SIAMO SPIACENTI... LA PASSWORD DEVE CONTENERE ALMENO UNA LETTERA MAIUSCOLA, UN NUMERO, UN GEROGLIFICO, UN CARATTERE IN BRAILLE, IL NOME DI

non avevo visto Dany

La Patagonia e' un posto bellissimo...quando ci andavo io mi fermavo a Puerto Montt e poi andavo sull'isola di Chiloe'

tieni presente che una zona grande come l'Italia ha 300.000 abitanti e 7 mesi l'anno piove e fa un freddo serio

ma e' stupenda....
Oltre a far freddo... c'è anche vento ogni santo giorno. Io l'ho vista solo in foto... ma è davvero meravigliosa:lovin:
 
Siamo – per fortuna – tutti diversi.

Nessuno è uguale all’altro:

biondi e bruni,

alti e bassi,

grassi e magri,

belli e brutti,

giovani e vecchi e, per finire,

uomini e donne.


Solo che questa ultima differenza non è come le altre:

è una differenza rilevante, mentre le altre sopra elencate di solito non sono rilevanti.


Dico “di solito”
perché può capitare che a volte anche quelle differenze possano essere rilevanti
e che perciò sotto uno specifico riguardo esser alto o basso, bello o brutto possa essere sommamente dotato di significato:

per esempio, se si partecipa ad una gara di salto in alto, è evidente che la statura sia rilevante,
in quanto gli atleti alti e longilinei sono per natura avvantaggiati rispetto a quelli bassi e tarchiati;

allo stesso modo, se si partecipa ad un concorso di bellezza, prevarranno i belli di natura,
rispetto ai meno belli o addirittura ai brutti e via di questo passo.

Si tratta in ogni caso di differenze relative,
in quanto ciascuna di esse è appunto “relativa” ad un aspetto particolare, contingente,
che può esserci o non esserci, come appunto può esserci o non esserci una gara di salto in alto o un concorso di bellezza:
in tutti gli altri casi, tali differenze saranno del tutto irrilevanti.


Invece, la differenza fra uomini e donne non è mai relativa, ma sempre assoluta,
in quanto del tutto indipendente dalla situazione di cui di volta in volta si tratti.

È una differenza a suo modo intrascendibile, in quanto ciascuno di noi porta incisa sulla propria carne
la propria identità sessuale, senza che si possa né ignorarla né eliminarla.

Inoltre, essa orienta e condiziona l’intera visione del mondo,
in modo tale che la visione delle cose da parte dell’uomo è spesso diversa da quella delle donne
e ciascuna è complementare rispetto all’altra.

Prova ne sia che “sexus” indica solo una polarità – da “secare”, che vale tagliare –
rinviando immediatamente alla polarità opposta, eguale e contraria:
eguale perché anch’essa sessuata, contraria perché di segno opposto.

Tutto ciò non veicola affatto e in alcun modo una superiorità di un sesso rispetto all’altro,
ma una differenza certamente sì.

E si tratta, a ben vedere, non di una differenza qualsiasi, ma – come dicevo – a suo modo assoluta e che dà da pensare.


In particolare, al di là delle sesquipedali sciocchezze del femminismo ideologico del nostro tempo,

secondo il quale, per un verso, non vi sono differenze fra uomini e donne,

ma, per altro verso, le donne devono sempre essere tutelate nella loro differenza specifica

(con tanti saluti al principio di non contraddizione),

va detto che la più vera identificazione della differenza fra uomini e donne

si trova nel pensiero di Lou von Salomé, non a caso capace di intrattenere relazioni durature

prima con Friedrich Nietzsche e poi con Rainer Maria Rilke,

cosa che non sarebbe stata evidentemente possibile se in lei avesse fatto difetto uno spiccata capacità intellettuale.


Per la Salomé, mentre l’uomo è un essere tendenzialmente specializzato

– il cacciatore, lo scienziato, l’economista, il soldato –

al contrario, la donna è un essere, per così dire, non specializzato e precisamente in questo risiede la sua vera natura.


Essa, infatti, potendosi raffigurare idealmente come una circonferenza

– mentre l’uomo sarebbe un vettore che da un punto ne raggiunge un altro –

non è mai al principio e non è mai alla fine, per il semplice motivo che principio e fine, per lei e soltanto per lei, coincidono.


