unlui
Cymbius !
un'italiano ha fondato il principio della felicita' su cui Franklin lo uso' nella dichiarazione di indipendenza Americana.
GLI ITALIANI SONO DEI MOBY DICK , figuriamoci se l'ebetino fa' qualcosa in 1000 giorni
“Giovani nel mondo” presenta un progetto di Citizen Diplomacy volto a raccogliere idee e proposte di giovani cittadini italiani, europei e del mondo su un tema eterno e più che mai attuale: quello del “Diritto alla Felicità”.
"L'uomo ha diritto alla felicità", fu questo principio coniato dal grande pensatore e filosofo napoletano del 700 Gaetano Filangeri ad ispirare la decisione di Benjamin Franklin di inserire l'esplicito riferimento alla felicità come diritto inalienabile nel testo della Dichiarazione di Indipendenza americana del 4 luglio 1776. Ma l'obiettivo di assicurare “la felicità della Nazione” era stato già inserito qualche anno prima in una carta costituzionale approvata dai rivoluzionari corsi che lottavano per l'indipendenza dalla Repubblica di Genova, e nel 1778 un progetto costituzionale preparato dal granduca di Toscana affermava che "in una ben composta società tutti e qualunque membro componente della medesima hanno egual diritto alla felicità”. Ancora oggi ritroviamo il “diritto alla felicità” solennemente citato nell'articolo 13 della Costituzione giapponese: "Tutte le persone che costituiscono il popolo saranno rispettate come individui. Il loro diritto alla vita, alla libertà ed al perseguimento della felicità, entro i limiti del benessere pubblico, costituiranno l'obiettivo supremo dei legislatori e degli altri organi responsabili del governo".
Ma cosa si intende per “diritto alla felicità”? Il diritto al pieno sviluppo della persona umana? Il diritto a migliorare la propria condizione e a godere in piena sicurezza dei propri beni? E quindi il diritto alla libertà individuale? Il diritto a vivere in un contesto di pace e di solidarietà che superi i confini territoriali? O ancora il diritto di ogni individuo a una vita sessuale libera da condizionamenti, responsabile e soddisfacente? Quali sono dunque le sfere interessate da questo diritto? La felicità è una situazione troppo intima e personale perché i legislatori e i governi possano occuparsene in maniera esplicita e diretta. Forse l’unico strumento volto a creare felicità per i cittadini è quello che i legislatori e governi possono fare per rimuovere le cause principali dell’infelicità. Questo significa evitare che le persone siano violate fisicamente, vivano in eccessiva miseria o subiscano gravi ingiustizie per ragioni culturali o di genere. Ma queste tutele altro non sono che le protezioni previste dai fondamentali diritti umani. Per cui la felicità e i diritti umani hanno essenzialmente un origine comune.
Tra i partecipanti al forum, i 3 utenti che avranno contribuito in maniera più significativa al dibattito saranno selezionati in qualità di portavoce della community del forum e avranno dunque la possibilità di relazionare il contenuto della proposta durante uno dei panel del Festival della Diplomazia, dal titolo "DIRITTO ALLA FELICITÀ COME DIRITTO INALIENABILE. ESEMPIO DI CITIZEN DIPLOMACY" che si svolgerà a Roma mercoledì 17 ottobre (location e orario in via conferma). Gli utenti saranno selezionati sulla base della frequenza con la quale hanno partecipato al dibattito, nonché per l'originalità e la capacità di sintesi della proposta avanzata.
Inoltre, “Giovani nel Mondo” darà la possibilità a 50 partecipanti al concorso di prendere parte alle prime due giornate di apertura del Festival della Diplomazia previste a Spoleto il 13 e 14 ottobre 2012. Le spese di trasferimento da Roma a Spoleto e viceversa, il pernottamento a Spoleto per la notte del 13 con colazione inclusa, saranno interamente coperte dagli organizzatori del Festival.
GLI ITALIANI SONO DEI MOBY DICK , figuriamoci se l'ebetino fa' qualcosa in 1000 giorni
“Giovani nel mondo” presenta un progetto di Citizen Diplomacy volto a raccogliere idee e proposte di giovani cittadini italiani, europei e del mondo su un tema eterno e più che mai attuale: quello del “Diritto alla Felicità”.
"L'uomo ha diritto alla felicità", fu questo principio coniato dal grande pensatore e filosofo napoletano del 700 Gaetano Filangeri ad ispirare la decisione di Benjamin Franklin di inserire l'esplicito riferimento alla felicità come diritto inalienabile nel testo della Dichiarazione di Indipendenza americana del 4 luglio 1776. Ma l'obiettivo di assicurare “la felicità della Nazione” era stato già inserito qualche anno prima in una carta costituzionale approvata dai rivoluzionari corsi che lottavano per l'indipendenza dalla Repubblica di Genova, e nel 1778 un progetto costituzionale preparato dal granduca di Toscana affermava che "in una ben composta società tutti e qualunque membro componente della medesima hanno egual diritto alla felicità”. Ancora oggi ritroviamo il “diritto alla felicità” solennemente citato nell'articolo 13 della Costituzione giapponese: "Tutte le persone che costituiscono il popolo saranno rispettate come individui. Il loro diritto alla vita, alla libertà ed al perseguimento della felicità, entro i limiti del benessere pubblico, costituiranno l'obiettivo supremo dei legislatori e degli altri organi responsabili del governo".
Ma cosa si intende per “diritto alla felicità”? Il diritto al pieno sviluppo della persona umana? Il diritto a migliorare la propria condizione e a godere in piena sicurezza dei propri beni? E quindi il diritto alla libertà individuale? Il diritto a vivere in un contesto di pace e di solidarietà che superi i confini territoriali? O ancora il diritto di ogni individuo a una vita sessuale libera da condizionamenti, responsabile e soddisfacente? Quali sono dunque le sfere interessate da questo diritto? La felicità è una situazione troppo intima e personale perché i legislatori e i governi possano occuparsene in maniera esplicita e diretta. Forse l’unico strumento volto a creare felicità per i cittadini è quello che i legislatori e governi possono fare per rimuovere le cause principali dell’infelicità. Questo significa evitare che le persone siano violate fisicamente, vivano in eccessiva miseria o subiscano gravi ingiustizie per ragioni culturali o di genere. Ma queste tutele altro non sono che le protezioni previste dai fondamentali diritti umani. Per cui la felicità e i diritti umani hanno essenzialmente un origine comune.
Tra i partecipanti al forum, i 3 utenti che avranno contribuito in maniera più significativa al dibattito saranno selezionati in qualità di portavoce della community del forum e avranno dunque la possibilità di relazionare il contenuto della proposta durante uno dei panel del Festival della Diplomazia, dal titolo "DIRITTO ALLA FELICITÀ COME DIRITTO INALIENABILE. ESEMPIO DI CITIZEN DIPLOMACY" che si svolgerà a Roma mercoledì 17 ottobre (location e orario in via conferma). Gli utenti saranno selezionati sulla base della frequenza con la quale hanno partecipato al dibattito, nonché per l'originalità e la capacità di sintesi della proposta avanzata.
Inoltre, “Giovani nel Mondo” darà la possibilità a 50 partecipanti al concorso di prendere parte alle prime due giornate di apertura del Festival della Diplomazia previste a Spoleto il 13 e 14 ottobre 2012. Le spese di trasferimento da Roma a Spoleto e viceversa, il pernottamento a Spoleto per la notte del 13 con colazione inclusa, saranno interamente coperte dagli organizzatori del Festival.