SIAMO SPIACENTI... LA PASSWORD DEVE CONTENERE ALMENO UNA LETTERA MAIUSCOLA, UN NUMERO, UN GEROGLIFICO, UN CARATTERE IN BRAILLE, IL NOME DI

JBS USA, il più grande fornitore di carne al mondo,
ha rilasciato una dichiarazione domenica sera,
affermando di essere stata l’obiettivo di un “attacco organizzato alla sicurezza informatica”.


JBS, che ha sede in Nord America a Greeley, in Colorado,
ha affermato che l’attacco informatico
“ha colpito alcuni dei server che supportano i suoi sistemi IT nordamericani e australiani”.


“La società ha preso provvedimenti immediati, sospendendo tutti i sistemi interessati,
informando le autorità e attivando la rete globale dell’azienda di professionisti IT
ed esperti di terze parti per risolvere la situazione”, continua la dichiarazione.

“I server di backup dell’azienda non sono stati interessati
e sta collaborando attivamente con un’azienda di Incident Response per ripristinare i propri sistemi il prima possibile”.


Il sito web del settore Beef Central ha affermato che l’attacco
ha già avuto un impatto su due turni e ha interrotto l’elaborazione
in uno dei più grandi impianti di confezionamento della carne del Canada.

Le operazioni in tutti i macelli di bovini e agnelli in Australia si sono fermate
e alcuni turni di macellazione e fabbricazione sono stati cancellati anche negli Stati Uniti.



Non si sa ancora come l’attacco potrebbe avere un impatto sui consumatori o se si scatenerebbe una carenza di carne.

Non ci sono ancora notizie sulla tempistica relativa al ripristino dei sistemi informatici di JBS.


All’inizio del mese, gli hacker hanno attaccato il più grande operatore di gasdotti degli Stati Uniti,
paralizzando l’infrastruttura energetica della costa orientale americana,
con problemi di fornitura ed una sensibile crescita dei prezzi.


Visto però l’obiettivo, non è completamente escludibile che l’attacco sia un esempio di Eco-terrorismo
e non, come nel caso della Colonial Pipeline, solo un attacco a fine di lucro.

Comunque il rischio, se gli impianti non saranno immediatamente riavviati,
sarà di un aumento sensibile dei prezzi delle carni, a fronte di una scarsità delle forniture.
 
Circa un anno dopo la morte di George Floyd a Minneapolis,
il sostegno al gruppo è crollato negli Stati Uniti,
secondo un recente sondaggio di Morning Consult.

Solo il 48% ha opinioni favorevoli sull’organizzazione, in calo rispetto al 61% dello scorso maggio.


Un sondaggio di USA Today ha rilevato che il 36% degli americani
ora descriverebbe la morte di Floyd come un omicidio, in calo rispetto al 60% della scorsa estate.


Un sondaggio condotto a maggio dal quotidiano ha rivelato che l’appello di Black Lives Matter
per “togliere fondi alla polizia” ha ancora meno sostegno, con solo il 18% degli intervistati che lo sostiene.


E poi le recenti controversie che circondano Patrisse Cullors,
una co-fondatrice dell’organizzazione, che si è dimessa dopo una serie di rapporti sul suo patrimonio immobiliare e sulle sue finanze.

Dopo la pubblicazione dei rapporti il mese scorso,
Cullors ha affermato di non aver abusato di alcuna donazione a Black Lives Matter.
 
Con un documento “segreto”, interno all’azienda
ma finito sul sito del Financial Times, Nestlé, il noto colosso Svizzero,
si autocritica gettandosi clamorosamente la zappa sui piedi.


All’interno di questo documento viene messo in evidenza come la maggior parte dei loro prodotti non sia sana.


La metà dei prodotti è da scartare?

No, peggio!

Nestlé riconosce che “oltre il 60% delle bevande e prodotti alimentari venduti con marchi di grande distribuzione
(Nescafé, Nestea, Maggi, Buitoni) non possono essere definiti sani secondo criteri attestati”.