Per questo, la donna è sempre presso di sé, non avendo bisogno di altro, è tendenzialmente autosufficiente, davvero libera,

mentre l’uomo non lo è mai, avendo sempre bisogno di una donna alla quale fare riferimento:

la donna sa sempre come organizzarsi nella vita, l’uomo mai o quasi mai e, se lo fa, vi riesce con maggior difficoltà.


La donna è, per usare questa terminologia gravida di significato anche filosofico, “simmetrica”,

come attesta, fra l’altro, il dato biologico del cromosoma femminile configurato come doppia X;

l’uomo, al contrario, è “asimmetrico”, come attesta, fra l’altro, il dato biologico del cromosoma maschile configurato come XY

(e, detto per inciso, l’elemento femminile in lui presente, la X, lo salva probabilmente dal ridursi ad uno scimmione primitivo).


La donna, avendo bisogno di nulla e di nessuno, può dunque riposare quietamente in sé,

mentre l’uomo, sospinto da irredimibile inquietudine, mai davvero libero, deve sempre andare oltre.


Sta qui, per Salomé, il vero genio femminile che l’uomo non potrà mai eguagliare.


Ecco perché Salomè raccomanda alle donne di non imitare mai gli uomini:

perché sa bene che imitandoli la donna si perde e, perdendosi, si mescola agli uomini,

in mezzo ai quali il suo destino è soccombere come donna.



Sicché, assistere oggi allo spettacolo del femminismo ideologico suona grottesco e falso,
perché una tale imitazione piega la natura della donna, disperdendone il carattere proprio.


Queste femministe evidentemente non hanno mai letto o meditato una sola pagina di Salomé,

non hanno mai studiato insomma in cosa consista lo specifico femminile,

rimanendo vittime inconsapevoli di un assoluto ideologico in forza del quale – nel nome di un cieco egualitarismo –

tutto è sessualizzato (cioè ricondotto alla dimensione sessuale),

ma nulla è sessuato (perché i due sessi svaniscono nella liquidità delle teorie del “gender
”).


Queste femministe non comprendono dunque ove risieda la grandezza della donna.


Non a caso, per un verso, biblicamente, l’opera della creazione di Dio trova il suo culmine e la sua perfezione

non nell’uomo – Adamo – ma nella donna – Eva – creata dopo di lui, per vincere la sua solitudine.


Per altro verso, teologicamente, li trova in Maria, madre di tutto il genere umano.

Senza Eva, anche se in compagnia di un altro uomo a lui eguale,
Adamo sarebbe rimasto come prima: in chiave biblica, solo.

Senza Maria, anche se figli della nostra madre biologica,
ciascuno di noi sarebbe rimasto come prima: in chiave teologica, orfano.
 
Meglio leggerne una di più .......


Contagiarsi dopo aver fatto il vaccino anti-coronavirus è difficile ma non impossibile.

Quindi bisogna stare attenti a non manifestare questi quattro sintomi in seguito alla vaccinazione:

difficoltà a respirare,

mal d’orecchie
,

ghiandole ingrossate

e starnuti, a ripetizione, come succede per le classiche allergie stagionali.


Se si presentano è consigliabile fare un tampone, dato che potrebbe trattarsi di Covid-19.

Uno studio del King’s College London conferma che ci si può contagiare anche dopo essere stati vaccinati
e in tutti i casi si riportano questi sintomi anomali per il coronavirus.


Insomma, chi si prende il Covid dopo il vaccino ha sintomi diversi rispetto a chi si ammala da non vaccinato.

Le persone controllate avevano il 70% in meno di probabilità di avere la febbre
e il 55% in meno di probabilità di provare affaticamento, rispetto a chi non era stato vaccinato.

Su 1,1 milione di utenti, dopo la prima dose di vaccino, 2.400, dunque lo 0,2%, erano rimasti contagiati.

Su mezzo milione di persone esaminate, 187 erano risultate positive alcune settimane dopo la seconda dose.


Secondo Sergio Abrignani, professore ordinario di patologia generale all’Università Statale di Milano,
i vaccini attualmente disponibili offrono una protezione che va dal 60% di AstraZeneca
a oltre il 90% nel caso dei farmaci sviluppati da Pfizer-Biontech e da Moderna.

Questo vuol dire che, anche dopo la doppia vaccinazione,
c'è una quota di persone che può ammalarsi, una volta entrata in contatto con il virus.


E' solo una probabilità, che può riguardare coloro che sono stati immunizzati con un vaccino a mRna
e che avranno ricevuto la doppia dose di AstraZeneca.
 
