Situazione Ucraina

L’Ucraina rischia l’estinzione demografica: culle vuote, emigrazione di massa e un’economia sostenuta solo dagli aiuti esteri.

Mentre la guerra prosegue, i dati mostrano un Paese che scompare.

Ha senso combattere se non resterà nessuno a ricostruire?

Un’analisi spietata dei numeri oltre la propaganda.
Secondo le autorità locali, quest’anno sono nati solo 139 bambini,
un crollo verticale rispetto agli oltre 400 di un decennio fa.
Hoshcha non è un’eccezione, è la regola.
 
Prima dell’invasione del 2022, l’Ucraina contava circa 42 milioni di abitanti.

Oggi, secondo l’Istituto di demografia dell’Accademia nazionale delle scienze ucraina,
siamo scesi sotto i 36 milioni.

Le stime indipendenti sono ancora più impietose:
  • L’Istituto ucraino per il futuro parla di 29 milioni di residenti effettivi nel 2023.

  • Le previsioni ONU per il 2100 oscillano tra un residuo di 15 e 23 milioni di abitanti.
Il Paese ha attualmente uno dei tassi di mortalità più alti al mondo e il tasso di natalità più basso.

Nel 2023 si sono registrate solo 187.000 nascite: il dato più basso degli ultimi 300 anni.

La piramide demografica si è invertita in modo grottesco.

Abbiamo una situazione economica insostenibile:
  • 9,5 milioni di persone lavorano e pagano le tasse.
  • Questi devono sostenere 23 milioni di pensionati, bambini, disoccupati e dipendenti pubblici.
È un’equazione che non sta in piedi.
 
Il governo stima una carenza di 4,5 milioni di lavoratori nel prossimo decennio per la sola ricostruzione.

Ma chi ricostruirà se gli uomini validi sono morti, invalidi o fuggiti?
Per chi ricostruire, se non ci sono figli, quindi futuro?

Il Financial Times riportava a marzo 2024 che su 11,1 milioni di uomini ucraini tra i 25 e i 60 anni:

  1. 7,4 milioni sono già mobilitati o indisponibili (disabili, settori critici).

  2. 900.000 non sono registrati (fantasmi per il fisco e la leva).

  3. Rimane un bacino effettivo di soli 2,8 milioni di potenziali coscritti.
Kiev si trova di fronte a un trade-off 1 a 1:

Coscrivere un uomo significa perdere un contribuente.

Coscrivere i più giovani (l’età è stata abbassata a 25 anni) significa ipotecare le nascite future.

Coscrivere i più anziani significa aumentare il numero di vedove e orfani a carico dello Stato assistenziale.
 
Anastasiia Yushchuk, 21 anni, intervistata a Hoshcha,
riassume il sentimento di una generazione:

“Non c’è stabilità, non c’è nulla su cui costruire”.

La disperazione è palpabile lungo il fiume Tisa, al confine con la Romania,
dove uomini in età di leva rischiano (e spesso trovano) la morte per annegamento pur di sfuggire al reclutamento.


Nel frattempo, gli scandali di corruzione
— come i fondi per le fortificazioni di Kharkiv finiti nelle tasche di appaltatori dubbi —
minano la fiducia nello Stato.

“Perché dovrei affidare il mio futuro a qualche corrotto ?”, si chiede Artem, chef ucraino a Vienna.

La fiducia nel contratto sociale è rotta.


Anche il tentativo di reclutare la “Legione Ucraina” in Polonia si è rivelato un flop numerico.
 
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I russi devono venire col capo cosparso di cenere, a implorare di comprare il loro gas a 1 centesimo al metro cubo.

E anche allora gli rispondiamo:

Fanc***
 

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