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Andando nel dettaglio, non raggiungono la soglia minima per la sufficienza

“il 70% (in volume d’affari) dei prodotti alimentari,

il 96% delle bevande aromatizzate (con l’eccezione del caffè)

e il 99% dei gelati e dolciumi”.


In base a un sistema di notazione australiano,
solo “il 37% degli alimenti ottengono il voto minimo per essere giudicato buono per la salute”.


Dunque, secondo il documento che sarebbe riportato dal Financial Times
la categoria a ricevere la peggiore valutazione è quella dolciumi e gelati.


Per esempio, come menziona Il Messaggero da cui riprendiamo la notizia, il KitKat rientra tra questi.


Non rientrano invece nella “lista nera”: i prodotti della gamma per l’infanzia, i caffè e gli alimenti per animali da compagnia.




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“Abbiamo considerevolmente migliorato i nostri prodotti
ma il nostro portafoglio di prodotti continua a presentare prestazioni troppo base rispetto a parametri esterni,
in un contesto in cui la pressione delle norme e le richieste dei consumatori aumentano”.

Un esponente della Nestlé ha fatto sapere ieri che
“il gruppo sta lavorando a un progetto che riguarda l’intero gruppo per migliorare la sua strategia,
che è stata pioniera in termini di nutrizione e salute”.
 
Adesso aspettiamo Carfagna e compagnia bella che passino a sinistra.



Michaela Biancofiore è stata una fedelissima di Silvio Berlusconi.
Ora è passata con Coraggio Italia, il nuovo partito di Luigi Brugnaro.


Perché?
«Intanto devo correggerla, sono ancora una fedelissima di Berlusconi
e la mia adesione a Coraggio Italia è l'ennesimo atto di affetto.
Lasciare la "casa del Padre" era ormai l'unico modo per "scrollarlo"
e fargli comprendere che la "mia" Forza Italia così non dura.
Ho il cuore straziato, ma mi sento anche liberata.
Fi ormai è il partito dei segretari di Berlusconi,
possono emergere solo quelli che frequentano la casa
e hanno la possibilità di utilizzare i suoi ampi mezzi.
Se ci sono dei traditori della storia forzista sono Tajani e i suoi quattro aficionados.
La maleducazione e la mancanza di rispetto incalzanti erano diventati insopportabili.
Il contrario dello stile del presidente, che predicava la vittoria dell'amore sull'odio».


Stando alle cronache giudiziarie, Berlusconi, per ragioni di salute, sarà fuori dai giochi fino a settembre. Quanto pesa la sua assenza politica?
«Il presidente è una roccia e non è certo finito, come forse spererebbero i più insospettabili.
Anzi, oggi è riuscito nell'ennesimo miracolo, farsi stimare a destra e a sinistra, trasversalmente.
Peccato che il suo partito non gli somigli più.
Il declino di Fi non ha nulla a che vedere con la sua salute,
ma con la gestione sbagliata e personalistica dei vertici e - come gli ho sempre detto pubblicamente -
con una certa "indisposizione" di Berlusconi nello scegliersi le persone.
La linea politica la dà sempre lui e nessuno la mette in discussione.
Ma i cosiddetti "fedelissimi" non tollerano alcun dibattito interno, soffrono quelli che non possono controllare.
Però così mettono in fuga sia gli elettori sia chi porta i voti.
Hanno condotto Forza Italia nel deserto togliendole l'acqua».


Brugnaro, pur ringraziando il Cav, ha fatto capire che la sua leadership appartiene al passato.
«Brugnaro voleva fare l'Altra Italia insieme a Berlusconi, glielo aveva chiesto il presidente,
individuando in lui la persona con caratteristiche molto simili alle sue:
uomo d'impresa, di sport, self-made man, intelligente, solare, costruttivo e simpatico.
Ne hanno parlato per tre anni mentre i soliti noti lavoravano per scoraggiare il Cavaliere,
per il terrore di perdere la rendita di posizione.
Brugnaro crede che serva davvero un'Altra Italia e il coraggio, un po' folle, per realizzarla.
Ha ringraziato Berlusconi, non perché lo consideri il passato, ma perché non c'è più tempo per aspettare.
È comunque pura blasfemia solo poter pensare che dove ci sono io ci possa essere un'ostilità nei confronti di Silvio.
La mia storia parla e mi dispiace che il Presidente mi abbia messo sullo stesso piano di persone
che per lui non hanno spostato un bicchiere.
Purtroppo Berlusconi bisogna usarlo e non amarlo, per non soffrire».