La biologa Barbara Gallavotti, ospite fissa di Giovanni Floris a DiMartedì, su La7
ci spiega nella puntata del primo maggio le novità sul coronavirus scoperte dai ricercatori israeliani
che hanno pubblicato uno studio su Nature.

La domanda dalla quale parte la ricerca è:

"Perché il coronavirus è un vincitore tra gli agenti infettivi?".


Quindi la Gallavotti spiega:

"Il coronavirus ha l'obiettivo di prendere il controllo della cellula, in particolare del suo sistema di produzione,
e di costringere la cellula a produrre le proteine del coronavirus che poi assemblate come in un Lego formano il nuovo agente infettivo".



La cellula però, continua la Gallavotti,

"ha dei sistemi di sicurezza e chimicamente reagisce producendo molecole
che da un lato ostacolano il virus al suo interno e dall'altro escono all'esterno della cellula e avvertono il sistema immunitario.
Come quando nelle città assediate venivano mandati dei messaggeri all'esterno per chiamare in soccorso gli alleati".


Purtroppo però, spiega la biologa, "questo meccanismo con il coronavirus non risponde al meglio".


Quello che succede

"è che quando la cellula si rende conto della presenza dell'invasore

cerca di attivare le informazioni genetiche volte a contrastare il virus che sono nel suo dna

e quindi perché queste informazioni di emergenza possano essere portate alla centrale di produzione

occorre che siano trascritte in una molecola di Rna

e questa dovrebbe uscire dal nucleo e dirigersi verso la fabbrica delle proteine".



Insomma, come in guerra,

"c'è un testa a testa tra l'Rna del virus e quello della cellula

e l'obiettivo è arrivare per primi alla centrale operativa della cellula e metterla al proprio servizio.

Chi riesce a vincere ha un punto in più.

Come in una partita a scacchi".



Purtroppo però, conclude la Gallavotti,

"si è visto che nella maggior parte dei casi il nuovo coronavirus riesce a dare scacco matto alla cellula

e arrivare per primo alla fabbrica delle proteine e questo gli dà un enorme vantaggio".
 
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Qualcosa si muove negli uffici della Procura di Bergamo,
pronti a sganciare la bomba sulla sanità italiana e la gestione della pandemia dovuta al Covid.

Spiega come una fonte abbia rivelato che i magistrati coordinati da Maria Cristina Rota
sono pronti a far partire una valanga di avvisi di garanzia sull’indagine per epidemia colposa.

Una direttiva dell’Unione Europea del 2013 obbligava l’Italia
“a sviluppare un piano generico di preparazione a serie minacce transfrontaliere che potrebbero costituire un'emergenza sanitaria internazionale”.


E l’ipotesi dei pm è che a tale piano si sarebbero sottratti ministri e dirigenti del ministero della Salute
e chi avrebbe dovuto tradurre le linee guida in piani operativi regionali.

I nomi nel mirino della Procura bergamasca sarebbero quelli di Roberto Speranza, Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo:
uno è l’attuale Ministro della Salute, le altre due hanno occupato in precedenza la stessa poltrona.

Oltre a loro nella lista dei destinatari degli avvisi di garanzia ci sarebbero
Claudio D’Amario, Direttore Generale della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute da febbraio 2018,
il suo predecessore Ranieri Guerra (indagato per le false dichiarazioni sul report Oms),
Silvio Brusaferro, il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità,
Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto di Speranza
e infine Giulio Gallera, ex assessore al Welfare in Lombardia.


L’estate si annuncia bollente.
 
L'ultimo sondaggio di Fabrizio Masia per Agorà,
illustrato da Luisella Costamagna nella puntata di oggi 3 giugno in diretta su Rai tre,
denota il crollo dell'ex premier Giuseppe Conte e la crescita nonché il sorpasso di Luca Zaia e di Giorgia Meloni.

Seconda la rilevazione, infatti, Mario Draghi si conferma il leader più gradito con il 56 per cento dei consensi
(più due punti rispetto alla settimana precedente).

Il premier è seguito dalla leader di Fratelli d'Italia al 44 per cento (stabile rispetto agli ultimi dati)

e dal governatore della Regione Veneto ora al 41 per cento (più un punto percentuale).


L'ex presidente del Consiglio scende dal podio e si posiziona al quarto posto della classifica sulla fiducia nei leader,
con il 39 per cento delle preferenze e perdendo ben due punti percentuali rispetto alla settimana scorsa.

L'ex premier è tallonato dal governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, stabile al 38 per cento.
 
