LE SCALINATE infestate dai rovi portano nel nulla,
i leoni di pietra un tempo simbolo del lusso si affacciano ora da balaustre sormontate dalle acacie.
Il sentiero tra gli alberi parte dalla fine di viale Villa Chiesa, a Multedo,
dove il cartello arrugginito con la scritta "proprietà privata" non è mai stato rispettato da nessuno.
Quel prato sorto dove un tempo c'era una villa è sempre stata un'attrazione irresistibile, per tutti: famiglie, amanti, eroinomani.
Dopo sessant'anni di abbandono nel parco di Villa Pignone- Ansaldo, nota anche come Villa Chiesa, qualcosa potrebbe cambiare.
Su commissione dei proprietari uno studio di architetti di Genova sta cercando di capire quale potrebbe essere la sua nuova destinazione.
La storia di Villa Pignone-Ansaldo per lungo tempo è rimasta nei ricordi degli abitanti di Multedo.
Ci è voluta una tesi di laurea e l'interesse del Ponentino, il mensile di Pegli ormai scomparso,
per ricostruire la storia di questi sessantamila metri quadri in cima a una collina abbandonati da mezzo secolo.
Il parco fu realizzato insieme alla villa nel 1885 dal commerciante di cereali Tito Pignone,
che nel 1939 si giocò la proprietà a carte, perdendola.
L'ampia area in cima a Multedo passò così all'industriale milanese Chiesa; qualche anno dopo la vendette all'Ansaldo,
che realizzò a Multedo una colonia e campi estivi per i figli dei dipendenti.
Negli anni Sessanta il quarto proprietario, il più nefasto.
Pare che nell'intento di costruire sulla collina depositi petrolchimici interrati, sull'esempio della Carmagnani, rase al suolo la bellissima villa.
Inutilmente, perché quei depositi non furono mai realizzati.
Negli anni Settanta la proprietà del complesso passò all'istituto di ricerca scientifica Inrca di Ancona,
di cui restano ancora i cartelli che vietano l'ingresso al parco.
L'idea di realizzare un complesso ospedaliero non si è mai concretizzata
e dagli anni Novanta i tentativi di vendita sono andati avanti per anni senza successo.
Troppo difficile piazzare una grande area di pregio, vista mare, in un quartiere nel frattempo deturpato dalle industrie.
Nel 2012 è pero arrivato il nuovo proprietario, Dimore Srl, che ha dato il compito di ideare un futuro
per il parco allo studio dell'architetto genovese Carlo Andrea Guidi di Bagno.
«L'obiettivo è la ricostruzione di un volume uguale a quello della vecchia villa, ipotesi già approvata dal Comune», spiega Guidi di Bagno.
«L'impegno dello studio è quotidiano: si lavora a studi preliminari per capire quale potrebbe essere il progetto più interessante ».
Le idee sul tavolo sono molto diverse tra di loro e in ogni caso delle «semplici ipotesi di lavoro», tiene a precisare l'architetto.
E' di fatto esclusa l'edilizia residenziale, perché la ricostruzione del volume della sola villa difficilmente farebbe tornare i conti dal punto di vista economico.
I progetti principali su cui lo studio lavora sono tre e puntano a una struttura di alto livello, silenziosa, e immersa nel verde.
Tra le ipotesi più apprezzate c'è la residenza per anziani:
potrebbe sfruttare lo spazio a disposizione per avviare progetti di agricoltura e grazie al risvolto sociale
ha la possibilità ottenere il supporto dei fondi europei.
C'è poi l'opzione del centro direzionale di tipo americano — sul genere di Google —
con tanto di servizi avanzati come l'asilo per i figli dei dipendenti.
Infine la struttura alberghiera con la caratteristica di essere vicina alla Marina di Sestri Ponente e all'aeroporto.
«La negativa situazione economica degli ultimi anni è stata un impedimento», riconosce l'architetto Guidi Di Bagno.
«Ora speriamo che si muovi qualcosa, ci sono stati interessamenti anche dall'estero.
Questa è' un'area che merita di essere valorizzata».