Cosa risponde a chi vi accusa di tradimento?
«Tradisce Berlusconi ogni giorno
chi ha portato Fi dal 14 al 5-6% e con un bilancio di cinquanta parlamentari in meno;
chi gli ha impedito per superbia di candidarsi nel collegio del Centro Italia alle Europee, condannando Fi sotto la doppia cifra, superata da FdI;
chi ha regalato l'unico parlamentare del Nord Est a una forza politica all'epoca avversaria, liquidando consenso e l'allora capogruppo all'Europarlamento.

Tradisce ogni giorno Berlusconi
chi lo frastuona di bugie, gettando continuo discredito sugli altri;
chi riduce gli spazi sopravvivendo solo grazie alla luce riflessa del capo;
chi azzera il consenso non candidando i migliori, quelli con più voti, per favorire gli amici di fazione.

Un amministratore delegato con un bilancio del genere dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi
o quanto meno consegnarsi al pudore del silenzio. Ora è tardi per parlare di congressi.
L'unico che andava fatto era quello nazionale, che Berlusconi aveva lanciato per il dicembre 2019
e se Tajani e i suoi accoliti avessero vinto, avrebbero avuto tutto il mio rispetto».


Il coordinatore forzista dice che farete la fine di Alfano.
«Vedremo. Ma noi, con Brugnaro e Toti, abbiamo tutto da dimostrare.
Il fallimento di Tajani è lampante invece.
Poi gli ricordo che nel Pdl, la corrente Destra Protagonista era la più feroce contro Berlusconi e oggi è il suo bisturi sul territorio.
Nel 2013 io mi sono dimessa dal governo perché autenticamente berlusconiana,
non credo che l'attuale vice presidente, coordinatore nazionale (in barba allo statuto),
o qualcuno dei suoi "appoggini pluriruolo" avrebbero fatto un tale atto d'amore.
Poi, se vogliamo dirla tutta, Coraggio Italia è l'antitesi di quei partiti moderati un po' mosci ai quali aspirava Alfano.
Noi puntiamo a quell'area liberale di massa, post ideologica che aveva fatto di Forza Italia
il perno della coalizione di centro destra grazie al coraggio, all'audacia, all'intraprendenza,
all'energia, all'eroismo e anche alla baldanza di Berlusconi.
I coraggiosi sono quelli che hanno una visione del futuro e spingono gli altri a seguirli.
Il Cavaliere è uno di noi e Brugnaro e Toti sono i suoi eredi naturali.
Con Coraggio Italia Berlusconi raddoppia, saremo quella good company che lui stesso desiderava creare».


Ministre come Gelmini e Carfagna hanno segnalato l'esigenza che Fi cambi passo. Ci saranno altre adesioni illustri a Coraggio Italia?
«Le ministre hanno espresso quello che ci diciamo tutti da troppo tempo, ma è giunta l'ora dei fatti.
Capisco che chi è al governo in rappresentanza di un partito sia meno libero,
ma confido che presto ci si ritrovi tutti nella stessa squadra di sempre: quella disegnata da Berlusconi.
Io ho scelto di aderire al progetto di Brugnaro perché ero stanca di parlarmi addosso.
Certo, per me sarebbe stato meglio lottare in Fi, ma se non ci sono le regole e quelle che ci sono vengono disattese, la partita è impossibile.

Coraggio Italia ambisce a essere la next generation di Forza Italia, magari aggregando il meglio della sua gloriosa storia, a partire da un certo Silvio Berlusconi».
 
Cade un mito ?