Ideati inizialmente dal francese Nicolas Appert,
e consacrati una volta per tutte all'Esposizione di Parigi da Francesco Cirio nel 1867,
le lattine che contengono i pomodori pelati sono ormai uno dei fiori all'occhiello della filiera alimentare italiana.


Mentre in passato il problema poteva riguardare un'offerta troppo bassa per soddisfare la domanda,
oggi il problema principale riguarda i contenitori.


Infatti, dalla metà di luglio in avanti, quando la raccolta dei pomodori entra nel vivo,
il rischio è quello di avere tonnellate di pomodori, ma senza la classica lattina
che consente di trasportarli e soprattutto conservarli.

L'Italia è tra i leader mondiali di produzione di conserve:
sono oltre 5 milioni le tonnellate processate, testa a testa con la Cina e dietro soltanto agli Stati Uniti d'America.


Secondo quanto riporta La Repubblica, due terzi finiscono nelle latte di banda stagnata,
il materiale che arriva in forma di bobine d'acciaio prevalentemente dalla Cina,
per poi essere trasformato in barattoli dalle nostre imprese.


"Poche grandi multinazionali e tante Pmi
- spiega Giovanni Castelli, direttore di Anfima, l'associazione nazionale italiana dei Fabbricanti di Imballaggi Metallici e affini -
concentrate in Emilia e tra Napoli e Salerno", vicino alle coltivazioni di pomodoro.


"In pochi mesi il prezzo delle bobine è passato da 400 a oltre mille dollari a tonnellata"

sottolinea Natasha Linhart, Ceo dell'azienda bolognese Atlante.


Ad essere colpito dall'aumento del prezzo dei materiali, non è stato soltanto il settore dei pomodori:

"A fine 2020 i fornitori di birra hanno iniziato a tagliare i marchi minori, per la scarsità di lattine.

Ma per l'agroalimentare è un'emergenza seria"


aggiunge Linhart, avvisando che il rischio che si corre è quello di "lasciare i pomodori a marcire sui campi".

A colpire il settore anche in questo caso sono state le conseguenze della pandemia.


Mentre le acciaierie avevano abbattuto la produzione,

in reazione alla domanda dell'industria automobilistica finita al tappeto,

la domanda di alcuni prodotti di consumo - soprattutto alimentare - è schizzata alle stelle.



Tutti hanno iniziato a fare scorte in casa, in particolare di polpa di pomodoro e pelati.

I magazzini sono così stati svuotati e una volta ristabilitasi la domanda normale,
i produttori dei semilavorati sono rimasti indietro:

"Ci vogliono due anni per potenziare le linee degli stabilimenti" commenta Linhart.

E a svolgere un ruolo cruciale è l'importazione di materiale dall'estero,
con i sindacati che spingono su investimenti all'ex Ilva di Genova
per incrementare la produzione di banda stagnata:

Sono soltanto 100mila le tonnellate prodotte in Italia, a fronte di un fabbisogno nazionale che si aggira intorno alle 800mila.


Se a questo contesto si aggiunge l'aumento dei costi di trasporto
e il fatto che i detentori della materia hanno iniziato ad accumulare per sé,
si spiegano gli aumenti dei prezzi:

"La banda stagnata pesa al 60-65% sul costo del barattolo" afferma Castelli.

"Su una lattina da mezzo chilo, sono 3 centesimi di aumento" commenta Linhart.

"Tantissimo per un prodotto che costa così poco".


Mai come ora tutto è così incerto.


"L'unica certezza" dice Giovanni De Angelis, direttore di Anicav, associazione dei conservieri
"è che l'aumento del costo dell'acciaio, con i rincari di etichette, cartoni e plastica, graverà sul costo dei prodotti finiti".
 
Poveri poveri poveri ed i prossimi saremo noi ?


Nel 1981 la Grecia entrava a far parte della CEE (comunità economica europea),
lo scorso 27 maggio è stato organizzato un evento per “festeggiare” il 40° anniversario.

Fra gli oratori c’era anche Charles Michel, il presidente del consiglio europeo, che se n’è uscito con queste deliranti dichiarazioni:


Since you, Greece, formally joined our common Europe, which had always been yours, you have known the best years in your history.
They have permanently put you on the path to peace and prosperity.#Greece #Athens #40ΕλλαδαΕΕ @PresidencyGR @kmitsotakis pic.twitter.com/bEXCFaQXrh

— Charles Michel (@eucopresident) May 27, 2021


Since you, Greece, formally joined our common Europe, which had always been yours, you have known the best years in your history. They have permanently put you on the path to peace and prosperity.

