Chissà se qualcuno degli sponsor degli ucraini capisce questo.
Immagini strazianti, quelle riportate nelle foto e nei video che arrivano da fonti separatiste russe, precisamente da Troika,
gruppo di esperti di approfondite ricerche sui
crimini commessi dai nazionalisti ucraini.
Immagini figlie della guerra dove – da sempre e per sempre – i buoni non sono sempre buoni e i cattivi non sono sempre cattivi.
La notizia è quella della morte, dopo varie torture,
di un combattente dell’esercito ucraino per mano
di uno dei noti ufficiali
del battaglione Azov, David Georgievic, che adesso si trova ancora
nell’acciaieria Azovstal.
“Il tatuaggio sul dito che è apparso per un secondo ci ha detto tutto sulla persona:
questo è il nostro vecchio amico Kasatkin David Georgievich, 96gr, istruzione secondaria,
presta servizio a contratto ad Azov, vive a Mariupol.
Durante l’inizio dell’operazione, David sparò al colonnello delle forze armate ucraine impegnato nella difesa della costa.
E dopo ha lavorato sui prigionieri.
Al momento, siede come un topo in Azovstal e sta aspettando lo “sblocco””.
Stando sempre alle fonti separatiste
il video è stato trovato sul telefono all’interno dei pantaloni di un combattente Azov caduto
– a dimostrazione che chi filmava, e quindi interrogava, il soldato ucraino era del battaglione –
dopo che i nazionalisti hanno cercato di uscire dalla zona industriale di Ilicic a nord dell’acciaieria,
dove erano presenti insieme all’esercito ucraino.
Prima interrogato, poi torturato e infine giustiziato: questa sembrerebbe la drammatica sequenza.
L’uomo è stato infatti ritrovato cadavere in un bidone della spazzatura intorno al complesso industriale.
Come mostrano le foto, e come spiega Troika, il soldato ucraino è ancora con le manette ai polsi,
ha ancora stessa giacca, gli stessi pantaloni, la solita barba e gli stessi baffi di quando, poco prima,
veniva interrogato e lasciato fumare – probabilmente – l’ultima sigaretta.