Tutto quello che sappiamo sulla data di nascita e di morte di Gesù è frutto di un banale quanto enorme errore.

Riccardo Galli su blitzquotidiano.it lo definisce il “classico segreto di Pulcinella”,
visto che gli studiosi e anche il Vaticano sono perfettamente consapevoli
che le nostre festività di Natale e Pasqua in realtà hanno poco o nulla a che vedere
con la vita reale del presunto figlio di Dio.

Ancora oggi si discute su quando collocare esattamente nel tempo la nascita e la morte del ‘Re dei Giudei’.


Di certo c’è che non aveva 33 anni quando fu crocifisso e non nacque il 25 dicembre di 2021 anni fa.

“Colpa di racconti tramandati, calcoli sbagliati e di una matematica ancora approssimativa”, scrive Riccardo Galli,
secondo cui Gesù dovrebbe essere nato tra il 6 e il 7 avanti Cristo:
questo perché fonti storiche certe dicono che Erode, re di Giudea
- che avendo saputo della nascita di un bambino che si annunciava come ‘Re dei Giudei’ ordinò di uccidere tutti i bambini dai 2 anni in giù -
morì nell’anno che secondo la datazione corrente corrisponde al 4 avanti Cristo.
Quindi Gesù non può essere nato dopo quella data, ma per forza prima.


Di conseguenza sulla morte c’è stato un altro errore:
la data più probabile è fissata al 7 aprile dell’anno 30, con Gesù che quindi sarebbe stato 36 o 37enne e non 33enne.

Tutto partirebbe da un banale errore di traduzione del greco antico da parte di Dionigi il Piccolo,
che interpretò come “aveva trent’anni” una frase che in realtà si traduceva “aveva circa trent’anni”.
 
Se un cittadino chiede un favore di qualsiasi tipo ad un politico,
quest' ultimo risponde nella migliore delle ipotesi di abuso d'ufficio, altrimenti di corruzione.

Se un favore, come una nomina o un incarico,
lo chiede un magistrato ad un componente del Csm non succede nulla trattandosi di "autopromozione".



È il "doppio binario" che assolve i signori in toga e punisce con l'arresto i comuni mortali.

«La legge per i nemici si applica, per gli amici si interpreta»,
diceva Giovanni Giolitti che aveva già capito tutto un secolo prima di Luca Palamara.


Un esempio di applicazione del diritto per coloro che non hanno il privilegio di indossare la toga
viene dalla recente sentenza numero 21006 della Cassazione.


In estrema sintesi, risponde di concorso in abuso d'ufficio chi "convince" il pubblico ufficiale a non compiere il proprio dovere,
non trattandosi di una semplice segnalazione che lascia libertà di agire, bensì di una istigazione determinante per la decisione finale.

I cultori del diritto potranno obiettare che nel caso affrontato dalla Cassazione, un multa non elevata dalla stradale,
si configura un vantaggio patrimoniale.

Per i magistrati, differenziandosi fra loro solo per funzioni, non ci sarebbe alcun incremento di stipendio
fra chi, a parità di anzianità di servizio, viene nominato procuratore e chi resta pm.

Però c'è il danno ingiusto: il meccanismo emerso dalle chat ha danneggiato chi non aveva santi in paradiso, quindi al Csm.


Palamara, in segno di "pacificazione", dopo l'esplosione dello scandalo sulle nomine
si è affrettato a chiedere scusa ai colleghi penalizzati dal mercato delle nomine.

Ma oltre a non incorrere in reati, le toghe dedite al "self marketing" sono state esonerate dal fastidio di affrontare un disciplinare.


Il pg della Cassazione Giovanni Salvi, titolare dell'azione disciplinare,
con una circolare dell'anno scorso ha stabilito che il magistrato non commette illeciti caldeggiando il proprio nome per un incarico al Csm.

«L'attività di autopromozione - secondo Salvi - effettuata direttamente dall'aspirante, anche se petulante,
ma senza la denigrazione dei concorrenti, non può essere considerata in violazione di precetti disciplinari».