Secondo Michel, la Grecia da quando è divenuta membro dell’europa avrebbe conosciuto i migliori anni della sua storia,

e sarebbe stata messa sulla via permanente della pace e del benessere.



Vediamo allora questo “miracolo”.

PIL REALE INDIETRO DI VENT’ANNI

Cominciamo dal prodotto interno lordo:

nel 2019 era inferiore del 23,5% in termini reali rispetto al 2007,

mentre lo scorso anno con la crisi covid il gap è salito al 29,8%.





FONTE: AMECO codice OVGD

Nel 2020 il PIL greco si è contratto del -8,2% contro il -10,1% del 2011,
anno cui Mario Monti millantava in TV “il più grande successo dell’euro“.

Ora capite perché nel 2012 Paolo Barnard definì Monti “bugiardo e criminale“?



Infatti il grande successo dell’euro consiste nell’avere l’economia ai livelli pre-euro,
questo anche prima del coronavirus, con un PIL reale inferiore ai valori del 2001, anche in termini pro capite (grafico sotto).




FONTE: AMECO codice RVGDP

LA DISOCCUPAZIONE RECORD

Come non ricordare la mostruosa disoccupazione che ha afflitto la Grecia nel passato decennio,
con il picco massimo toccato nel 2013 (27,5%) e che tutt’oggi non è mai stata riassorbita (16,3% nel 2020).

Tutto questo disastro non ha precedenti, neanche lontanamente paragonabili.




FONTE: AMECO codice ZUTN

IL TAGLIO DEI SALARI REALI

Chi non ha perso il lavoro, ha comunque subìto una forte riduzione dei salari reali,
che dal 2013 ad oggi si son collocati sui livelli del 1995-96.

Nel 2020 le retribuzioni dei lavoratori greci erano sotto del -27,4% rispetto al massimo storico del 2009 e del -16% rispetto al 2001.




FONTE: dati nominali (wage rate) deflazionati con l’indice nazionale dei prezzi al consumo (OCSE) e anno di riferimento spostato al 2020

PRODUZIONE INDUSTRIALE A PICCO

Infine la produzione industriale, che nel 2020 viaggiava sui livelli del 1980,
quando addirittura la Grecia non aveva neppure la tessera del “club d'europa”.

Però si può vivere di solo turismo, giusto?




FONTE: AMECO codice VPRI, anno di riferimento spostato al 2020


Battute a parte, i dati dimostrano (e ce ne sarebbero molti altri)

come la Grecia abbia subìto i danni di una guerra in tempo di pace,

con buona pace della retorica di Michel ed euroinomani vari.
 
Le autorità danesi hanno bloccato gran parte dell’accesso del paese

alla piattaforma video Bitchute in nome della prevenzione della diffusione di “informazioni pericolose” su COVID.


Il National Police Cyber Crime Center (NC3) della Danimarca ha presentato una richiesta

per un’ingiunzione del tribunale per bloccare il sito e gli ISP hanno seguito l’esempio bloccando l’accesso agli utenti danesi.


“Il National Police Cyber Crime Center (NC3) ha bloccato la homepage
a cui il tuo browser cerca di accedere in quanto vi è motivo di presumere
che dal sito web si commetta una violazione del diritto penale,
che abbia un background o una connessione con 19 epidemia in Danimarca
“,

afferma un messaggio che gli utenti vedono quando tentano di accedere a Bitchute.

Il sito infetta con il covid-19?


Quindi avvisa il proprietario del sito web che dovrà contattare le autorità per tentare di rimettere online il sito web.


“Il blocco sembra essere esteso a tutto il sito,
il che significa che ai cittadini danesi non viene solo impedito
di visualizzare la presunta disinformazione COVID-19 su BitChute,
ma viene loro impedito di visualizzare qualsiasi video BitChute,
indipendentemente dall’argomento”, scrive Tom Parker.


bitchute.jpg




Bitchute è stato messo spesso sotto accusa per aver accolto materiale non allineato e molto controverso,
ma mettere un intero sito irraggiungibile è veramente un po’ troppo.

Forse pensano che i danesi siano incapaci di capire,
ed allora lo “Stato padrone” vuole decidere per loro,
quello che devono leggere, quello che devono seguire nei video.


Un atteggiamento censorio assoluto, offensivo ed antidemocratico.

Perfetto per l’Unione Europea di oggi.
 

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