cominciano con la no-fly zone
poi finiscono il lavoro come in Iraq usando il fosforo bianco ed uccidendo i neonati
Chiaramente non è il caso di parteggiare per l'uno o l'altro degli schierimenti. Comunque ogni vincitore, come ha dimostrato la storia, sarebbe peggio di quello che c'era prima.
Domanda.
Se la Russia e la Cina bloccano il consiglio di sicurezza, gli USA s'azzarderebbero ad intervenire senza il lasciapassare della legalità?
No perchè, non so proprio superiori e sanno benissimo che, a parte una formazione mentale guerrafondaia, andrebbero verso quello che sembrerebbe "un suicidio", a detta anche della loro conoscenza in materia.
La prova che noi siamo una colonia e l’Arabia Saudita no (gli F35)
11 luglio 2012 a 11:38 (
Nuovo Ordine Mondiale,
verità scomode)
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C’è chi può scegliere cosa comprare e chi no.
“Restano praticamente inalterate le spese previste per gli
acquisti militari (compreso il capitolo da
12 miliardi per i contestati
F35) mentre sul taglio del personale va in scena una sorta di deroga alla regola generale del
10% che è stata imposta agli altri comparti dello Stato ma che di fatto risparmia i militari: per loro il taglio sarà della metà, forse meno”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/10/spending-review-alla-difesa-tagli-solo-alle-missioni-allestero-restano-f35/289679/
“Il recente contratto “monstre” da circa 30 miliardi di dollari firmato dall’aeronautica saudita per 84 F-15SA, induce ad interessanti riflessioni. In questi tempi in cui, nel bene e nel male, l’F-35 è sotto i riflettori, un contratto così importante per valore economico e strategico assegnato ad un caccia in servizio dal 1974, merita un approfondimento a tutto campo sul settore dei cacciabombardieri supersonici.
Da decenni, i vari aeroplani da combattimento si collocano per convenzione in diverse generazioni. Attualmente siamo giunti alla quinta, cui appartengono gli americani F-22 e F-35, e, in teoria, il russo T-50 ed il cinese J-20, ovviamente con diverse peculiarità, ma con la matrice comune della bassa immagine radar, l’arcinota “stealthness”. Per molti analisti ed addetti ai lavori, pare che tutte le altre caratteristiche siano totalmente insignificanti o nettamente secondarie, ma evidentemente qualche generale e consulente della Royal Saudi Air Force e di molte altre forze aeree non la pensa così.
Gli 84 F-15SA ordinati dalla monarchia feudale più ricca e potente del mondo, sono tra i caccia più efficaci e sperimentati del pianeta. Dotati di una suite avionica e sensoristica di primordine, potranno in futuro incorporare anche alcune caratteristiche della recente versione semi-stealth F-15SE “Silent Eagle”, con cui Boeing spera di contrastare il
Lightining II (l’F35, NdR).
Per meglio comprendere le differenze e le peculiarità di due caccia così diversi, giova rammentare la genesi dei due progetti. L’Eagle nacque a fine anni ’60 dal requisito F-X, con cui l’USAF richiedeva un air superiority fighter ad altissime prestazioni, in grado di spazzare dal cielo ogni rivale presente e futuro, mentre il requisito del JSF (Joint Strike Fighter – caccia bombardiere interforze) risale ai primi anni ’90 ed identificava un caccia relativamente leggero, con vocazione primaria d’attacco al suolo e caratteristiche stealth.
Estremizzando, l’F-15 è il campione delle missioni aria-aria, mentre l’F-35 assomiglia molto ad un F-117 più evoluto e supersonico, con vocazione primaria aria-superficie e solo secondariamente aria-aria.
Il vero successore dell’Eagle (F-15) avrebbe dovuto essere l’F-22 Raptor, definito con toni roboanti “air dominance fighter”, ma in realtà per gravi problemi tecnici e finanziari, il super caccia Lockheed ha già terminato la sua produzione, mentre quella dell’Eagle proseguirà per almeno altri 10 anni.
Nelle intenzioni dell’USAF, l’F-22 e l’F-35 avrebbero dovuto ricreare l’azzeccato “hi-low mix” F-15/F-16, ma con
l’improvviso arresto della produzione a neanche 200 esemplari del costosissimo Raptor,
l’F-35 ha dovuto improvvisamente assumere il ruolo di caccia di punta dell’industria statunitense.
Senza addentrarsi nei meandri della radaristica più spinta, secondo i cui esponenti
nessun F-35 riuscirebbe ad eludere i radar 3D o di scoperta ed attacco dell’ultima generazione (e forse anche alcuni della penultima), non fosse altro perché nei 20 anni di sviluppo dell’F-35 sono state realizzate decine di radar con caratteristiche mirate proprio a scoprire i bersagli stealth, la grande valenza della bassa osservabilità radar appare se non un mito, quanto meno una caratteristica troppo enfatizzata.