Per le Sezioni unite della Cassazione, invece, le condotte che danno vita al sistema clientelare,
mediante qualunque interferenza nella valutazione del Csm, «sono in ogni caso disciplinarmente sanzionabili»,
diversamente da quanto previsto dalle linee di Salvi.


A due anni dalla pubblicazione delle chat di Palamara, dunque,
nessuna Procura ha aperto un fascicolo nei confronti dei magistrati che spingevano per una nomina,
nessun procedimento disciplinare è stato avviato per sanzionare il self marketing togato,
e nessuno è stato trasferito per incompatibilità ambientale.


Insomma, tranne Palamara sono tutti al proprio posto.


Nei mesi scorsi, senza successo, alcuni magistrati "dissidenti" del gruppo anticorrenti Articolo 101,
hanno invitato Salvi a ritirare la direttiva, chiedendogli le dimissioni se non avesse fornito spiegazioni convincenti
su un episodio di self marketing, quindi non punibile, che lo aveva visto coinvolto ed era stato raccontato nel libro Il Sistema.


Per la precisione un aperitivo alla presenza dell'allora vice presidente del Csm Giovanni Legnini
durante il quale si sarebbe "sponsorizzato" proprio per il posto di pg della Cassazione
 
Giorgia Meloni ha denunciato sui social il “continuo tentativo di silenziare l’opposizione”,
che in questo particolare momento storico è praticamente rappresentata solo da Fratelli d’Italia,
dato che tutti gli altri principali partiti italiani fanno parte della maggioranza che sostiene il premier Mario Draghi.

“Da mesi esponenti del governo si alternano senza contraddittorio tra gli ospiti di Domenica In,
ma quando si tratta di dare spazio all’opposizione rispondono che non invitano politici”.


“Benvenuti in Corea del Nord”, è stata la durissima chiosa della leader di Fratelli d’Italia,
che ha fatto scoppiare un caso non da poco sulla trasmissione condotta da Mara Venier.

Tra l’altro non è la prima volta in questa edizione di Domenica In che dal centrodestra
si sollevano polemiche feroci sul contenitore storico di Rai1.

Lo scorso settembre, infatti, scoppiò un grosso caso su Giuseppe Conte,
che avrebbe dovuto prender parte alla prima puntata di Domenica In
per mandare un augurio agli studenti e agli insegnanti in vista della ripresa del nuovo anno scolastico.


Anche in quella circostanza Meloni aveva parlato di “roba da Corea del Nord”,
con Fdi che aveva presentato subito un’interrogazione parlamentare in commissione vigilanza Rai
e un esposto all’Agcom per denunciare quello che veniva definito come un “utilizzo scandaloso del servizio pubblico”.


In seguito alle proteste, Conte decise di declinare l’invito di Domenica In per evitare ulteriori polemiche.
 
Uno studio clinico in corso COVID-19 che studia l‘uso ambulatoriale della metformina,
un farmaco generico per il diabete di tipo 2, si è ampliato e ora sarà il primo della nazione a includere la fluvoxamina,
un antidepressivo e l’ivermectina, un antiparassitario, come possibili opzioni di trattamento per prevenire il ricovero e il Covid prolungato.


Guidato dalla University of Minnesota Medical School, lo studio clinico multi-sito ha ricevuto nuovo sostegno
– $ 1 milione dalla Rainwater Charitable Foundation e $ 500.000 da Fast Grants – per espandere lo studio,
che è anche il primo studio clinico randomizzato per COVID-19 in il mondo per includere le donne incinte.


La sperimentazione clinica avviata dopo che i ricercatori della University of Minnesota Medical School hanno identificato,
attraverso modelli computerizzati e studi osservazionali, che l’uso ambulatoriale di metformina
può ridurre la probabilità di morire o di essere ricoverati in ospedale per COVID-19.

La loro ricerca è stata pubblicata sul Journal of Medical Virology e su The Lancet Healthy Longevity, in collaborazione con OptumLabs di UnitedHealth Group.

