Siria, ribelli bombardano Aleppo
Annan lascia incarico inviato Onu
Le dimissioni sono state annunciate dal segretario generale Ban Ki Moon. Un'offensiva dei ribelli colpisce l'aeroporto militare di Menagh, come denuncia l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo. 43 civili uccisi in un'incursione delle forze lealiste a Jdaidet Artouz, a una ventina di chilometri a sud-ovest del centro di Damasco. E la Fao avverte: "Tre milioni di persone in difficoltà e malnutrite nel Paese"
Lo leggo dopo
Uomini delle forze di opposizione durante gli scontri ad Aleppo (reuters)
ALEPPO - Kofi Annan si è dimesso dall'incarico di inviato di Onu e Lega Araba per la crisi siriana. Il suo mandato è in scadenza il 31 agosto 2012 e non lo rinnoverà. La notizia è stata data "con profondo rammarico" dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, proprio nel giorno di una nuova recrudescenza delle violenze in Siria, in cui è ormai da tempo in corso una
guerra civile fra le forze di opposizione al regime di Bashar al Assad e l'esercito regolare. Oggi, infatti, c'è stata una nuova offensiva da parte dei
ribelli siriani che hanno bombardato l'aeroporto militare di Menagh, 30 chilometri a nord-est di Aleppo, da dove decollano gli elicotteri e i caccia che attaccano la città.
"L'aeroporto militare di Menagh è stato bombardato da un carro armato sequestrato dai ribelli nelle operazioni precedenti", ha riferito l'Osservatorio siriano dei diritti umani. Fonti giornalistiche sul posto affermano di aver sentito prima i bombardamenti e poi di aver visto le fiamme provenire da quella direzione. I ribelli hanno quindi affermato che si trattava "di un attacco per prendere l'aeroporto da cui decollano gli elicotteri militari e i caccia che bombardano la città".
Si combatte ad Aleppo e Damasco. L'Osdh ha comunicato anche che nella zona di Aleppo, seconda città della Siria, dove sono tuttora in corso violenti combattimenti fra l'esercito regolare e i ribelli siriani, i servizi di telefonia mobile e di Internet sono interrotti. Secondo fonti dei servizi di sicurezza si tratterebbe di una misura che in genere prelude ad un'offensiva su grande scala dell'esercito. Inoltre le forze di opposizione al regime di Assad hanno preso il controllo di un valico al confine con l'Iraq. Lo riferisce un inviato di Al Jazeera. Parlando da Al Qaim, località frontaliera irachena, Ayub Rida, ha precisato che miliziani dell'Esercito libero hanno conquistato il lato siriano del valico a Mamlaha, a pochi chilometri dalla cittadina Albukamal. Quel tratto del confine era stato già teatro di scontri tra ribelli e governativi a fine luglio, ma le forze fedeli al presidente Bashar al Assad avevano ripreso il controllo del punto di passaggio.
Intanto la tensione resta alta
nel Paese 1 e soprattutto a Damasco. Sempre secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, è di almeno 43 civili uccisi il bilancio di un'incursione delle forze lealiste a Jdaidet Artouz, località della provincia occidentale siriana di Rif Dimashq, a una ventina di chilometri a sud-ovest del centro di Damasco. La strage sarebbe avvenuta ieri. "Le truppe del regime sono entrate a Jdaidet Artouz e hanno arrestato un centinaio di giovani", si legge in un comunicato, "che sono stati poi condotti in una scuola e ivi torturati".
La denuncia della Fao. Uno studio commissionato dall'Onu e dal regime siriano alla Fao, l'Organizzazione della Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, denuncia che sono tre milioni i siriani che "hanno urgente bisogno di assistenza per il nutrimento e di aiuto per la coltivazione dei cereali e per l'allevamento del bestiale", colture dalle quali traggono sostentamento. Di questi tre milioni, specifica la Fao, circa la metà ha impellente necessità di essere nutrita per i prossimi 6 mesi. Nelle zone maggiormente colpite dal conflitto in corso, infatti, la popolazione è ormai alla fame.
Mosca intanto ha ribadito il suo secco no alla risoluzione proposta per la questione siriana da alcuni Paesi arabi durante l'assemblea generale dell'Onu. La bozza, secondo il ministero degli Esteri russo, è squilibrata e attribuisce
"la piena responsabilità di ciò che sta accadendo nel Paese... solamente alle autorità siriane" senza fare alcuna richiesta all'opposizione e senza contribuire quindi alla stabilizzazione e alla fine delle violenze.