Situazione Ucraina

Di Emanuele Rossi | 20/10/2022
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L’attacco russo di lunedì 10 ottobre contro obiettivo civili a Kiev e altre città ucraine — poi ripetuto nei giorni successivi — ha riportato attenzione su uno degli elementi che da subito ha riguardato la difesa ucraina: la necessità di migliorare le proprie capacità contraeree.

Davanti a ciò, la Nato ha annunciato ufficiosa che consegnerà nei prossimi giorni all’Ucraina sistemi di difesa aerea per aiutare il Paese a difendersi soprattutto dall’attacco di droni, compresi quelli iraniani che sono stati protagonisti dei raid degli ultimi giorni. La Russia li sta utilizzando per colpire le infrastrutture critiche come le centrali elettriche; l’Iran nega questa fornitura ma nei giorni scorsi la Guida Suprema, Ali Khamenei, si è vantato delle qualità tecnologiche dell’industria aerospaziale del suo Paese.

I droni iraniani in Ucraina

In particolare il modello Shahed 136 viene usato in forma di sciami che diventano molto complicati da intercettare. Kiev ha dichiarato che questo genere di bombardamenti hanno distrutto quasi un terzo delle centrali elettriche ucraine nell’ultima settimana.


Gli Shahed 136 possono essere molto efficaci: viaggiano a bassa quota per centinaia di chilometri e hanno un motore molto rumoroso — sono abbastanza individuabili, per questo ci sono vari video sui tentativi, anche riusciti, di abbatterli pure con sistemi non sofisticati e specifici, anche se il ministero dell’Interno ucraino ha chiesto ai possessori di armi di non sparare ai droni, lasciando che se ne occupino le forze dell’ordine e l’esercito. Una volta sull’obiettivo vi si schiantano sopra, facendo esplodere la carica che traportano.

Come dimostrato dall’uso che ne fanno gli Houthi, hanno anche qualità di precisone. I ribelli yemeniti, sempre riforniti e istruiti dai Pasdaran, li hanno usati molte volte; ...

Quelli che colpiscono Kiev decollano dalla Bielorussia, che ha recentemente aumentato il proprio coinvolgimento al fianco di Mosca (il batka Aleksander Lukašenka nei giorni scorsi ha addirittura detto che potrebbe valutare azioni preventive a difesa della sicurezza nazionale del suo Paese).

Il governo ucraino ha dichiarato di aver abbattuto 223 Shahed-136 in 36 giorni dal primo utilizzo registrato, il 13 settembre a Kupyansk, nella Regione di Kharkiv. L’intelligence ucraina sostiene che le intercettazioni hanno riguardato il 70% di questi droni. I dati non sono confermabili e sembrano ottimistici, e va detto che parte degli obiettivi sono stati comunque colpiti. È vero anche che se solo un terzo dei componenti degli sciami dovesse colpire gli obiettivi, significa che la Russia sta spendendo il triplo per essere efficace. Ma queste apparecchiature non sono troppo costose e sono pensate comunque per operare a perdere.

Le nuove forniture Nato

Parlando martedì durante una conferenza sulla sicurezza a Berlino, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto: “La cosa più importante che possiamo fare è mantenere ciò che gli alleati hanno promesso, ovvero aumentare la fornitura di sistemi di difesa aerea”, e per questo la Nato “consegnerà nei prossimi giorni sistemi di contro-drone per contrastare la minaccia specifica, compresi quelli provenienti dall’Iran”.

“Nessuna nazione dovrebbe sostenere la guerra illegale della Russia contro l’Ucraina”, ha aggiunto Stoltenberg. E sull’appoggio iraniano a Mosca l’Unione europea ha imposto delle sanzioni contro tre persone e una società; altre saranno probabilmente discusse anche durante il Consiglio europeo (secondo fonti anonime sono state promosse dalla Francia).
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Nuove difese aeree a Kiev. La mossa Nato (anti-droni iraniani) - Formiche.net
 
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Dal neofascismo all’impero: il neo-eurasismo di Dugin :



Dugina, abbastanza conosciuta in Russia, era una convinta sostenitrice dell’invasione russa in Ucraina e aveva anche ricevuto sanzioni dagli Stati Uniti e dal Regno Unito per aver diffuso online fake news sulla guerra (era l'editrice di un sito web di disinformazione).
L'invasione russa e I bombardamenti russi hanno provocato parecchi morti anche tra i civili.

17 ottobre 2022

AGI - Tra le vittime degli attacchi odierni di droni su Kiev c'è una giovane coppia di 34 anni, lei era incinta di sei mesi. Lo ha riferito Anton Gerashchenko, consigliere presidenziale ucraino, scrivendo di una "giovane famiglia" rimasta uccisa.
"Bohdan e Victoria, 34 anni, sono entrambi trovati morti. Stavano aspettando il loro primo figlio che doveva arrivare in pochi mesi". Conferma è arrivata dal sindaco della capitale, Vitali Klitschko, secondo cui "la donna era incinta di sei mesi".

L'Ucraina ha chiesto all'Ue di aumentare le sanzioni contro l'Iran dopo gli attacchi russi su Kiev sferrati con droni kamikaze che sarebbero stati forniti a Mosca da Teheran.
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Ultima modifica:
21/10/2022
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Lo scorso primo marzo Dmytro Bahnenko, un giornalista di Kherson, nell'Ucraina meridionale, vide i carri armati russi passare sotto casa sua. Mentre il suo mondo, come quello di molti ucraini, finiva sottosopra, iniziò segretamente a riprendere tutto quello che vedeva, cogliendo la storia nel suo farsi, e condivise il girato con Bbc Eye, la redazione di giornalismo investigativo dell'emittente pubblica britannica. Dopo mesi di lavoro, questo materiale è diventato un documentario di 50 minuti, trasmesso dalla Bbc e diffuso in tutto il mondo grazie a YouTube. Una testimonianza eccezionale su tre mesi di vita sotto occupazione, un contesto raccontato finora solo da freelance guardati a vista dai militari di Mosca, o dalla propaganda del Cremlino.

Nei mesi che seguirono l'occupazione Dmytro raccontò la resistenza della sua città. Atti di sfida, grandi manifestazioni, seguita da una violenta repressione. La città stava cambiando. Non si trovavano più cibo né farmaci. Mezzi militari russi marchiati con la “Z” correvano per le strade. Si sentivano bombardamenti a ogni ora. Molte persone fuggirono. Amici e persone note in città iniziarono a sparire

Mentre gli intenti dei russi diventavano sempre più evidenti, Dmytro e sua moglie Lidia cercavano di proteggere la Ksusha, la loro figlia di cinque anni, da quel che stava succedendo. Il documentario è ricco di dettagli su come la giovane famiglia trova il modo di andare avanti mentre la loro città viene costantemente spogliata della sua identità ucraina.

Dmytro si renderà conto di quanto sia pericoloso il suo progetto segreto quando un sacerdote ortodosso filoucraino che aveva ripreso fu rapito e torturato da anonimi uomini del servizio segreto russo.

 

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