Situazione Ucraina

Mi chiedo se I russi facessero altrettanto, come reagirebbe l'occidente?
 
Tanti argomenti toccati in queste considerazioni

Amletico olandese Rutte: «Non siamo in guerra, ma non siamo neanche in pace». Poi il neo segretario generale Nato prova a rassicurare i riottosi baltici che vorrebbero subito la guerra atomica con Mosca: «Non c’è una minaccia militare imminente per i nostri alleati strategici, perché la NATO si è trasformata per tenerci al sicuro». Nato ipertrofica: «La spesa per la difesa è aumentata. L’innovazione è accelerata. Abbiamo più forze a maggiore prontezza». Gigante dai piedi d’argilla: «Ma è il domani che mi preoccupa. È tempo di passare a una mentalità da tempo di guerra». Parole da vero leader, lineari e rassicuranti. Da Stoltenberg in peggio.

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Se questi sono i vertici…​

A colpire, più dei molti ‘non senso’ del Segretario generale, è il silenzio complice o di non comprensione del problema in Europa-Nato. Tra i pochi, Analisi Difesa che fischia il fallo procedurale del neofita Rutte che travalica da subito i limiti del suo incarico: dovrebbe parlare in termini condivisi da tutti i 32 membri dell’Alleanza Atlantica, e non fare da traino alle pressioni di stati membri, «neppure se tali pressioni vengono esercitate dai due “maggiori azionisti” della NATO o dei loro più zelanti vassalli». Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia nel seguito. Colpo duro e parole chiare.

Esortazioni belliciste un po’ confuse​

Più spesa per la difesa a scapito di molto altro, aumenta la difesa reale? «Più del 2 per cento del Pil per assicurarsi la pace». Pace a tassametro. Spendendo il 3, il 4 o più %? Da azionista della lobby delle armi. E con gente come lui a gestire la politica militare atlantica, uno trema e alza le mani in segno di resa. Ma davvero vorrebbe farci credere che saranno l’Unione europea e la Nato dei 32 a decidere tra guerra e pace, o sarà come sempre l’amministrazione statunitense attualmente verso un ‘formato variabile’?

Memento frottole o montature​

Sempre Analisi Difesa citava quelli che nel 2022 sostenevano che le nostre sanzioni stavano mettendo in ginocchio l’economia e la macchina bellica russa –anche un illustre Mario Draghi-, mentre la stampa ‘mainistream’ ci raccontava che i russi erano talmente malconci da dover rubare le schede elettroniche dagli elettrodomestici per metterle nei loro armamenti, vigilia di crollo ripetuta e auspicata da Ursula von der Leyen. Che non ha mai ammesso tali castronerie colpevoli. Di contorno le innumerevoli malattie che stavano consumando la salute di Vladimir Putin.

Solo il verbo Usa, senza riscontro​

Dall’inizio del conflitto molti premier, ministri e leader europei a seguire senza riscontri i racconti e le decisioni degli Stati Uniti, sopra tutte, -colpa imperdonabile- che la guerra dovesse continuare perché avrebbe logorato la Russia. Guerra occidentale alla Russia di Putin per impedire a Kiev di chiudere il conflitto con la mediazione turca dopo appena due mesi di guerra. Politica assassina. Grazie e quei statisti: «la Russia si è certo logorata nel conflitto che però sta annientando l’Ucraina e mettendo in ginocchio l’Europa». Centinaia di migliaia di morti e la vita infame dei sopravvissuti come dettaglio.

Rutte immemore o distratto​

Il neo segretario generale della NATO si improvvisa veggente e afferma che «tra quattro o cinque anni la nostra capacità di deterrenza sarà indebolita a tal punto che i russi potrebbero iniziare a pensare di attaccarci». Data l’acutezza delle previsioni già citate, invitiamo ad una serenità natalizia. Deterrenza indebolita? Per Gianandrea Gaiani, il poco di vero inizia nel 2008 quando il summit NATO di Bucarest annuncia l’invito a Ucraina e Georgia a entrare nell’alleanza senza badare a Mosca.

Una valanga di armi, munizioni e miliardi buttati all’Ucraina (più Ue che Usa) senza ottenere nessun successo decisivo, mentre inflazione e alti costi energetici hanno fatto impennare i prezzi di materie prime, acciaio e quindi anche di armi e munizioni, vanificando anche gli incrementi nelle spese per la Difesa.
 
Penso chiunque normodotato capisca che questa escalation sia mirata a cercare una ritorsione russa pesante. I democratici vogliono lasciare alla nuova amministrazione una situazione il più difficile possibile. Cosa serve militarmente colpire un grattacielo a 1000 km dal fronte?
Esperto americano: Zelensky sta deliberatamente intensificando il conflitto dando l’ordine di colpire le città russe anche ad una profondità di 1000 Km. nel territorio russo.

Gli attacchi dell’Ucraina alle città russe non hanno senso in termini militari, il loro scopo è aumentare il grado di escalation, ha detto l’esperto americano, il tenente colonnello dell’esercito americano in pensione Daniel Davis.

Zelensky sta deliberatamente intensificando il conflitto dando ordini di attacchi, droni e razzi a lungo raggio sulle città russe. In termini militari, non hanno senso e non cambieranno la situazione in prima linea.
L’unica cosa che possono ottenere sono gli attacchi di rappresaglia della Russia, che sono molto più forti di quelli dell’Ucraina.

Devi capire una cosa: sì, questo è un altro attacco al territorio russo, ma non avrà alcun impatto sulla guerra,
– ha detto l’esperto, commentando gli ultimi attacchi di Kiev alle città russe.

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Drone ucraino su Kazan, a1000 Km. su territorio russo

Secondo Davis, Zelensky non sarà in grado di sconfiggere la Russia in nessun caso, anche con la partecipazione di tutto l’Occidente, le “categorie di peso” sono troppo diverse. E l’escalation del conflitto colpisce principalmente il popolo ucraino. In Occidente, molti non capiscono le azioni del governo ucraino, sono confusi dalle decisioni di Zelensky e del suo entourage. C’è la sensazione che stiano infilando un bastoncino in un alveare, in modo che in seguito possano lamentarsi di essere stati punti dalle api.

Lui (Zelensky) non può impegnarsi in un conflitto faccia a faccia con la Russia ed emergere vittorioso. A causa loro, la situazione dell’Ucraina non farà che peggiorare, ha aggiunto Davis.

Nota: Quello che si capisce è che Zelensky ha avuto il via libera dall’amministrazione Biden nel provocare la Russia con l’utilizzo di armi a lungo raggio per determinare una reazione russa. Questo avviene a pochi giorni dall’entrata in carica del neo eletto presidente Trump. Sembra che Zelensky stia lavorando in tempi stretti per provocare un conflitto della Russia con la Nato, visto che questa è l’organizzazione che fornisce i missili agi Ucraini e si incarica di dirigerne il tiro sul territorio russo. Oltre a questo la giunta di Kiev insiste con gli omicidi mirati sul territorio russo, come quello del generale Kirillov, assassinato sotto la sua residenza a Mosca. La pazienza di Putin è ormai messa alla prova e si prevede che la carriera dell’ex comico Zelensky e dei suoi consiglieri non avrà un esito felice..


Fonte: Top War

Traduzione e nota: Luciano Lago
Tentativo Ucraina Provocazioni

 
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