Questi risultati, insieme ad altri studi prospettici a sostegno dell’uso di fluvoxamina e ivermectina,
hanno contribuito a fornire prove sufficienti per espandere lo studio clinico randomizzato per includere tutti e tre i farmaci e i bracci combinati.


“Gli studi osservazionali e gli esperimenti in provetta non possono essere conclusivi, ma contribuiscono a corpi di prove”,
ha affermato Carolyn Bramante, MD, ricercatrice principale dello studio e assistente professore di medicina interna e pediatria presso la U of M Medical School.
“Per completare questo studio, stiamo attualmente reclutando volontari a livello nazinale attraverso sei istituzioni negli Stati Uniti, inclusa Minneapolis”.


Lo studio è semplice: i pazienti sono randomizzati a ricevere per 14 giorni uno dei tre farmaci individualmente,
un placebo o una combinazione di metformina e fluvoxamina o fluvoxamina e ivermectina
da assumere due volte al giorno e monitorare i loro sintomi.
Dopo 14 giorni, i volontari completeranno un sondaggio.


I volontari per la sperimentazione dovrebbero avere un’età compresa tra i 30 e gli 85 anni .

Per qualificarsi per lo studio, i volontari devono iscriversi entro tre giorni dopo aver ricevuto un test COVID-19 positivo.


“Alcuni nuovi ceppi del virus possono eludere l’immunità da alcuni dei vaccini.
Inoltre, la disponibilità del vaccino in tutto il mondo richiederà tempo e non tutti gli individui possono ottenere il vaccino.
Pertanto, riteniamo che dovremmo studiare opzioni di trattamento ambulatoriale sicure,
disponibili e poco costose in quanto il prima possibile”, ha detto Bramante,
che è anche internista e pediatra con M Health Fairview.

“Avere un’opzione di trattamento ambulatoriale potrebbe garantire che più persone sopravvivano alla malattia se la contraggono e hanno meno sintomi a lungo termine”.


A questo punto anche università americane stanno facendo partire dei trial sull’Invermectin
e sugli altri farmaci che si sono rivelati utili al trattamento ambulatoriale del Covid-19.


Sarà interessante vedere cosa dirà AIFA se queste sperimentazioni avranno successo.


Farà finta di nulla?
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Poverini, come sono ridottti male.



La vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris,
è la prima donna ad aver pronunciato il discorso per i cadetti dell’Accademia della Marina.

Per molti osservatori, basta questo a far entrare il discorso nella storia degli Stati Uniti.

Harris è stata la prima donna (e per giunta non di origine Wasp) a parlare ai cadetti della Us Navy.

E tanto basta per confermare l’idea di un mondo in rapido cambiamento,
di una nuova America che ha anche nella sua vicepresidente una immagine inclusiva e paritaria.


C’è però un problema in questa narrazione:

l’oggetto del discorso.


Perché se l’attenzione si è focalizzata sul soggetto, cioè su Kamala Harris,
il messaggio è stato praticamente oscurato dall’idea che a pronunciarlo fosse la donna
che è attualmente vicepresidente degli Stati Uniti.

E mentre le luci della ribalta erano tutte rivolte alla novità della donna sul palco dell’Accademia,
nessuno (se non pochi osservatori) si è domandato o ha criticato cosa avesse detto in quel momento.


Una scelta estremamente politicamente corretta, frutto di quel modo di pensare che si concentra sul chi e non sul cosa.

Ma una scelta sbagliata perché invece il discorso non soltanto c’è stato,
ma è stato anche in estrema sintesi uno dei peggiori mai pronunciati da un vicepresidente davanti ai cadetti.



E alcuni giornalisti americani l’hanno voluto far notare
– insieme a tanti utenti social che hanno commentato i video –
pur rischiando di finire sotto il fuoco incrociato del mondo benpensante.


Il discorso di Harris è stato il trionfo della retorica democratica.

Un messaggio completamente estraneo alla storia della Marina americana
ma anche agli obiettivi strategici della forza navale Usa,
che oggi si trova a l centro di una delle più importanti sfide dei nostri tempi,
ovvero quella tra Washington e Pechino.