Forse troppi dimenticano che
un aeroplano deve soprattutto volare bene e volare sempre, intendendo in ogni condizione meteo e per tutta la sua vita operativa, come ben sa una forza aerea come quella israeliana che ha fatto della combat readiness il suo credo operativo ed il cardine del suo successo. Inoltre, appena un caccia incomincia a manovrare, la sua immagine radar, per quanto piccola, si altera bruscamente ed altrettanto accade montando gli inevitabili piloni esterni, pena un armamento ed una persistenza di combattimento risibili.
Fin qui si potrebbe obiettare che al di là della stealthness comunque l’F-35 ha in sé una valenza estremamente innovativa, rappresentata dagli inediti sensori, in particolare il nuovo radar AESA Northrop Grumman AN/APG-81, il FLIR/EO di nuova generazione e la suite di autoprotezione, ma questo non basta.
Al di là degli slogan commerciali, un aereo da combattimento, indipendentemente dalla sua generazione, deve appunto combattere con efficienza ed efficacia. Questo spiega l’affermazione dell’F-15 in una gara così importante, in cui il cliente saudita ha privilegiato l’affidabilità e la combat readiness di un aeroplano supercollaudato, qualità inequivocabilmente dimostrate dall’Eagle in circa 40 anni di operazioni, sia in missioni di caccia ed intercettazione, sia di strike ed attacco.
Per giunta, quando il gioco si fa duro ed è necessario utilizzare armi quali le bombe “bunker buster” GBU-28 da oltre 2.200 kg,
l’Eagle rimane l’unica opzione possibile.
Da notare che gli F-15SA (al cui standard saranno poi trasformati anche i 72 F-15S già in servizio, nell’ambito del medesimo contratto),
adottano molti componenti equivalenti a quelli montati dal Lightning II, tra cui il radar AESA Raytheon AN/APG-63(V)3 (già sperimentato su alcuni F-15C USAF dispiegati in Alaska e sugli F-15SG di Singapore) e la suite di autoprotezione BAE Systems (North America, la ex Loral) DEWS, praticamente identica a quella dell’F-35.
Finora
il rivoluzionario Lightning II ha dimostrato soprattutto uno sviluppo quanto mai problematico ed un innalzamento dei costi che ha dell’incredibile, mentre l’Eagle nelle varie versioni si è distinto in combattimento per una notevole efficacia ed un’altrettanto evidente versatilità. Probabilmente molte altre aeronautiche militari dimostreranno il pragmatismo e la sagacia della forza aerea saudita“.
http://www.cesi-italia.org/dettaglio.php?id_news=833
N.B. RINGRAZIO LEONARDO GIOVANNELLI PER IL SUO FONDAMENTALE CONTRIBUTO.
Al progetto di sviluppo hanno collaborato anche gli Australiani ed ecco cosa hanno concluso a febbraio 2012 (
commissione parlamentare):
“There has been a lot of effort in pulling together this great collaborative goodwill and industry network.
The only trouble is that we are building the wrong aircraft“.
La simulazione australiana conferma il terribile scenario della RAND Corporation di qualche anno fa. Contro gli aerei cinesi, solo 30 F35 tornerebbero alla base, su 240 inviati.Ecco un significativo
scambio di battute in commissione:
Mr O’DOWD: Do I get this right: Russia and China have already got a better aircraft than the F35? (Russi e Cinesi hanno già aerei migliori dei nostri?)
Mr Goon : Yes. (sì)
Mr O’DOWD: We have got 14 F35s on order, have we? (abbiamo ordinato 14 F35?)
Mr Goon : Two. (2)
Mr O’DOWD: Two, 12 or 14, whatever it is. Where do we go from here? I hear what you are saying, but do we stop, progress or change our path? (che si fa? andiamo avanti o torniamo indietro?)
Mr Goon : I see there are great opportunities for Australia—I honestly do. I see sitting down with our American colleagues and together saying, ‘Hey, we have got a problem!” (c’è una grande opportunità: sederci al tavolo con i colleghi americani ed ammettere che abbiamo un problema)
*****
“Il progetto JFS si è però rivelato ben presto fallimentare. I ritardi ed i costi del programma si sono rivelati più alti del previsto e continuano ad aumentare giorno dopo giorno.
Sembra di essere di fronte ai nostri lavori pubblici: il costo medio ad aereo è aumentato dell’81%, passando da 62 milioni di dollari a 112,4 calcolando ricerca, sviluppo e produzione.
Ancor peggio per i costi di produzione del singolo aereo, aumentati dell’85% passando da 50 a 92,3 milioni. E la fase iniziale, quella finanziata con il miliardo dell’Italia, è passata dai 20 miliardi previsti ai 40 miliardi effettivi.
L’aumento è stato tale da sforare la legge Nunn McCurdy, che impone una riapprovazione politica dei programmi militari nel caso il loro costo superi del 25% quello previsto all’origine (ma gli USA sono ormai in ballo e la riapprovazione è data per certa).
Gli USA dovrebbero comprare ben 2.443 esemplari di F35, per un esborso che, al momento, si stima di 323 miliardi di dollari, ma come detto è un costo che continua ad aumentare.
