Exchange.
Un conto dal quale via computer si può comprare e vendere valuta.
Ma nessuno oggi al mondo vi aprirà un conto forex per trattare Iqd... Perché?
Perché nessuno nei mercati crede al nuovo Iraq made-in-Usa, e quindi nemmeno alla sua valuta.
Ve lo dico perché conosco qualcuno che ha il mandato da parte della banca centrale irachena per cercare di trattare la valuta.
Ma non gli aprono il conto!
E poi parliamo di cospirazione?
La verità è che a voi vi raccontano che hanno fatto una opera di democrazia, in Iraq, ma il mercato non ci crede manco per niente.
E quando non ci crede il mercato, cioè chi mette i soldi nelle cose in cui dice di credere, vuol dire che stiamo facendo casino per niente.
A meno che lo smaltimento dell’uranio impoverito non valga la morte dei carabinieri dei corpi speciali e di altri diperati che, in questa Europa delle meraviglie, non sanno come fare per sbarcare il lunario.
E’ a loro che la classe politica dei maiali tutti uguali (ma alcuni sono più uguali...) si rivolge per chiedere lacrime e sangue.
Per continuare a pagare i vampiri del signoraggio.
Per evitare di dire al Popolo Sovrano che, della sua sovranità, se ne strafottono alla grande.
Potrebbe anche succedere che codesto popolo si svegli, non è garantito: ma rientra nelle probabilità.
Rientra nelle parole dell’inno: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta...”.
Se succede, non basterà l’aspartame per riabbioccarli.
Noi ci auguriamo che la magistratura o il legislatore, usando sapientemente gli strumenti dello stato di diritto, siano capaci di estinguere la sete di giustizia con la pacifica rivoluzione della “carta bollata”. (M. Saba)
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SINIBADO
Ogni tanto si sente ripetere: “lacrime e sangue”.
Oppure: “tirare la cinghia”.
A me piace:
“il triangolo NO!” Perché?
Perché oramai s’è capito che esiste un triangolo ben preciso: banca centrale - rubocrazia - popolo “sovrano”.
Il termine giusto, al posto di rubocrazia, sarebbe “stato”.
Lo stato dovrebbe garantire il sovrano - il popolo - per quanto riguarda i suoi diritti. Una specie di polizia - o milizia, se preferite.
Ma c’è un ma. Da quando nacque la banca nazionale, poi trasformatasi in Banca d’Italia, il gioco era già fatto e truccato.
E su di un modello che è stato ripreso altrove. Facciamo un flash-front, il contrario di un flash-back.
I lettori oramai hanno abbastanza capito il gioco della questione monetaria. Ma se così non fosse, usiamo l’esempio dell’Iraq.
Diamo una mano all’ex ministro della giustizia americano Ramsey Clark che si è voluto prendere la difesa di Saddam Hussein.
Come?
Partiamo dal nuovo dinaro iracheno.
E’ notizia del 24 novembre scorso che Marco De Benedetti è entrato nel gruppo Carlyle, dove ha/aveva sostanziali interessi la famiglia Bin Laden, con la funzione di occuparsi dell’Italian buy-out.
Ovvero delle scalate ostili che potrà fare grazie al fatto che lo gnomo Trichet, avendo alzato i tassi, farà scoppiare qualche altra Enron nella patria di Pulcinella.
Bisogna dire che questa famiglia De Benedetti è assai pericolosa per noi italiani: e non perché il Carlo ha fatto saltare l’Ambrosiano per spartirselo con gli amici piemontesi.
Ma perché il Carlo si è messo a spacciare l’aspartame, un dolcificante oramai universalmente conosciuto per cancerogeno, che è contenuto nelle caramelle/gomme da masticare vendute ai bambini.
Scrissi un articolo in proposito per un direttore della Padania, che voleva sapere quanto io ne sapessi di banche: oggi lavora al TG2.
L’articolo sull’’aspartame non venne mai pubblicato.
Ma anche il direttore precedente, Max Parisi, andò arricchito al TG2 dopo i servizi sull’uranio impoverito che gli mettemmo gratuitamente a disposizione.
Si era nel 1999, quando ancora le vittime tra i soldati italiani non avevano raggiunto il numero delle vittime della strage di Bologna.
Torniamo all’Iraq.
Il dinaro iracheno valeva più di 2,5 dollari prima dell’embargo assassino degli americani.
Oggi, un nuovo dinaro iracheno, varrebbe circa una vecchia lira italiana.
Varrebbe quindi quattromila volte meno di quando c’era Saddam.
Che vuol dire? Il valore di una valuta di un paese è commisurato alla credibilità di codesto paese.
Il nuovo dinaro iracheno - in gergo: Iqd - non può essere trattato liberamente sui mercati internazionali.
Per trattare valute sui mercati internazionali occorre aprire un conto Forex: Foireign Exchange.
Un conto dal quale via computer si può comprare e vendere valuta.
Ma nessuno oggi al mondo vi aprirà un conto forex per trattare Iqd... Perché?
Perché nessuno nei mercati crede al nuovo Iraq made-in-Usa, e quindi nemmeno alla sua valuta.
Ve lo dico perché conosco qualcuno che ha il mandato da parte della banca centrale irachena per cercare di trattare la valuta.
Ma non gli aprono il conto!
E poi parliamo di cospirazione?
La verità è che a voi vi raccontano che hanno fatto una opera di democrazia, in Iraq, ma il mercato non ci crede manco per niente.
E quando non ci crede il mercato, cioè chi mette i soldi nelle cose in cui dice di credere, vuol dire che stiamo facendo casino per niente.
A meno che lo smaltimento dell’uranio impoverito non valga la morte dei carabinieri dei corpi speciali e di altri diperati che, in questa Europa delle meraviglie, non sanno come fare per sbarcare il lunario.
E’ a loro che la classe politica dei maiali tutti uguali (ma alcuni sono più uguali...) si rivolge per chiedere lacrime e sangue.
Per continuare a pagare i vampiri del signoraggio.
Per evitare di dire al Popolo Sovrano che, della sua sovranità, se ne strafottono alla grande.
Potrebbe anche succedere che codesto popolo si svegli, non è garantito: ma rientra nelle probabilità.
Rientra nelle parole dell’inno: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta...”.
Se succede, non basterà l’aspartame per riabbioccarli.
Noi ci auguriamo che la magistratura o il legislatore, usando sapientemente gli strumenti dello stato di diritto, siano capaci di estinguere la sete di giustizia con la pacifica rivoluzione della “carta bollata”. (M. Saba)
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SINIBADO