La Marina rappresenta probabilmente la forza armata più importante degli Stati Uniti
in funzione di deterrenza nei confronti del suo avversario più importante, e cioè la Cina.

E l’Indo-Pacifico è oggi il fulcro dell’agenda strategica americana.

Eppure per Kamala Harris tutto sembra essere passato in secondo piano.

Priorità viene data al cambiamento climatico, ai diritti, alla pandemia e agli hacker:

elementi certamente importanti anche in un’ottica geopolitica,
ma che di certo nulla hanno a che vedere con la Marina americana, c
he tra le onde del Pacifico e dell’Atlantico in realtà si trova a fronteggiare nemici ben più concreti
ed è mossa da esigenze che nulla hanno a che vedere coi sogni del mondo libdem.


La Uss Reagan passerà dal Pacifico al Golfo Persico per supportare il ritiro delle truppe Usa in Afghanistan,
le navi della Marina americana sono inviate in ogni parte del mondo per controllare un impero
che sta evidentemente riscontrando delle serie difficoltà nel mantenimento del suo potere,
c’è una Cina in forte ascesa come potenza navale e una Russia che è rientrata prepotentemente in partita
con armi all’avanguardia e un nuovo dinamismo anche in mare.

E tutto il mondo oggi appare una grande scacchiere in cui potenze mondiale e regionali
si contendono il dominio sul mare (e quindi sulla terraferma).

Ma per Kamala Harris il problema è un altro:
meglio avere una Marina a emissioni zero.


Il vero nemico?

Un paese che può destabilizzare una regione con l’inquinamento.
E mentre negli oceani passano cavi sottomarini per spiare il nemico (citofonare Nsa),
sottomarini nucleari, e sulla superficie dell’acqua si muovono portaerei e navi per l’intelligence
e i più moderni missili imbarcati avvertono sull’ingresso in una nuova era della guerra,
il simbolo del partito democratico Usa e la donna a cui guarda il mondo progressista ha in mente solo una cosa:
pannelli solari e pandemia.


La risposta a tutto questo è nel timido applauso riservato dai cadetti americani,
forse ben consapevoli di avere davanti una persona totalmente estranea a una forza armata.


Circondata dalle nuove leve della Us Navy e da un luogo che ricorda le grandi battaglie della storia della Marina Usa,
potenza che più di tutti ha legato al mare il suo destino e la sua forza, la Harris è apparsa spaesata e totalmente inadeguata.


Ma quel discorso svela molto.

Ci racconta di come esista una propaganda che incensa politici senza concentrarsi su cosa fanno e cosa dicono.

E tolta la narrazione spumeggiante e petalosa dei media più legati al potere e all’immagine,

i nuovi leader/influencer non sembrano affatto idonei al ruolo che rivestono.


E non sapere cosa sia la Marina, per un vicepresidente degli Stati Uniti, è un problema molto serio.
 
UN COMPONENTE DEI NEGRAMARO, LA FORMULA SEGRETA DELLA CEDRATA TASSONI E UN POKEMON LEGGENDARIO.
:d:
Buona settimana a tutti :)
Se non sbaglio... alle discoteche aperte senza poter ballare, non ci aveva pensato nessuno nemmeno nelle barzellette :rolleyes:
Per fortuna che non le frequento :d:

Oggi inizio con il trekking in Patagonia (sempre effettuato da mio fratello qualche anno fa):)
Ushuaia
Vedi l'allegato 606212
Torres del Paine
Vedi l'allegato 606213Vedi l'allegato 606214Vedi l'allegato 606215

Vedi l'allegato 606216

non avevo visto Dany

La Patagonia e' un posto bellissimo...quando ci andavo io mi fermavo a Puerto Montt e poi andavo sull'isola di Chiloe'

tieni presente che una zona grande come l'Italia ha 300.000 abitanti e 7 mesi l'anno piove e fa un freddo serio

ma e' stupenda....
 

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