L’Italia invece aveva dichiarato nel 2007 di volerne comprare 131, per una spesa stimata all’epoca in 7 miliardi di euro, ma che oggi, con i prezzi che sono lievitati, ha raggiunto la cifra di 15 miliardi di euro. Ma anche questa folle cifra sembra destinata ad aumentare.
Fallimento per fallimento: un aereo che fa “venire i sudori freddi”
Sede della Rand Corporation
L’F35 sembra essere un fallimento su tutto il fronte. La RAND Corporation, società di analisi strategiche che collabora col Dipartimento della Difesa USA, ha apertamente criticato l’F-35, che,
secondo le proprie simulazioni non sarebbe in grado di competere con il cacciabombardiere russo Su-35 in un combattimento aereo, non essendo veloce nel virare, salire di quota e accelerare.
Vien da chiedersi “ma cosa sa fare allora?”.
Critiche simili da Pierre Sprey, il progettista dell’F-16, per il quale l’F35 è
pesante e poco reattivo.
Ancora più pesante ci è andato il maggiore Richard Koch dell’United States Air Force (USAF), a capo dell’ufficio di superiorità aerea del “USAF Air Combat Command”, che
Tutti i problemi che il progetto ha vissuto, hanno fatto subire al velivolo anche critiche sulla sua autonomia di volo.
ha dichiarato di “
svegliarsi la notte con i sudori freddi al pensiero che l’F-35 avrà solo due armi per la superiorità aerea”.
Altre critiche sono state sulla scarsa autonomia di volo, e soprattutto sui costi del progetto.
Quella che doveva essere una idea geniale, ovvero creare un unico aereo per 3 ruoli operativi, si è rivelata una vera catastrofe economica, tanto che la stessa Marina americana ha stimato che
i costi di manutenzione degli F35 saranno del 30-40% superiori a quelli dei caccia attualmente in uso.
L’Italia viene colpita da questo ultimo dato: la manutenzione degli F35 che intende comprare sarà infatti più costosa, e nulla ci garantisce che tali costi non siano ancora superiori.
Evidentemente anche gli USA hanno le loro Salerno-Reggio Calabria, ma noi di un altro progetto fallimentare non ne sentivamo il bisogno.
L’intero programma rischia di essere “terminato”
Oltre ad un aumento enorme dei costi, gli F35 si stanno dimostrando pieni di problemi, tanto che il loro vero debutto è ormai slittato al 2018, ovvero con 7 anni di ritardo rispetto al previsto.
In un importante report redatto da Frank Kendall, del Pentagono, sono usciti fuori ben 13 gravi problemi, uno dei quali addirittura è connesso alla “invisibilità” dell’aereo ai radar, che invece pare non sia così invisibile come promesso dalla azienda costruttrice Lockheed Martin.
Ed ogni giorno si scoprono nuovi problemi, ed è necessario cambiare qualcosa:
il totale dei cambiamenti richiesti sinora sull’aereo ha raggiunto una cifra vertiginosa: 725.
Ed ogni cambiamento richiede altri soldi. Un pozzo senza fondo, tanto che
il Pentagono stesso, sta riducendo il numero degli aerei che sta acquistando.
A Gennaio, dunque
poche settimane fa, il segretario della difesa Usa Robert Gates ha sentenziato: se Lockheed non risolverà i problemi sulla versione a decollo verticale entro due anni, cancelleremo l’acquisto.
E i membri del Congresso USA cominciano a non poterne davvero più, tanto che un Repubblicano come John McCain (contese ad Obama la presidenza 4 anni fa), ha dichiarato che se le cose non miglioreranno alla svelta, tutte le opzioni dovranno essere messe sul tavolo.
E tutte le opzioni significa cancellare il programma, perdere quello che si è speso, ma almeno non continuare a buttare i soldi in un progetto fallimentare.
http://www.investireoggi.it/finanza/f35-un-progetto-fallimentare-e-pieno-di-problemi/
Commento di un lettore: “l’attenersi a un contratto è cosa buona, l’associazione allo sviluppo di qualcosa di non buono con impegno all’acquisto invece puzza di commessa mafiosa o chiamatela come volete, pur di spillare quattrini ai rispettivi governi. Diciamo che le “recensioni” sull’F-35 non sembrano ottimali, anzi, e a giudicare dal profilo che se ne può tracciare sembra quasi un affare sporco per spillare soldi pubblici”.
INFATTI: Nel
1976 l’
azienda Lockheed (oggi
Lockheed Martin) ammette di aver pagato
tangenti a politici e militari stranieri per vendere a stati esteri i propri aerei.
In Olanda è coinvolta la stessa monarchia, mentre in Germania, Giappone, e Italia i corrotti dalla Lockheed sono le strutture preposte alle valutazioni tecnico-militari dei Ministeri della Difesa, i Ministri della Difesa, e in Italia e Giappone anche i Primi Ministri. In Italia nel 1978 il Presidente della Repubblica viene travolto dallo scandalo Lockheed e si dimette.
http://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Lockheed
Allego l'oggetto delle loro preoccupazioni.